Rende. Manna, molti “capi” ma poca maggioranza
E’ una ovvietà in politica che per governare occorre avere una maggioranza, ed è questo un principio basilare che vale a Rende, come in qualunque altro consiglio comunale.
E’ il Sindaco, la sua giunta e la sua maggioranza consiliare che compiono le scelte sulle cose da fare, che decidono come e quando farle e che quando lo ritengono le portano in consiglio comunale per farle approvare. È davvero singolare, ancor più a ridosso di una campagna elettorale attribuire alla minoranza la “colpa” se il Sindaco non riesce ad avere i numeri in consiglio comunale.
Che un sindaco eletto con una maggioranza schiacciante, perda negli anni un certo numero di consiglieri – tanto da dover dipendere in tutto e per tutto da altri che gli si erano candidati contro – com’è successo a Rende, è cosa che dovrebbe far riflettere molti, e qualcuno farebbe bene a tacere in questi casi.
Lo sanno anche le pietre a Rende, che questa maggioranza si basa innanzi tutto sullo scambio, e che ognuno dei 13 consiglieri può alzare la posta, ed è per questo che siamo certi che ci saranno i numeri al prossimo consiglio, aspettiamo solo di conoscerne il prezzo, anche questa volta.
Eppure Manna, che si proclamava civico, indipendente, un sindaco del cambiamento addirittura, ha rinunciato subito ad esserlo ed è finito con cercare sempre nuovi riferimenti politici e troppi “capi” in questi anni, troppi probabilmente, e chi troppo vuole nulla stringe.
Gli va riconosciuto il merito di essere riuscito a restare in sella, ma non si può dire certo che abbia conquistato la fiducia ne’ dei suoi capi, ne’ dei suoi sottoposti e neppure degli “indipendenti”.
Qualcuno lo spieghi al Laboratorio civico, che per governare ci vuole una maggioranza e che in politica, come nella vita, non è buona regola seminare offese e alimentare inimicizie.
Prima o poi, non si sa mai, ci si potrebbe perfino pentire.
Massimiliano De Rose
Rende cambia Rende