Catanzaro, parlano gli ingegneri Saccà e Ruga: “L’Anas si sbrighi a risanare il nostro ponte”

A Catanzaro la tragedia di Genova ha creato istintivamente apprensione perché tutti sanno che il viadotto Bisantis è stato progettato da Riccardo Morandi, lo stesso architetto del ponte crollato ieri mattina. Sull’argomento registriamo due interventi degli ingegneri Saccà e Ruga, che “consigliano” vivamente all’Anas di sbrigarsi a mettere in sicurezza il ponte catanzarese.

Il crollo del ponte a Genova risuscita brutalmente tutte quelle emozioni, commozioni, palpitazioni e turbamenti che via via nel tempo sembravano essere assopiti e sopraffatti dai quotidiani affanni che da tempo ci stanno dominando, prendendo il sopravvento su quelle immaterialità che sono i valori fondamentali dell’essere umano, senza i quali la vita stessa non ha più senso d’essere vissuta.

Certamente l’autore della progettazione, Riccardo Morandi, ha contribuito maggiormente a farmi scrivere queste tormentate righe. Non voglio entrare nel merito del tragico accadimento che addolora in questo momento il popolo genovese. Ai familiari delle vittime e all’intera città corre, anzi, la mia solidarietà e la mia vicinanza.

Voglio, invece, ancora una volta alzare la voce sulla città di Catanzaro, la mia amatissima città, invocando gli interventi non più procrastinabili sul nostro ponte, clamando “ Svegliati, non vedi quante tuoi figli si sono perduti e continuano a perdersi per sempre lanciandosi dal tuo ponte nel vuoto dell’oblio, non avendo più un grano di speranza e di fiducia in una società invaghita dal dio denaro! Dai un segno di umanità, di condivisione e di preoccupazione per loro e per noi impegnandoti a rendere più sicuro questa meravigliosa infrastruttura che ha bisogno del tuo amore per continuare a vivere serenamente, senza essere più additata come un maledetto trampolino di morte, prima che accada l’irreparabile”.

L’ANAS si sbrighi ad effettuare quelle opere di risanamento di cui il ponte necessita urgentemente dopo ben 56 anni da quando fu ultimata la sua costruzione, perché non accada la tragedia e noi fortunati superstiti a piangere i nostri morti.

ingegnere Salvatore Saccà

“Con riferimento alla disgrazia di Genova ed alla nota dell’ingegnere Saccà, avevo evidenziato, dieci anni or sono, con una lettera indirizzata al signor prefetto di Catanzaro, che sarebbe stato opportuno installare due anemometri ai due ingressi del ponte in modo che in caso di forte vento i semafori ad essi collegati segnalassero il divieto di transito sul viadotto Morandi.

La necessità nasceva, ed è tutt’ora presente, dal fatto che negli ultimi tempi le statistiche meteorologiche indicano che gli eventi naturali hanno spesso andamenti che si avvicinano pericolosamente ai massimi della loro intensità anche se per un tempo limitato.
Come si sa il viadotto Morandi è stato progettato e costruito ipotizzando un vento che avesse una intensità massima di 140 km all’ora; questo valore negli ultimi anni è stato pericolosamente sfiorato e non è detto che, malauguratamente, non debba essere raggiunto o superato.

Allora, perché in occasione dei lavori recentemente programmati per la stessa struttura non mettere due rilevatori di vento che bloccherebbero il traffico in ingresso sul nostro Ponte Morandi? Perché l’Anas non installa questa apparecchiatura dal costo irrisorio che potrebbe salvare  parecchie vite umane? Facciamo appello alla sensibilità dell’Ente”. 

Ingegnere Claudio Ruga