Catanzaro, maltrattavano una malata di SLA: 9 arresti nel Centro clinico del Gruppo Citrigno

Nove persone sono state tratte in arresto in queste ore dai poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della procura. Si tratta di un medico, infermieri e operatori socio sanitari del Centro clinico “San Vitaliano” di Catanzaro (di proprietà del Gruppo Citrigno di Cosenza), struttura privata convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, specializzata nel trattamento delle malattie neuromuscolari – SLA e neurodegenerative. Sono accusate di gravi maltrattamenti nei confronti una paziente disabile e malata di SLA.

Questi i loro nomi:

Emanuela Caporale, di 41 anni, di Lamezia Terme;
Elena Denisia Rosu, 39enne nata in Romania;
Giacinto Muraca, 38enne nativo di Soveria Mannelli;
Tonino Bria, 35enne nato a Cosenza;
Antonio Di Bari, 29enne nato a Cosenza;
Giovanni Presta, 55enne di San Lucido;
Donatella Folino Gallo, 29enne nata a Soveria Mannelli;
Caterina Ester, 30enne nata a Cosenza;
Giuseppe Rotundo, 39enne di Catanzaro;

I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Catanzaro, Barbara Saccà, su richiesta del sostituto procuratore Stefania Paparazzo, sotto il coordinamento del procuratore Nicola Gratteri nell’ambito dell’inchiesta “Urla Silenziose”.

Il reato contestato, in concorso tra loro, è quello di maltrattamenti con le aggravanti dell’aver agito per motivi abietti, ovvero per dispetto o per ritorsione a causa delle continue richieste di assistenza da parte della paziente, abusando dei poteri e violando i doveri inerenti alla loro funzione.

L’indagine è scaturita a seguito delle numerose denunce sporte da una paziente affetta da SLA che, da circa cinque anni, è completamente paralizzata. La donna non ha parenti o amici vicini ma, contrariamente alla maggior parte dei pazienti del reparto, è assolutamente vigile e percepisce coscientemente gli atti di scherno posti in essere nei suoi confronti, per cui, mediante l’invio di messaggi e-mail, unico strumento a sua disposizione per comunicare con l’esterno, ha denunciato all’Autorità Giudiziaria le continue condotte vessatorie di cui è stata vittima.

Gli investigatori, grazie all’ausilio delle intercettazioni ambientali, hanno potuto riscontrare quanto veniva segnalato dalla predetta paziente. È stato possibile rilevare che, nel corso degli ultimi tre anni, la signora subiva, con riprovevole cinismo ed insensibilità, comportamenti persecutori, vessatori, a volte aggravati da rabbiosi insulti.