Riassunto: il CIPE, nel 2012, finanzia il progetto “Riqualificazione della confluenza dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del “Museo di Alarico” con sette milioni di euro tondi tondi.
Il programmatore del progetto è la Regione Calabria, che intasca i soldi e li gira alla stazione appaltante che è il Comune di Cosenza. Che “stila” il piano economico /amministrativo.
Questo il quadro generale: 2.253.000 euro per l’acquisto dell’ex hotel Jolly, oggi sede dell’Aterp. 2.579.000 euro per l’abbattimento parziale dell’ex hotel Jolly e la realizzazione del Museo di Alarico, senza arredamenti né allestimento museale. E i restanti 2.168.000 euro servono per finanziare l’opera principale di questo progetto, cioè la riqualificazione dei fiumi Crati e Busento.
La realizzazione del Museo, ripetiamolo, è vincolata alla riqualificazione dei fiumi. Non è il contrario. Infatti l’opera, come si legge dal bando (atto di validazione del 12/06/2015. Atto di approvazione progetto esecutivo: determina dirigenziale n. 2572 del 16.10.2015, scadenza presentazione offerte ore 12,00 del giorno 14/12/2015) è denominata come infrastruttura.
Tant’è che i lavori in oggetto sono finanziati dalla Regione Calabria, Dipartimento n. 9 Infrastrutture- LL.PP. –Politiche della casa – E.R.P.- A.B.R. – Risorse Idriche – Ciclo integrato delle acque, sulla base della delibera CIPE 20/2014.
Cosa c’entrano le risorse idriche, e il ciclo integrato della acque, con la realizzazione del Museo di Alarico, è cosa che possono capire solo i burocrati e i politicanti calabresi. Comunque, a leggere il bando saltano subito agli occhi due evidenti novità.
La prima: ai costi di realizzazione del Museo di Alarico, quantificati in 2.579.000 euro, si aggiungono 60.000 euro per gli oneri di sicurezza e 124.000 euro per la progettazione definitiva ed esecutiva. Che sommati ai 2.579.000 fanno 2.763.000 euro.
A questi si aggiungono, e ti pareva, le cosiddette somme a disposizione dell’amministrazione: altri 555.272,59 euro. Denaro che serve per affidare direttamente le solite consulenze ai soliti tecnici di Occhiuto. Dunque, il totale per realizzare il museo di Alarico lievita a 3.318.272,59 euro.
La seconda novità è che a finanziare il progetto non è più la delibera CIPE 89 del 2012, ma la delibera CIPE 20 del 2014. Delibera di cui, a scorrere il sito ufficiale del governo non ci sono tracce.
http://www.cipecomitato.it/it/ricerca_delibere.html#
Nell’anno 2014 il CIPE emette 67 delibere tutte rappresentate nel sito tranne la numero 20.
Stabilire cosa dica questa delibera è un’impresa quasi impossibile. Ma non ci arrendiamo. E scopriamo, per vie traverse, che tale delibera dimezza di fatto il finanziamento iniziale di 7 milioni di euro. La cifra a disposizione, oggi, per il progetto infrastrutturale della riqualificazione dei fiumi Crati e Busento e il Museo di Alarico, è di poco più di 3 milioni euro, e non più 7 cucuzze.
Una cifra che copre a malapena quella messa a bando, che, ricordiamolo, è relativa solo alla realizzazione dell’inutile Museo di Alarico. E la riqualificazione dei fiumi, che è l’opera principale di questo progetto, che fine ha fatto? O meglio, si fa o non si fa? E soprattutto in che cosa consiste? Se è stata finanziata un’opera infrastrutturale, non può certo risolversi con la realizzazione di un Museo.
Ma perché avviene questo taglio? Si narra che la Regione Calabria, in una missiva interna, abbia scritto al ministero a caccia di “tagli”, di poter dimezzare il finanziamento di 7 milioni di euro perché di fatto l’Aterp è un ente di proprietà della Regione e quindi proprietaria anche delle strutture che la “ospitano”.
Per cui si può eliminare dal finanziamento la voce acquisto ex hotel Jolly. Acquisto che era già stato oggetto di un protocollo (11-06-2013) tra il Comune di Cosenza e l’Aterp, che assegnava all’ente la somma di 2.253.000 euro (sulla base del primo finanziamento di 7 milioni di euro), per l’acquisto dello stabile di cui 450.000 euro subito.
Domanda: questi 450.000 euro l’Aterp li ha già ricevuti, o sono rimasti solo sulla carta?
Non è dato sapere, nonostante il nostro tentativo di chiedere lumi al Rup di questo progetto, l’ ingegnere Bartucci, che non sa niente del suo lavoro. Non ha notizie da darci, manco gli avessimo chiesto di darci conto delle sue spese personali. La famosa trasparenza occhiutiana.
Comunque, dopo la segnalazione della Regione al ministero, che afferma di poter cedere lo stabile a gratis al Comune di Cosenza, nonostante il grave decurtamento, Palazzo dei Bruzi afferma che il progetto può realizzarsi lo stesso. Che è in grado con quella cifra di onorare il titolo del progetto: riqualificazione dei fiumi Crati e Busento e realizzazione del Museo di Alarico.
Come fare di necessità virtù. Se prima servivano per riqualificare i fiumi e il Museo 4.747.000 euro (esclusi i 2.253.000 che servivano per l’acquisto dell’ex hotel Jolly, stando al primo finanziamento di 7 milioni), ora tutto si può fare con 3.318.272,59 euro, quelli messi a bando che sono solo destinati per realizzare la struttura museale. E la riqualificazione dei fiumi?
A detta di Occhiuto, per ripristinare gli argini dei fiumi basta riutilizzare il materiale di risulta derivante dall’abbattimento dell’ex hotel Jolly. Una genialata. Solo che qualcuno dovrebbe spiegargli, prima che incorra in un altro reato, che tali materiali sono considerati “rifiuti speciali” e non si possono “sversare” in nessun luogo, se non quelli stabiliti dalla legge.
Alcune considerazioni vengono spontanee rispetto al taglio netto del finanziamento. Innanzi tutto i quasi 4 milioni di euro decurtati dal finanziamento di 7 milioni di euro che fine hanno fatto? Sono rimasti alla Regione Calabria? Sono ritornati indietro allo stato? Mah! Chiediamo.
Pare che l’Aterp, invece, nonostante la decisone della Regione, non abbia nessuna intenzione di mollare a gratis lo stabile, non avendo un’altra sede dove andare, e nè i soldi per acquistarne un’altra.
Come si risolve, allora, l’acquisto dello stabile? Sembra che il sindaco abbia proposto una permuta all’Aterp, cioè: tu mi cedi l’ex hotel Jolly, e io ti dò un palazzo a Cosenza vecchia di proprietà del Comune. Ma neanche questa proposta ha funzionato. La situazione è in stallo, nonostante un bando emanato.
Se non si chiude la partita dell’acquisizione dello stabile, tutto è destinato a restare sulla carta. E poi, rimane il nodo principale della riqualificazione dei fiumi, perché le risorse bastano, come abbiamo visto, a malapena per la realizzazione del Museo, e per quanto si possa fare un’offerta al massimo del ribasso, le risorse risparmiate non saranno sufficienti neanche per pagare qualche giornata di un escavatore.
Insomma, una tarantella che non ti dico. Mancano all’appello, a differenza di come dice Occhiuto, per la realizzazione del progetto quasi 2 milioni di euro. I soldi necessari per riqualificare i fiumi, che sono l’opera principale. Che nella velleità creativa di Occhiuto diventano secondari, se non inutili. Ma chi finanzia dice che prima vengono i fiumi e dopo il Museo. Vedremo come si procederà.
Senza contare che il sindaco ancora non ha spiegato da dove intende prelevare i soldi necessari per arredare ed allestire il percorso museale. Salvo il ritrovamento del tesoro di Alarico, che risolverebbe tutti questi problemi e lascerebbe, chi come me fa le pulci al sindaco, con un palmo di naso. Se non fosse che questo tesoro è solo nella sua mente bacata.
GdD
2 – Fine