La sceneggiata di queste ore tra il direttore Paolo Guzzanti e l’editore Francesco Armentano riporta alla triste attualità di un sistema dell’informazione completamente in mano a faccendieri ed avventurieri che galleggiano ai margini del sottobosco della politica.
“… Cronache delle Calabrie – scrive “Giornalistitalia” – non ha ancora raggiunto il traguardo dei 6 mesi di vita e le uniche certezze sono gli stipendi non pagati e la crescente rabbia di quanti, ancora una volta, si sono lanciati nell’ennesima folle avventura. A cominciare da un signore del giornalismo come Paolo Guzzanti che, tornato nella regione che ha tenuto a battesimo la sua carriera professionale, all’epoca de Il Giornale di Calabria di Mancini e Rovelli, si era illuso di poter importare il modello americano del giornalismo per curare, con la cultura e la qualità dell’informazione, non solo fenomeni come l’ignoranza, l’arroganza e il malaffare, ma anche devastanti effetti come il silenzio e la rassegnazione.
Che le cose andassero male – continua “Giornalistitalia” – era cosa risaputa, tant’è che il 27 gennaio scorso l’Assemblea di redazione aveva proclamato, dopo appena tre mesi di vita, lo stato di agitazione con affidamento al Sindacato Giornalisti della Calabria di un pacchetto di 10 giorni di sciopero, non ancora utilizzato per volontà dei giornalisti dopo l’avvenuto pagamento ai redattori, ma non ai collaboratori, di un altro stipendio e l’ingresso, anche se in punta di piedi, di un nuovo socio intervenuto con un po’ di liquidità ….”.
Ora la tarantella della cacciata di Guzzanti e la sicurezza totale del prevedibile epilogo dell’ennesima truffa.