Calabria Verde è una bagnarola… che fa acqua da tutte le parti. Con tutti questi euro che gestisce l’azienda e con tutto il personale in dotazione, avrebbe dovuto rendere la Calabria, le aree interne e le aree montane letteralmente indipendenti.
Nello stesso tempo, la politica regionale avrebbe dovuto mandare in esilio il quartetto dirigenziale dell’ex Afor ovvero Furgiuele-Arlia-Allevato e Campanaro mentre ancora oggi, anche se sono fuori dai giochi aziendali (e ci mancherebbe pure!), ci sono e anche ben presenti i seguaci di questi pseudo dirigenti che hanno lavorato e forse ancora oggi lavorano per i loro “padrini” in altri ambiti.
E che dire del “generalissimo” Mariggiò, commissario nominato dalla politica? A distanza di circa un anno e mezzo dal suo insediamento, ha prodotto il nulla. Forse non ha veramente capito le potenzialità che hanno il personale e l’azienda ma ci dev’essere qualche “freno a mano” che blocca ogni cosa: dai contratti di lavoro ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e dal dissesto idrogeologico alle vicende legate agli incendi boschivi.

Solo l’ormai leggendario “Vecchio Bond” al secolo Antonino Vecchio si prende il lusso di mandare messaggini per avere qualche “mi piace” sul suo operato nella sala AIB di Catanzaro. Che poi dovrebbe spiegare cos’ha fatto, visto che non ha certo brillato per operatività, salvo quando si è trattato di inviare altri messaggi agli operatori di spegnimento affinché non parlassero direttamente con i giornalisti nel caso in cui dovessero essere intervistati. Forse c’è qualcosa da nascondere? E come si spiegano i suoi movimento o incarichi da comandante delle guardie giurate a responsabile della sala operativa di Germaneto? Chi è che ancora lo protegge e gli permette di guadagnare più soldi di quanto dovrebbe?
Il commissario Mariggiò dovrebbe ancora spiegare come mai – vero e proprio “miracolo politico” – esiste ancora l’Ufficio di Cosenza. Forse il bravo avvocato, pardon il sorvegliante idraulico che lavora per conto dell’avvocato Campanaro (che gestisce anche un pool di legali nell’avvocatura dell’azienda), non vuole trasferirsi in nessun distretto? E chi controlla le varie entrate ed uscite di costui, considerato che non c’è nessuno e forse neanche la luce?
A Catanzaro poi si dice che un operaio forestale, sfortunatamente con la laurea, faccia addirittura parte di un ordine di servizio della struttura di manutenzione anche se non ha mai preso un cacciavite in mano. Chi è che fa questi ordini di servizio? E il commissario ne sa qualcosa?

Mentre si arriva al paradosso di un servizio ispettivo “congelato” e non annullato come invece dovrebbe, perché istituito dal ben noto Paolo Furgiuele alias ‘O Principale. Quello stesso servizio che avrebbe dovuto segnalare come mai gli operai dovessero lavorare a casa sua e non nei cantieri forestali. Figuratevi cosa possono fare per le ore di straordinario o per lo spreco di benzina.
Infine, in molti hanno notato che, a proposito della fase di chiusura delle indagini della procura di Castrovillari sui tagli abusivi nei boschi, qualche pseudo dirigente ancora in auge se la ride sulle sventure altrui senza un minimo di correttezza. Ma a Calabria Verde la correttezza non è di casa.