Cosenza corrotta: al Tribunale se il “penale” è corrotto, il “civile” è marcio

Maria Luisa Mingrone, presidente del Tribunale di Cosenza

Come ci fanno notare molti addetti ai lavori, nel Tribunale di Cosenza la corruzione non si ferma alla sola “sezione penale”. Il vero marcio, dove le bustarelle fioccano che è una meraviglia, è la “sezione civile”. La maggior parte dell’attività del Tribunale si svolge proprio nelle aule dove si discutono “cause civili”.

Centinaia di cause giornaliere dove l’argomento più discusso è il denaro. Perché è di questo che si parla nelle cause civili: c’è sempre qualcuno che rivendica una proprietà, un risarcimento, una legittima, eccetera. Un continuo viavai di cittadini per le aule e gli uffici del Tribunale, alla disperata ricerca, non della Giustizia, ma di qualcuno da corrompere per avere una sentenza favorevole. Perché tutti i cosentini sanno che è così che funziona da noi. Il tutto avviene, spesso, con la mediazione di avvocati intrallazzini che garantiscono il buon esito del processo, attraverso i loro insani e collaudati legami con i giudici accomodanti. A Cosenza basta pagare e la sentenza è pronta cassa.

Ed è proprio in tutto questo guazzabuglio che si muovono indisturbati corrotti e corruttori. Nessuno ha mai controllato l’operato dei giudici del penale a Cosenza, figuriamoci quello del civile. Una vera e propria giungla dove trovi di tutto: avvoltoi, iene, sciacalli e topi di fogna. Se sei un giudice del civile a Cosenza puoi fare quello che vuoi che nessuno osa dirti niente. E infatti, forti di questo, i giudici togati del civile, che di lavorare per il cittadino onestamente non ne hanno proprio voglia, affidano spesso e volentieri i “fascicoli” di loro competenza ai giudici onorari. I quali, per meno di mille euro al mese, al contrario di un giudice togato che arriva a guadagnare anche 6/7mila euro al mese (bustarelle escluse), devono sobbarcarsi anche il lavoro che non gli compete.

E capita spesso che il giudice onorario è costretto a rimandare indietro il fascicolo perché esula dalla sue competenze. Quello che si è creato nella sezione civile è un vero e proprio caporalato dei fascicoli ai danni del cittadino, poiché i giudici onorari sono costretti ad accettare tutto quello che i togati gli passano. E poco possono fare o dire. Quando ti riempiono di fascicoli fino al soffitto, prima di arrivare a sentenza di tempo ne passa. E il cittadino per avere Giustizia, se mai arriverà, è costretto ad aspettare decenni. Ma di questo ai giudici togati non gliene frega niente. Loro svolgono solo le “cause” di un certo tipo, dove la possibilità di intascare la bustarella è concreta. Tutto il resto è fuffa che non gli riguarda.

A controllare dovrebbe essere il presidente del Tribunale di Cosenza la dottoressa Mingrone, ma si sa che il presidente è sempre impegnata in altro: feste, festicciole, riunioni, congressi, audizioni. E poi tutti sanno che frequenta il suo ufficio a Cosenza solo qualche ora a settimana. Trovarla in ufficio a fare il suo dovere è raro. E quelle poche volte che decide di recarsi per qualche mezzora in ufficio – dove ad aspettarla davanti alla sua porta ci sono sempre decine e decine di avvocati in attesa da ore con la speranza di svolgere qualche udienza – non può procedere con le cause perché c’è sempre qualche impiegato da festeggiare.

Se questo è l’esempio, è chiaro che il lassismo nelle aule e negli uffici del Tribunale di Cosenza, regna sovrano. Se il presidente del Tribunale è la prima assenteista, la prima vagabonda, la prima a passare la giornata lavorativa tra bar e finti capannelli di lavoro, non si può certo pretendere, poi, serietà e correttezza sul lavoro da parte dei sottoposti.