Cosenza, concerto Gabbani. Casini per la sicurezza? La colpa è solo di… Minniti

L’ho detto: per me la scelta di Gabbani era ed è stata più che azzeccata. Francesco Gabbani non ha un grande repertorio, ma è riuscito lo stesso ad entusiasmare il pubblico presente. E come succede all’indomani di ogni manifestazione pubblica riuscita, l’amministrazione gongola. Del resto non è che ci vuole tanto ad avere successo in questo tipo di eventi: prendi una sera di luglio con un caldo afoso che toglie il sonno, metti un concerto a vigna con il tormentone dell’estate, e il gioco è fatto. La piazza, anche se ci fosse stato il più sgangherato dei cantanti, si sarebbe riempita lo stesso. Meglio stare fuori che in casa a morire di caldo.

Ma nonostante il riuscito concerto di Gabbani le lamentele non sono mancate. E sono tutte in relazione al famigerato decreto Minniti e alle misure di sicurezza adottate in tempi di terrorismo globale. La piazza è stata praticamente recintata lasciando un solo punto d’accesso alle migliaia di persone presenti che hanno dovuto subire lunghe file per accedere all’interno dello spazio dedicato al concerto.

Stessa cosa per il deflusso a fine concerto: in fila per due come all’asilo. Non era possibile accedere da nessuna altra parte, se non da quella indicata dalla sicurezza, creando non pochi “fraintesi” con le tante persone accorse al concerto. Gente che prima di capire da dove entrare ha fatto il giro della città. Ad un certo punto qualcuno, vista la calca, ha dato l’ordine di “aprire” le transenne, e così la gente è riuscita ad entrare senza però essere controllata. Insomma, tutto questo casino per poi lasciar entrare zaini, borse, buste, senza nessun controllo. Un controsenso che ha reso vana tutta la macchina della sicurezza messa in piedi dal prefetto. Per fortuna tutto è filato liscio, e senza intoppi. Qualcuno all’interno della piazza è stato soccorso dal 118 per attacchi di ansia, e malori vari. Con non poca difficoltà.

Va sottolineato che la macchina organizzativa della sicurezza non ha tenuto conto dei tanti ragazzi/e diversamente abili che hanno incontrato molti problemi per entrare in piazza. Non era stata predisposta una “corsia preferenziale” per chi, al pari di tutti, ma con evidenti problemi fisici, aveva anch’esso diritto di assistere al concerto. Disguidi di una macchina organizzativa farraginosa che spesso non tiene conto delle tante “differenze” che esistono nella nostra società.

Tante sono state le rimostranze per gli inconvenienti subiti, ma c’è anche chi ha ritenuto indispensabile, al fine della sicurezza, tutto questo. Meglio prevenire che ritrovarsi poi a dover fare i conti con qualche “disgrazia”.

GdD