Cosenza: la famiglia Olarenyju scrive a Laura Ferrara

Ciao cara Laura Ferrara del Movimento Cinquestelle,

mi chiamo Bridgeth e prima di essere nigeriana sono una donna, sono una madre come tante che spero leggano queste mie poche righe. Sono a Cosenza da diversi anni, io e mio marito lavoriamo come badanti e guadagniamo onestamente per crescere i nostri due figli, un bambino di 7 anni e una bambina di 5 anni e siamo in possesso di un regolare permesso di soggiorno umanitario che va ogni anno rinnovato. Grazie al nostro impegno e a quello di tutta la famiglia di Prendocasa, viviamo nello stabile di via Savoia che è l’unica soluzione che siamo riusciti a trovare in città.

Lavorando qui in Italia ho imparato a comprendere bene la lingua e ciò mi permette di informarmi e capire che la situazione, ora, in questo paese per noi diventerà molto difficile. Ho tanta paura per la mia famiglia e per i tanti che vivono le nostre stesse condizioni. In questa città ci siamo integrati benissimo, i nostri figli vanno a scuola e hanno un ottimo rapporto con i loro compagni, perché i bambini non si fanno intimorire dal colore della pelle. Ma cosa può succedere domani nessuno lo sa. Ed è per questo che ci siamo informati presso i fratelli e le sorelle di Prendocasa per capire a chi rivolgere questo nostro appello. E in tanti mi hanno fatto il tuo nome, anche perché mi dicono ti occupi, in Europa, proprio di migranti. Mi dicono che sei anche mamma, ragione in più per capire le mie preoccupazione.

Cara Laura, noi siamo una famiglia normale, come tante altre. E da quando viviamo in questa città, che nei nostri confronti ha mostrato un cuore d’oro, non abbiamo mai avuto problemi. Ho capito che in questa città esiste una grande umanità, e una grande solidarietà che ricevo tutti i giorni, e per questo non smetterò mai di ringraziarvi. Ma l’incertezza del domani non ci lascia sereni, ogni giorno giungono notizie sempre più allarmanti sul razzismo in Italia, cosa che mi preoccupa e non poco. Ti scrivo per chiederti un incontro, per invitarti a visitare il luogo dove viviamo, visto che sei anche tu di Cosenza, e per farti conoscere i tanti bambini, e le tante famiglie oneste che qui vivono. Vieni a passare un giorno con noi, possibilmente di domenica quando non lavoriamo. Capirai che non siamo “diversi” da voi, che i miei figli non sono diversi dal tuo, e che hanno gli stessi sogni, e magari un giorno giocheranno insieme. È questo quello che voglio farti vedere, affinchè tu possa riportarlo nelle sedi opportune e con la giusta dose di umanità che questo discorso merita.

Alle donne che sono al governo di questo paese chiedo: sono una mamma come voi, faccio di tutto per dare serenità ai miei figli e lotto perché possano avere una vita migliore, può un uomo, una donna, un bambino essere illegale? Nessuno di noi è illegale su questo pianeta se ci definiamo creature di Dio. Perciò ti esorto a farci visita, cara Laura, perchè spero tanto che tu dopo possa aiutarci a rivendicare il nostro diritto ad avere, nel rispetto delle regole e delle usanze della comunità che ci ospita, una vita serena.

Ringrazio i ragazzi che hanno tradotto la mia lettera (io scrivo correttamente in inglese).

E ringrazio anticipatamente Laura perché da mamma sento che risponderà a questo appello.

Distinti saluti

la famiglia Olarenyju