Come ci fanno notare molti addetti ai lavori, nel Tribunale di Cosenza la corruzione non si ferma alla sola “sezione penale”. Il vero marcio, dove le bustarelle fioccano che è una meraviglia, è la “sezione civile”. La maggior parte dell’attività del Tribunale si svolge proprio nelle aule dove si discutono “cause civili”.
Centinaia di cause giornaliere dove l’argomento più discusso è il denaro. Perché è di questo che si parla nelle cause civili: c’è sempre qualcuno che rivendica una proprietà, un risarcimento, una legittima, eccetera. Un continuo viavai di cittadini per le aule e gli uffici del Tribunale, alla disperata ricerca, non della Giustizia, ma di qualcuno da corrompere per avere una sentenza favorevole. Perché tutti i cosentini sanno che è così che funziona da noi. Il tutto avviene, spesso, con la mediazione di avvocati intrallazzini che garantiscono il buon esito del processo, attraverso i loro insani e collaudati legami con i giudici accomodanti. A Cosenza basta pagare e la sentenza è pronta cassa.
Ed è proprio in tutto questo guazzabuglio che si muovono indisturbati corrotti e corruttori. Nessuno ha mai controllato l’operato dei giudici del penale a Cosenza, figuriamoci quello del civile. Una vera e propria giungla dove trovi di tutto: avvoltoi, iene, sciacalli e topi di fogna. Se sei un giudice del civile a Cosenza puoi fare quello che vuoi che nessuno osa dirti niente. E infatti, forti di questo, i giudici togati del civile, che di lavorare per il cittadino onestamente non ne hanno proprio voglia, affidano spesso e volentieri i “fascicoli” di loro competenza ai giudici onorari. I quali, per meno di mille euro al mese, al contrario di un giudice togato che arriva a guadagnare anche 6/7mila euro al mese (bustarelle escluse), devono sobbarcarsi anche il lavoro che non gli compete.
E capita spesso che il giudice onorario è costretto a rimandare indietro il fascicolo perché esula dalla sue competenze. Quello che si è creato nella sezione civile è un vero e proprio caporalato dei fascicoli ai danni del cittadino, poiché i giudici onorari sono costretti ad accettare tutto quello che i togati gli passano. E poco possono fare o dire. Quando ti riempiono di fascicoli fino al soffitto, prima di arrivare a sentenza di tempo ne passa. E il cittadino per avere Giustizia, se mai arriverà, è costretto ad aspettare decenni. Ma di questo ai giudici togati non gliene frega niente. Loro svolgono solo le “cause” di un certo tipo, dove la possibilità di intascare la bustarella è concreta. Tutto il resto è fuffa che non gli riguarda.
A controllare dovrebbe essere il presidente del Tribunale di Cosenza la dottoressa Mingrone, ma si sa che il presidente è sempre impegnata in altro: feste, festicciole, riunioni, congressi, audizioni. E poi tutti sanno che frequenta il suo ufficio a Cosenza solo qualche ora a settimana. Trovarla in ufficio a fare il suo dovere è raro. E quelle poche volte che decide di recarsi per qualche mezzora in ufficio – dove ad aspettarla davanti alla sua porta ci sono sempre decine e decine di avvocati in attesa da ore con la speranza di svolgere qualche udienza – non può procedere con le cause perché c’è sempre qualche impiegato da festeggiare.
Se questo è l’esempio, è chiaro che il lassismo nelle aule e negli uffici del Tribunale di Cosenza, regna sovrano. Se il presidente del Tribunale è la prima assenteista, la prima vagabonda, la prima a passare la giornata lavorativa tra bar e finti capannelli di lavoro, non si può certo pretendere, poi, serietà e correttezza sul lavoro da parte dei sottoposti.