(AGI) – ROMA – Resta aperto il capitolo più importante, quello del nome del Presidente del Consiglio, ma per il resto, assicura Luigi Di Maio, sul programma, è tutto fatto. O quasi. Nuova giornata di contatti, intese, accordi e mezzi annunci. Con la Lega che rivendica il ministro dell’Interno e quello dell’agricoltura. In altre parole: immigrati e politica agricola comune, i cavalli di battaglia della propaganda del Carroccio. Con i due leader che si sarebbero detti pronti ad un passo di lato, dopo aver fatto circolare l’ipotesi di una staffetta e quella di una premiership per il grillino Bonafede.

Mattarella non riceve
Nel frattempo si apprende un particolare che la dice lunga non solo su quanto avvenuto al Quirinale qualche giorno fa, ma anche negli ultimi incontri (separati) tra le delegazioni grillina e leghista e Sergio Mattarella. Pare proprio che M5S e Lega volessero lasciare nelle mani del Capo dello Stato una bozza dell’intesa programmatica, ma che questi abbia cortesemente declinato.

Morale dell’aneddoto: il Colle non accetterà cose a metà, mezzi accordi o intese non perfezionate. Vorrà dati certi e nomi certi. La qual cosa lascia pensare che il nodo non verrà sciolto prima dell’inizio della prossima settimana, gazebo permettendo.

Nel contratto non c’è più la parte relativa all’uscita dall’euro e non sarebbe previsto nemmeno il referendum sulla moneta. Non si sa quale sia il contenuto delle sei righe ancora da definire, ma se se ne occuperanno i vertici, vuol dire che sono righe pesanti.

Meglio barbari che servi
Salvini ne ha anche per la stampa internazionale. In particolare se la prende con il Financial Times. “Meglio barbari che servi che svendono la dignita’”, risponde al quotidiano della City londinese, che ieri dipingeva la formazione del governo M5s-Lega come l’ingresso “dei barbari dentro le mura di Roma”
Indietro non si torna
Interviene anche Di Maio, per dire che la svolta è stata compiuta e il lavoro concluso. “Ora indietro non ci si può tirare. Ora questo Governo s’ha da fare”, commenta, “Ora l’Italia deve cambiare davvero. Il contratto di governo che stiamo scrivendo in questi giorni è la più grande novità politica degli ultimi 20 anni perché porterà al governo dell’Italia quello che hanno chiesto i cittadini: il cambiamento”.