Arriva da una lettera l’invito a dimettersi da parte del presidente della Regione, Mario Oliverio, nei confronti di Giacomo Brancati, direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, che era addirittura in lizza per guidare il Dipartimento della Salute.
Alla base della richiesta ci sarebbero: “le sofferenze che testimoniano gli utenti per diffuse inadeguatezze e disfunzioni nei servizi che, per se trovano radici antiche, non mostrano segnali concreti di inversione di tendenza”; “le difficoltà nell’interlocuzione con l’Azienda” da parte delle Istituzioni provinciali, a partire dalla Prefettura, e la quasi totalità dei Sindaci della provincia e le forze sociali; ma anche i ritardi per l’avvio delle attività ordinarie, come procedure di reclutamento, attuazione dell’atto aziendale.
Per questo motivo il governatore invita Brancati a lasciare. Perché l’elenco degli elementi che non funzionano all’Asp sommato “alle gravi conseguenze determinate sul sistema sanitario regionale dalla gestione commissariale del Piano di rientro”, ha determinato per Oliverio “l’indebolimento dei servizi sanitarie erogati, l’isolamento dell’Azienda e un clima di diffusa sfiducia”.
LA REPLICA DEI CINQUESTELLE
Quasi immediata la replica dei Cinquestelle.

«È una buffonata d’autore la richiesta di dimissioni del direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Giacomino Brancati, da parte del governatore Mario Oliverio». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Francesco Sapia, della commissione Sanità. «All’ultimo piano del palazzo della Regione la realtà supera di molto la fantasia. Perciò non mi meraviglierei se Oliverio piazzasse il prediletto Brancati al vertice del dipartimento regionale Tutela della salute, seguendo la vecchia prassi del promoveatur ut amoveatur.
Dopo le critiche severissime che la Procura di Locri, il commissario Massimo Scura e il tavolo interministeriale di verifica hanno mosso sulla gestione dell’Asp di Reggio Calabria, Oliverio è arrivato in zona Cesarini con la genialata della lettera di esortazione, volutamente omettendo che, come abbiamo già denunciato alla Procura di Catanzaro e alla Corte dei conti, è lui a dover assicurare l’immediata decadenza, prevista dalla legge, per i direttori generali delle aziende che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio. Brancati i bilanci non li ha nemmeno presentati, e sul punto Oliverio seguita a recitare a soggetto».
«Ormai – denuncia Sapia – il governatore non sa più che cosa inventarsi per nascondere le proprie gravissime responsabilità politiche in materia di sanità. Questa mossa del cavallo gliel’avrà suggerita il suo consulente abusivo Franco Pacenza, sulla cui nomina l’Anticorruzione regionale ha chiuso gli occhi giustificandosi con cavilli burocratici?». «Oliverio – conclude Sapia – conferma allora una doppia morale nelle scelte. Con la sua armata Branca(ti)leone gioca a ignorare i doveri di competenza circa la rimozione dei direttori generali inadempienti, in particolare a proposito del disastro, spaventoso, all’Asp di Reggio Calabria».