‘Ndrangheta e massoneria: ecco perché in Italia regge ancora il patto stato-mafia

Giuseppe Lombardo

Minacce ai magistrati: “Così perdiamo forze operative”

“Io ed altri colleghi della Procura di Palermo ci siamo resi conto che a volte si ha la sensazione che Cosa nostra abbia un ruolo sovraordinato, e che a volte ce l’abbia la ‘Ndrangheta. Non è che voglia togliere rilievo al lavoro di altri – ha chiarito il magistrato reggino Giuseppe Lombardo – dicendo che la ‘Ndrangheta conta di più, a me interessa solo che si faccia una ricostruzione obiettiva”.

Il sostituto procuratore di Reggio Calabria è uno dei pochi che attualmente si occupa del livello “invisibile” superiore alle singole mafie, e sono molti i punti di contatto con le indagini sulle vicende palermitane. Dall’inchiesta “Sistemi criminali” a quella sulla trattativa tra lo stato e la mafia, il cui processo è rappresentato dai pm Nino Di Matteo (per il quale è stata scoperta l’organizzazione di un vero e proprio piano per la sua eliminazione) Francesco Del Bene, Vittorio Teresi e Roberto Tartaglia.

C’è ancora molto da fare e da indagare, ma le difficoltà non sono poche: “In apparenza andiamo nella stessa direzione, poi però quando l’accertamento diventa complicato arrivano delle risposte ridicole” ha protestato Lombardo, per il quale sono “ridicole e perverse” anche certe logiche interne alla magistratura: “Un ufficio serio come questo dovrebbe gestire in un anno cinque o sei grosse indagini per poter dare delle risposte importanti. Invece io solo sono affogato da 120/130 indagini. Negli altri stati questo non avviene, in Svizzera o in Francia un sostituto procuratore segue un processo alla volta, ed è chiaro che cura anche le virgole”. Qui, invece, indagare su tutto significa rischiare di non indagare su niente.

Qual è allora il rischio corso da quei pochi che non si fermano? “Loro non mandano un messaggio a me – ha spiegato il magistrato reggino, che di messaggi intimidatori ne ha ricevuti tanti – ma a chi anche solo potenzialmente avrebbe voglia di lavorare con me. Sanno perfettamente che il singolo magistrato, che hanno conosciuto e pesato, non si fermerà. Però perderà una serie di capacità operative. Molti davvero possono avere paura, ma altri lo fanno per convenienza. Quando arrivi a un determinato livello capisci perfettamente che la gente scappa perché non vuole sentirne parlare. Sono disponibili a fare dei lavori lunghi ed estenuanti per anni pur di non rischiare di andare a cozzare con quelle entrature politiche che poi diventano per le loro carriere una sanzione immediata. Questo può essere vissuto come isolamento, allora potresti iniziare a interrogarti su quello che stai facendo, anche se a me per fortuna non è capitato”.

E’ importante invece che le indagini proseguano nel migliore dei modi. “In sei mesi – ha raccontato Lombardo – sono arrivate risposte che neanche io potevo mai immaginare, con delle parole che sembrano provenire da una sceneggiatura scritta da me. Perché quando vai nella direzione giusta è evidente che il risultato arriva. Spesso e volentieri – ha proseguito – andiamo a raccontare che abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili. Ma puoi intercettare per dieci anni determinati soggetti e avrai la prova che sono delle educande, perché per telefono si danno sempre e solo appuntamenti. Se una forza di polizia vuole fare questo lavoro chiusa quella telefonata deve partire e arrivare sul posto prima di loro”.

Purtroppo, al di là dei notevoli sforzi di parte della magistratura e delle forze dell’ordine, da parte della politica non è mai stata registrata l’intenzione di avviare un serio contrasto alle mafie ed ai circuiti ad esse collegati. E così, quei centocinquanta miliardi di euro (tale è il fatturato annuo “solo” della ‘Ndrangheta, ricavato in massima parte dal traffico di droga) rimangono pressochè intatti.

Nessun governo, però, può rimanere indifferente. Perché fino a quando non sarà inserita la lotta alla criminalità organizzata al primo posto dell’agenda politica, questa nazione verrà proiettata inesorabilmente verso una forma di stato-mafia.