Corigliano-Rossano, alluvione 2015. Disastro politico: le fiumare come bancomat

Nel settembre 2015, tre settimane dopo l’alluvione, abbiamo denunciato anche attraverso un video che le responsabilità di quel disastro andavano cercate nel modo di amministrare il territorio degli ultimi 20 anni. L’operazione Flumen Luto conferma la nostra tesi. Da garantisti, attendiamo che la giustizia faccia il suo corso e che ognuno si difenda nelle sedi opportune.

Ma c’è una sentenza inappellabile, non giudiziaria ma politica.

L’intera classe dirigente che ha governato Corigliano e Rossano negli ultimi anni è colpevole di aver usato le nostre città, fiumare comprese, come un bancomat di denaro e consensi. 

Non c’è bisogno di inchieste per verificare che è stato permesso di costruire ai bordi e dentro ai torrenti; che l’assetto idrogeologico della città di Corigliano-Rossano è compromesso; che questo modus operandi ha fruttato molti quattrini ad alcune aziende, danneggiandone altre.

Questo è il risultato di un modello di governo del territorio clientelare, fallimentare e squallido che ha caratterizzato l’intera classe dirigente di Corigliano e Rossano negli ultimi vent’anni e che va interamente cestinato. In questi anni quasi tutti hanno preferito il silenzio. Noi no. 

Ci siamo occupati di edilizia, ma anche di assunzioni, di verde pubblico, depuratori, personale, sanità, discariche eccetera, tutte questioni attuali e riproposizioni dello stesso schema politico fallimentare. Quante inchieste dovremo attendere? 

Il nostro territorio merita di meglio. Anche alla luce della fusione, è giunto il momento di cambiare prospettiva e dare fiducia ad una classe dirigente nuova, coraggiosa e con le mani libere, quella a cui lavoriamo quotidianamente, che abbia un’idea di Città e che dia al territorio ciò che merita.

Flavio Stasi, portavoce Corigliano-Rossano Pulita