Lettere a Iacchite’: “Corigliano-Rossano, le disastrose conseguenze della fusione”

Buongiorno,

sono un cittadino della ormai estinta città di Rossano e vorrei, in questa nota, esprimere tutto il mio disappunto circa il processo che ci ha portato al disastro della fusione. Anzitutto, è d’uopo esprimere la mia sin da sempre contrarietà all’idea di una città unica, sia perché ho sempre nutrito perplessità sulle qualità, sia umane che professionali, della classe dirigente di Rossano, che ha fortemente insistito per la fusione; sia perché non mi ha mai convinto la classe dirigente di Corigliano Calabro, tutt’altro che trasparente ed intellettualmente virtuosa.

Infatti, prima che venisse decretata la nascita del Comune unico, si parlava di un possibile scioglimento anticipato, da parte del Ministero dell’interno, della giunta comunale di Corigliano, per gli stessi motivi che hanno determinato lo scioglimento della giunta di Cassano all’Jonio (Comune, quest’ultimo, che l’ex Sindaco di Corigliano voleva a tutti i costi coinvolgere nel processo di fusione).

Tuttavia, la mia amarezza sta nell’aver letto su periodici locali, alcune affermazioni al quanto scevre di fondamento logico e reale. Infatti, su alcune pagine di un giornale, si leggeva una nota di un ex governatore di Corigliano che, in maniera arrogante, cercava di farsi beffe del Comune di Rossano, dicendo “Corigliano in dote porterà le clementine e il porto, mentre Rossano cosa?… L’INPS?”. Ebbene, urge rammentare a costui che Rossano è molto più dell’Inps, è l’unica realtà calabrese censita dall’UNESCO per via del Codex; è l’unica realtà calabrese ad avere un locale storico d’Italia, il caffè Tagliaferri; è la realtà che ha il parco acquatico più grande d’Italia e fra i più grandi d’Europa; è l’unica realtà ad avere imprese storiche (Amarelli, Farmacia Rizzo Corallo, Gioielleria Franza Restuccia ecc.), che hanno tre o quattro secoli di vita; è l’unica realtà in grado di esibire un patrimonio storico culturale di livello ecc. Mentre il porto non è più una risorsa, perché non siamo più nel ‘400, ove il commercio marittimo era la più grande fonte economica.

Ancora, l’ex sindaco di Corigliano ha pedissequamente gettato fango su Rossano, parlando di Città indebitata. Peccato solo che in una nota pubblicata su un giornale, da parte di un ex assessore di Corigliano (persona che è sinceramente stimata da chi scrive), si rileva che il debito pubblico portato in dote da Corigliano è di gran lunga superiore a quello di Rossano. Rammento che è lungi da me mettere in cattiva luce i Coriglianesi, che sono miei fratelli, grandi lavoratori da cui i rossanesi dovrebbero imparare molto; tuttavia, mi riferisco a quella classe dirigente di Corigliano che prima si manifestava contraria alla fusione e, adesso, lotta per candidarsi alla carica di sindaco del Comune unico, per la poltrona… A costoro dico: “Dov’è finita la coerenza?”. È giusto che Rossano e Corigliano reagiscano contro la politica depauperante di Regione in primis e Provincia, ma la fusione resta una pessima scelta.

Lettera firmata