Non è solo Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo Calabro, candidato renziano alle primarie calabresi del Pd nel 2014, ad aver usufruito del sostegno elettorale di Leonardo Sacco, il “Mr.Misericordia” arrestato per mafia nella primavera del 2017 e condannato pesantemente in primo grado per l’operazione Johnny. Dall’informativa dei Carabinieri del Ros, allegata al fascicolo di indagine dei magistrati di Catanzaro che ruota attorno a una trentina di milioni di euro sottratti alle casse del Cara di Crotone negli ultimi dieci anni, emerge anche un altro episodio. Questa volta riguarda Wanda Ferro (non indagata), ex presidente della Provincia di Catanzaro e appartenente all’epoca al partito di Forza Italia prima di passare con la Meloni. A dimostrazione che Sacco attivava in modo “bipartisan” il sistema della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, infiltrato dalla cosca degli Arena e da lui messo in piedi. E parliamo di quella stessa Wanda Ferro che oggi va ciarlando senza pudore di codici etici e di via libera della Commissione Antimafia a candidati sempre più in odor di mafia e impresentabili.
E dunque, torniamo a quel 2014. Wanda Ferro è candidata alle elezioni regionali del 22 novembre per diventare governatore della Calabria (poi vinte da Mario Oliverio del Pd). Pochi giorni prima dell’apertura delle urne, viene contattata da Sacco via sms. “Cara Wanda, capisco i tuoi molteplici impegni ma non puoi tralasciare dalla tua campagna il territorio di Isola Capo Rizzuto. Ti prego di comunicarci una data ed organizzeremo il tutto. Un Abbraccio, Leonardo Sacco”.
Mr. Misericordia viene richiamato da un uomo che si presenta come membro della segreteria di Wanda Ferro, il quale va subito al punto: “Quante persone riusciamo ad avere (per il comizio, ndr)?”. Sacco è sicuro di riuscire a portare la “sua gente”. “Se lo facciamo in piazza, riempiamo la piazza – dice – . Se lo vuole fare al chiuso, abbiamo la sala congressi da 600 posti… la riempiamo pure… abbiamo anche una sala però da 200 posti, la sala del palazzo vescovile in Piazza Duomo”. La segreteria di Ferro accetta.
Il giorno dopo, il 17 novembre, Sacco fa quello che gli riesce meglio. Attiva i suoi contatti, uomini che per i magistrati sono legati alla criminalità organizzata calabrese. Chiama Antonio Poerio, l’imprenditore con cui fa affari al Cara (arrestato): “Domani sera alle nove viene Wanda Ferro in piazza… viene per noi… dobbiamo riempire la piazza, portate cristiani. Avvisa a tutti, hai capito? Tutti i dipendenti…”. Un minuto dopo telefona a Francesco Savoia, figlio di Vincenzo “già ritenuto affiliato – si legge nell’informativa – della cosca Arena”. La richiesta è la solita: “Dobbiamo portare un po’ di cristiani”. Poi si sentirà col nipote di un boss locale, cui ripropone il medesimo invito. Infine col sindaco di Isola Gianluca Bruno (indagato per l’inchiesta Cara) si raccomanda: “Avvisa che i panini sono gratis”.
Gli investigatori del Ros si sono interessati anche a ciò che è successo dopo le elezioni, in particolare a una fattura poco chiara che viene emessa “per servizi vari” dalla segreteria di Ferro a una società romana di Sacco. “Praticamente è una fattura di servizi vari perché…mmm…ok? I servizi vari che noi abbiamo fatto, non fa specifico riferimento, sono servizi vari quindi la mandiamo”, comunica l’uomo della segreteria a Sacco. Aggiungendo che gli sarebbe stata recapitata con un’auto in Piazza Duomo alla parrocchia di Don Edoardo Scordio. Il prete anch’esso arrestato per mafia e condannato pesantemente in primo grado per aver ricevuto 3,5 milioni di euro dal suo sodale, Mr. Misericordia.
di FABIO TONACCI tratto da repubblica