Cronache delle Calabrie, Guzzanti e Armentano: che sceneggiata!

Armentano

Finisce con gli stracci che volano l’esperienza, durata appena cinque mesi, di Paolo Guzzanti alla guida del giornale “Cronache delle Calabrie”. Nel giro di poche ore, il direttore da una parte e l’editore (ci vuole coraggio ma si chiama così) Ciccio Armentano hanno dato vita ad un penoso scambio di accuse dietro al quale si nasconde un’unica certezza: il paraculismo di entrambi. Una sceneggiata che mette nel ridicolo entrambi.

Ma veniamo allo scambio di accuse.

“Da stasera ‘Cronache delle Calabrie’ è a firma di Francesco Graziadio, al quale vanno gli auguri di tutte le redazioni, dei poligrafici e degli amministrativi”. Questo l’annuncio, del 30 marzo scorso, di Francesco Armentano, editore del quotidiano calabrese. “A Paolo Guzzanti, che lascia – aggiunge – un arrivederci affettuoso e pieno di gratitudine”.

Ma Guzzanti non ha accettato questa versione edulcorata del suo addio e ha rilasciato una dichiarazione pesante a “Giornalistitalia”.

“Licenziato? Aggiungiamo pure sfruttato, da quattro mesi non pagato da un editore che, infinite volte, mi ha annunciato l’esecuzione di bonifici mai arrivati”. E’ quanto  ha dichiarato Paolo Guzzanti dopo il licenziamento da direttore del quotidiano “Cronache della Calabrie”, nonostante poche ore prima avesse ricevuto una fiducia scritta dall’editore Francesco Armentano.

Armentano, editore di “Cronache delle Calabrie” con la societa’ To Press Srls di Cosenza, e’ stato amministratore di AgitMedia, editrice del quotidiano “Cronache del Garantista” (diretto da Piero Sansonetti e chiuso a febbraio 2016) e gestore della concessionaria di pubblicita’ del quotidiano di Piero Citrigno “Calabria Ora”. A stampare tutti e tre i giornali, inoltre, è sempre stato lo stabilimento tipografico di Umberto De Rose, balzato alle cronache per l’“Oragate” (ovvero il blocco della rotativa de “L’Ora della Calabria” diretto da Luciano Regolo, per il quale De Rose è imputato di tentata violenza privata) e per le vicende legate al finanziamento pubblico del “Garantista” del quale i giornalisti calabresi non hanno visto un centesimo, contrariamente allo stampatore che ha incassato mezzo milione di euro.

“Sin dall’inizio – ricorda Guzzanti in una dichiarazione a Giornalistiitalia.it – era inteso che la mia direzione sarebbe stata improntata sull’uso delle tecnologie che ti consentono di realizzare e controllare il giornale da ogni angolo del mondo. Da Cosenza, citta’ nella quale sono stato fisicamente presente fintanto che, dopo estenuanti e umilianti solleciti, sono stato pagato, da Roma e dagli Stati Uniti dove risiede la mia famiglia. Lavoro che ho svolto tutti i giorni, dalle 16 a mezzanotte, dirigendo e controllando il giornale in tutte le sue pagine”.

 “Poi, qualche giorno fa – spiega Guzzanti – due messaggi di Armentano: ‘Dimettiti’ e ‘Dimettiti, tanto io non ti posso pagare’, ma comunque senza alcuna lettera di licenziamento, tant’e’ che ho chiesto e ottenuto la conferma scritta della fiducia, che ieri l’altro mi aveva accordato. Alcune ore dopo, appresa la notizia della nomina di Graziadio, ho chiamato Armentano che ha tentato di giustificare il licenziamento con un’asserita “mia rottura verticale con la linea politica del giornale””.
“Ma di quale linea politica parli? Di quella che non mi hai mai dato?”, ha contestato Guzzanti all’editore sottolineando che “tutto cio’ e’ avvenuto meno di 24 ore dopo avermi rinnovato la fiducia e, naturalmente, sorvolando sui quattro stipendi che mi deve”. “Il pretesto usato da Armentano – rivela Guzzanti – e’ l’aver io accettato l’invito del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, a partecipare, sabato 1 aprile, al meeting sull’urbanistica cosentina e calabrese. Cosa che rientra nei normali doveri sociali di un direttore, a prescindere dal colore dell’amministrazione. Ho cercato di spiegargli che un giornalista, tantomeno un direttore, non deve chiedere il permesso a nessuno per partecipare a un convegno, ma mi sono sentito rispondere (testualmente) che, per farlo, avrei dovuto ricevere il suo “nulla osta”, figura burocratica finora sconosciuta al giornalismo italiano”. “Tutto cio’ – conclude Guzzanti – e’ molto umiliante per chi vuole bene a questa regione. Io, poi, voglio molto bene ai colleghi che hanno costruito con me un piccolo miracolo, ma non accetto che l’editore mi licenzi incamerando i frutti del mio asserito prestigio”.
Questa invece la replica dell’editore (?!?) Armentano. 
“Stupirsi, rimanere basito, meravigliarsi, rimanere scioccati, annichilirsi, ecco – afferma l’editore – sono queste le manifestazioni del mio stato d’animo che caparbiamente si affollano e cercano spazi di visibilità o posizioni di preminenza e di ribalta quando sento o vengo sfiorato da discettazioni sulla libertà di stampa. Sono conscio della valenza e dell’importanza del tema, specie nella nostra regione, che di libertà ne ha ben poche, ma quando a parlarne e a discutere ed elucubrare su di essa sono elementi che sulla libertà di stampa (di tutti) hanno poco da condividere essendo gli stessi massimi esperti di libertà strettamente individuali che conducono ad un facile e vile arricchimento, ebbene in questo caso l’unico vero sentimento che prevale è l’indignazione”.