Cosenza, il ponte di Calatrava e la comunità rom: trattative a ritmo serrato

Si staglia per 104 metri d’altezza. È il ponte strallato più alto d’Europa, ideato da Santiago Calatrava. Un’opera che taglia in due il fiume Crati, a Cosenza, e che finisce alle spalle di una storica baraccopoli. Qui la comunità di rom italiani che da più di 50 anni vive in Via Reggio Calabria  è sotto sgombero. Al posto delle case in mattoni e lamiere ci sarà una strada e, da mesi, le trattative tra i residenti e l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Mario Occhiuto, proseguono a ritmo serrato. Ma alcune famiglie oppongono resistenza allo spostamento, che prevede in alternativa una casa in affitto o una somma di denaro, per far fronte alle prime spese. E, dopo anni di permanenza nel ghetto, rivendicano il diritto alla casa popolare. “Siamo in lista da decine di anni”, ci dicono. “Vogliamo una casa dignitosa come è stata data ad altri”.

Fonte: Giulia Zanfino – Il Fatto Quotidiano

In calce all’articolo, purtroppo, siamo stati costretti a leggere beceri commenti discriminatori. Questa la risposta di Luigi Bevilacqua, rom cosentino attivista dell’associazione “Lav Romanò”, da tempo impegnato per rivendicare i diritti della sua comunità nella città di Cosenza.

Proprio il fatto di discriminare questa etnia, come nessun’altra in Italia, mi da la forza di andare avanti in questa battaglia,sempre più convinto che sia essenziale farlo.
L’ho fatto e l’abbiamo fatto con i ragazzi con la massima trasparenza,etica e morale.
Con una forza che, probabilmente, nemmeno noi sapevamo di avere.
Abbiamo rinunciato a tutto quello che era possibile rinunciare e portato avanti con grande dignità il nostro pensiero.
Non ci siamo mai fatti comandare e gestire da nessuno.
Non siamo mai stati le scimmiette da esibire davanti al pubblico.
Ci siamo formati e continuamo a farlo constantemente in modo da avere le giuste credenziali per poterci occupare seriamente di questa problematica.
Onorati ed orgogliosi di essere quelli che siamo.