PD, direzione nazionale: Minniti isola Madame Fifì e Palla Palla

Districarsi nella giungla dei renziani calabresi è cosa veramente difficile. Come altri hanno già spiegato, esistono diversi tipi di renziani: ci sono quelli della prima ora tipo Magorno, quelli della seconda ora tipo Ferdinando Aiello, e quelli della terza e ultima ora tipo gli opportunisti alla Madame Fifì. Non che i primi due siano campioni di lealtà e coerenza, ma quantomeno la loro risulta una scelta fatta “in tempi non sospetti”. Evidentemente c’hanno visto più lontano di Palla Palla.

Lo avevamo già scritto e annunciato e le nomine dei componenti alla direzione nazionale del PD, per la parte calabrese, lo confermano: è iniziato l’inesorabile declino dell’asse Madame Fifì/Palla Palla/Capu i Liuni/ Compà Seby/ Ninuzzu i Riggiu.

Nonostante le tante vave fatte da Palla Palla che si vantava di aver portato tanti voti a Renzi, Minniti lo ha punito lo stesso. Solo Madame Fifì rappresenterà la corrente di Oliverio in direzione. Oltre a se stesso che in quanto governatore entra in direzione di diritto. Avrebbero dovuto essere almeno 5 i rappresentanti della corrente oliveriana, stando ai numeri delle primarie, ma la decisione romana è stata quella di escluderli. Pur di non nominare gente vicina a Palla Palla, i pezzotti romani hanno deciso di tenere fuori dalla “rappresentanza” le province di  Catanzaro, Vibo e Crotone. Questo, tradotto, vuol dire, come avevamo annunciato, che Madame Fifì non sarà nella lista dei candidati. E che con Oliverio e il suo gruppo più nessuno del PD vuole avere niente a che fare. Li hanno scaricati tutti. Persino Martina che ha reso la pariglia ad Oliverio. Ma soprattutto li ha scaricati Minniti che ha capito che nella prossima ed imminente campagna elettorale non può presentarsi in giro con personaggi invisi alla gente tipo Madame Fifì e Palla Palla. Sarebbe un disastro elettorale per il PD. Senza contare poi tutto quello che Minniti sa, e che lo hanno spinto a mollarli definitivamente, sul coinvolgimento di diversi esponenti della corrente oliveriana e non solo, in inchieste antimafia.

Insomma, Renzi e Minniti blindano il PD in Calabria parcheggiando in direzione solo calabresi fedelissimi e proni al loro volere. Dalla gatta morta a ciaone, passando per Aiello.

Quello che sta succedendo politicamente dentro il PD calabrese è la prova generale del dopo Oliverio che non è lontano. Irto scalpita e Bretellone gongola. Una nuova fase è in corso, e i primi sviluppi già si vedono. Ora non resta altro da fare che aspettare la tanto attesa “scrematura di politici” da parte della magistratura antimafia che determinerà definitivamente il nuovo assetto politico del PD. E solo dopo si potrà iniziare a parlare di candidature.