Civita, tragedia nelle gole del Raganello: 10 le vittime accertate, le ricerche continuano

Secondo le ultime informazioni che arrivano dal Parco Nazionale del Pollino, il numero delle vittime della tragedia di Civita sarebbe salito a undici. Fino a ieri notte erano stati recuperati dieci corpi (quattro uomini e sei donne, tra le quali una ragazzina di 13-14 anni), alle prime luci dell’alba sarebbe arrivata la notizia del decesso di un altro uomo, che era ricoverato per trauma toracico all’ospedale di Cosenza. Ma in un secondo tempo è stata smentita, facendo scendere di nuovo a dieci il numero delle vittime accertate.

Ieri pomeriggio l’esondazione del torrente Raganello, provocata da un forte temporale, ha investito un gruppo di turisti-escursionisti che stava visitando le gole del Raganello, nei pressi di Civita. Le salme sono state composte all’interno della palestra di Civita, dove si stanno radunando i familiari per la triste pratica del riconoscimento. I feriti sono undici e sono ricoverati tra gli ospedali di Cosenza, Castrovillari e Rossano.

Una strage. A memoria d’uomo è la tragedia più imponente che abbia riguardato questo tratto naturale di gole. E le ricerche continuano senza sosta perché mancano ancora, almeno ufficialmente, da due a cinque escursionisti (ma si teme che il numero sia più alto e che tra essi ci siano bambini), che erano nel canyon del Raganello quando la piena ha invaso ogni ambito di una delle meraviglie naturali più affascinanti e frequentate del Parco Nazionale del Pollino. La sensazione di tutti, purtroppo, è che il numero dei dispersi non sia preciso e che ci possano essere ancora brutte e amare novità.

Una delle vittime dell’ondata del torrente Raganello, è una ragazza di 13-14 anni, come ha affermato il comandante dei vigili del fuoco di Cosenza Massimo Cundari ai microfoni di Sky. Delle altre non si sa ancora nulla o quantomeno non sono state diffuse informazioni ai media. I corpi, che erano stati già individuati, si trovavano a valle del Ponte del Diavolo, al termine di un chilometro di torrente che è il più praticato dai turisti. E proprio in quella zona i vigili del fuoco, insieme al soccorso alpino, operano in gole larghe 3-4 metri con pareti di oltre 4-500 metri per cercare i cinque dispersi. Le ricerche sono andate avanti per tutta la notte e proseguiranno stamattina con l’ausilio di un elicottero e dei sommozzatori. La Prefettura di Cosenza ha istituito un numero telefonico per fornire informazioni ai parenti delle persone rimaste coinvolte nell’esondazione del torrente Raganello. Il numero è 0984-8980651. Anche la Protezione Civile Calabria ha messo a disposizione un numero verde, 800222211.  Erano in acqua a godere di questo spettacolo della natura quando la furia dell’acqua stessa, fino a pochi minuti prima bassa e innocua, ha ingrossato a monte il corso e li ha investiti, portando a valle ogni cosa. Il gruppo di escursionisti, tra i quali erano presenti anche dei bambini, stava partecipando ad una visita all’interno dell’area caratterizzata da gole del paese arbereshe. Qualcuno ha provato a trovare riparo sulle pareti rocciose del canyon, ma molti non ce l’hanno fatta e sono stati travolti e trascinati a valle, morendo sotto l’impeto delle acque vorticose che hanno risucchiato tutto e tutti. Gli altri, rimasti appesi alla roccia, sono stati soccorsi – nonostante le difficili operazioni di recupero – grazie ad un intenso lavoro degli uomini del Soccorso Alpino Calabria, dei gruppi di recupero fluviale dei Vigili del Fuoco, dagli uomini de soccorso alpino specializzato della Guardia di Finanza, anche grazie all’utilizzo di alcuni elicotteri che hanno fatto la spola tra gli ospedali ed il letto del torrente nei pressi del Ponte del Diavolo.

“Le ondate di piena nel torrente Raganello ci sono spesso d’inverno, ma non era mai capitato d’estate, quando il torrente è molto frequentato dai turisti”, spiega Luca Franzese, responsabile del Soccorso Alpino della Calabria. Ieri, invece, afferma il soccorritore, l’ondata di piena è arrivata all’improvviso e il livello del torrente ha raggiunto “i due metri, due metri e mezzo. E – ricorda Franzese – era impossibile accorgersene perché in quel tratto non stava nemmeno piovendo“.

Terribili le immagini che si sono presentate ai soccorritori. Due ragazze, forse campane, sono state le prime ad essere portate al sicuro. Avevano i vestiti lacerati ed erano in forte stato di shock. Anche la bimba in ipotermia è stata messa in salvo e portata in ospedale.

“La presenza della procura di Castrovillari è motivata dal fatto di cercare di capire se ci possono essere risvolti penali rispetto a quanto accaduto. Dobbiamo verificare se le persone che si trovavano in quell’area erano consapevoli della situazione cui andavano incontro o, viceversa, se erano all’oscuro di quello che poteva accadere”.

Lo ha detto il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla a conclusione di una riunione del Comitato operativo comunale che si è svolta in Municipio alla presenza del prefetto Paola Galeone, del capo della Protezione Civile regionale Carlo Tansi, e del sindaco di Civita Alessandro Tocci oltre ai responsabili di vigili del fuoco, soccorso alpino e delle forze dell’ordine.

La Federazione italiana rafting, infine, in un comunicato, precisa, in relazione a quanto pubblicato da alcuni organi d’informazione, che “l’attività in cui erano impegnate le persone coinvolte dell’incidente sul torrente Raganello non era il rafting, ma si trattava di discesa a piedi del torrente”.