La tragedia di Rende: le testimonianze degli inquirenti

Quattro morti in Calabria, la prima ipotesi è che si tratti di un omicidio suicidio

La tragedia di Rende ha lasciato una intera comunità sbigottita (quattro persone morte in una villetta a due piani di via Malta in contrada Cutura). Un’intera famiglia distrutta: padre, madre e due figli. Gli investigatori stanno cercando di capire se si tratta di un terribile caso di omicidio-suicidio (come sembra probabile) o di una rapina degenerata.

INQUIRENTI”E’ una scena spaventosa” quella che si sono trovati di fronte gli inquirenti nell’appartamento. Lo riferisce all’Adnkronos una fonte investigativa. Sul posto anche il medico legale e la balistica ”perché – spiega la stessa fonte – bisogna capire se siano state usate una o più armi da fuoco”.

Il comandante provinciale dei carabinieri, Piero Sutera, ha confermato che all’interno dell’abitazione sono state ritrovate più armi. Oltre alla dinamica della strage, ora bisognerà accertare anche a chi appartenessero le due pistole e capire chi ha sparato.  Entrambe le pistole – hanno scoperto gli investigatori nelle ultime ore – sono di proprietà dell’anziano padre del 57enne Salvatore Giordano, l’uomo che avrebbe sparato ai famliari e poi si sarebbe ucciso.

I CORPI – Per entrare in casa è stato necessario sfondare la porta con l’intervento dei vigili del fuoco, cosa che ha fatto ipotizzare l’omicidio-suicidio. I corpi delle quattro vittime non sono stati ancora spostati. Due si trovano proprio a ridosso della porta di ingresso, il cadavere del marito posizionato sopra quello della moglie Franca. Vicino c’era quello della figlia Cristiana.

A dare l’allarme e sollecitare l’intervento degli investigatori è stato il fratello di Salvatore Giordano, Franco, che insieme a lui gestiva un negozio di telefonia nel centro di Cosenza. Inutilmente, per ore, l’uomo – avrebbe raccontato agli investigatori – questa mattina avrebbe tentato di mettersi in contatto con il fratello, che abitava sopra gli anziani genitori dei due. Ma alle sue telefonate non ha mai ricevuto risposta, per questo attorno all’una sarebbe andato direttamente alla villetta.

Una famiglia tranquilla, mai un litigio. Non mi capacito di ciò che accaduto. Salvatore era un lavoratore, i ragazzi due giovani normali, Cristiana lavorava in un call center e Giovanni era all’universita’“. Lo racconta il cugino di Salvatore Giordano, l’uomo trovato morto insieme alla moglie ed ai due figli nella sua abitazione a Rende. Il cugino abita nella villetta accanto a quella in cui è avvenuta la strage.

Nelle ultime ore aveva preso corpo la possibilità che fosse stato Giovanni Giordano, il figlio di Salvatore, ad innescare il disastro. Giovanni Giordano è stato trovato cadavere con una delle pistole distante dal corridoio dove si trovano gli altri corpi. Questo particolare dava incertezze su chi avesse sparato per primo e chi avesse potuto utilizzare l’altra pistola per difendersi. Ma nelle ore successive è stato definitivamente chiarito che il responsabile della tragedia è Salvatore Giordano, che ha ucciso i familiari prima accoltellandoli e poi finendoli con otto colpi di pistola prima di suicidarsi sparandosi un colpo in bocca (http://www.iacchite.com/la-tragedia-rende-salvatore-giordano-ucciso-tutti-si-sparato-bocca/)