Lettere a Iacchite’: “L’astensionismo è buono solo per il potere”

Il tema dell’astensionismo domina da anni il dibattito politico in Italia. A ogni tornata elettorale, la partecipazione del popolo italiano diminuisce in maniera sostanziale. Ora, premesso il pieno rispetto per gli anarchici convinti, che propugnano il rifiuto dell’autorità costituita, penso che rinunciare a votare sia soprattutto una scelta da qualunquisti e apatici giustificata dal “tanto sono tutti uguali”.

L’astensionismo è buono solo per il potere. Anche se non ci si sente rappresentati, non si protesta astenendosi, ma votando, ci sono mille modi per esprimere il proprio dissenso. Al voto, dunque, e liberamente, perché se si rinuncia a scegliere e non si partecipa alla vita politica, come diceva Platone, si è costretti a farsi governare dai peggiori. Pur se con una legge elettorale squallida, e una penosa campagna elettorale, bisogna votare. Molte volte, in nome di questo diritto, in tanti siamo stati costretti, nostro malgrado, a scegliere il meno peggio.

Gramsci diceva che l’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita, perciò voterò, come ho sempre fatto e, sarò pure un fottuto idealista, con grande passione sceglierò ancora il modello di società cui ho sempre aspirato e per il quale ho sempre lottato. Nessuno ne parla e nessun giornale dominante le riporta sui suoi fogli, ma ci sono in competizione liste formate da gente comune, lavoratori, disoccupati, intellettuali, giovani e pensionati che hanno sposato un ideale e fanno parte di partiti ancora piccoli per quantità ma con una mole qualitativa enorme, sono partiti che non hanno mai fatto parte dei governi borghesi finora in Italia e hanno programmi che parlano di giustizia, solidarietà e uguaglianza, di diritti e partecipazione.

Non rinnegano la loro provenienza e la loro ideologia e non hanno timore a sbandierare ancora quel simbolo che ha incarnato le lotte dei lavoratori contro la borghesia, e la resistenza contro l’arroganza delle forze fasciste e reazionarie. Oggi più che mai c’è bisogno di queste energie, meglio se unite, per ridare valore alla lotta al precariato, riprendere le battaglie sociali per i diritti, per il lavoro quello vero, combattere il razzismo, la mafia, lo sfruttamento, la corruzione dilagante e il nuovo fascismo criminale, il cui ritorno trae linfa soprattutto dall’ostilità e dall’odio diffusi nei confronti dei migranti da certa politica becera e prepotente. Ancora si è in tempo per lavorare alla realizzazione di quel progetto rivoluzionario e mettere fine a questo sistema capitalista ormai fallito, che sta causando tanti danni alla nostra società e avvelenando le nostre stesse vite.

Pasquale Aiello