“Abbiamo cambiato il modo di fare banca”. Questa è la frase con cui Widiba si presenta ai propri clienti. Widiba è la banca online del gruppo Montepaschi, famosa perché prevede zero canoni di gestione per depositare i propri risparmi.
Inoltre, Widiba unisce al conto corrente online a zero spese anche un deposito di risparmio dove far fruttare la propria liquidità e un deposito per i titoli.
Già, i titoli. Banca Widiba in queste ore è finita al centro delle attenzioni della Guardia di Finanza e della procura di Catanzaro per quanto accaduto a Fincalabra Spa, ente in house della Regione, uno dei tanti carrozzoni politici nei quali può accadere di tutto, specie quando ci sono di mezzo i “titoli”. Anche che in soli tre mesi si possano “distrarre” fondi per un ammontare di 1 milione 800 mila euro.
Come? Beh, il deus ex machina di tutto questo movimento di denaro è senza dubbio Luca Mannarino, un commercialista paolano amico di Jole Santelli, che si trova catapultato alla guida di Fincalabra in quota “trasversale” se possiamo usare questo termine. Ebbene, da fine agosto a novembre del 2015 accade davvero l’incredibile.
Mannarino si fionda sulla massa dei fondi di derivazione comunitaria per un valore di 46,350 milioni di euro, affidati in gestione a Fincalabra e che erano vincolati esclusivamente al finanziamento di progetti presentati da piccole e medie imprese.
Mannarino, invece, con il concorso dei dirigenti della banca Widiba Spa – gruppo Monte dei Paschi di Siena, “… ha indebitamente utilizzato – ci spiega la Finanza – l’ingente somma per l’acquisto di variegati strumenti finanziari sia nazionali che esteri, connotati da altissimo rischio e volatilità, provocando in tal modo un ammanco nelle casse regionali di un importo pari ad euro 1.868.979,75…”. Dicesi 1 milione 868mila euro.
Nello specifico, il danno complessivamente arrecato al bilancio regionale è stato pari a euro 360.857,95 quali provvigioni corrisposte al promotore finanziario, euro 685.330,23 riconducibili a spese e/o commissioni trattenute dalla stessa banca ed euro 822.791,57 quale perdita netta di valore subita dai titoli acquistati da Fincalabra.
Insomma, Mannarino, consigliato dai dirigenti della banca Widiba, ha deciso di giocarsi 46 milioni in borsa facendo danni per 1 milione 800mila euro. I due dirigenti di banca Widiba coinvolti in questa storia si chiamano Francesco Candelieri e Mario Galassini.
Francesco Candelieri è cosentino e in città è molto conosciuto e non solo per il suo mestiere di bancario. Ma partiamo, ovviamente, da questo. Candelieri – classe 1970 – lavora da molto tempo con il Monte dei Paschi di Siena e per molti anni ha fatto riferimento alla famosa filiale di contrada Andreotta di Castrolibero. Ma la sua passione è sempre stata quella del consulente finanziario.

Da qualche anno Candelieri ha fatto strada e si è inserito nell’area manager di Widiba, come referente principale per la Calabria. Widiba ha una rete di consulenti finanziari molto vasta, formata da 12 grandi aree territoriali e guidata da un “cervello” di prima qualità quale Massimo Giacomelli. Francesco Candelieri è il suo referente calabrese. Ultimamente con lui si è messo a lavorare anche Carmelo Minniti, proveniente da Banca Mediolanum. Ma nella squadra di Widiba ci sono anche elementi provenienti da Azimut, Banca Generali, Fideuram e Fineco.
Ma ecco chi sono i 12 area manager che guidano la strutture territoriali sotto la supervisione di Massimo Giacomelli: Giovanni Mazzeo, Marina Magni, Gianni Tariciotti, Roberto di Mario, Roberto Sestilli, Nicola Viscanti, William De Rose, Fernando Valletta, Maurizio Nicosia, Francesco Candelieri, Fabrizio Sorrentino e Paolo Campagnucci.
CANDELIERI E IL CALCIO
Francesco Candelieri, oltre a banca e finanze, ha anche un’altra passione, quella per il calcio e proprio in questa veste ha fatto parte del progetto Cosenza Calcio all’inizio dell’era Guarascio, in Serie D. Candelieri, in realtà, è entrato in società come amico personale dell’ex direttore sportivo Stefano Fiore e di Aristide Leonetti ma poi si è ritagliato uno spazio tutto suo come responsabile del settore giovanile e come mediatore tra il patron e l’ex calciatore, che non riuscivano proprio ad andare d’accordo. Parliamo delle stagioni calcistiche 2011-12 e 2012-13.
Successivamente, Candelieri (stavolta senza Stefano Fiore e Leonetti) si è imbarcato nell’avventura del Montalto, ancora in Serie D (aveva preso Nappi come allenatore), nel ruolo di copresidente, che è durata però lo spazio di un mattino. E si è rituffato nel suo primo amore ma, a quanto pare, con risultati discutibili.