Giorgio Ottavio Barbieri, l’ultimo bancarottiere di Cosenza, Calabria e dintorni, è un uomo di mondo. Non ha mai negato la sua appartenenza alla “Cosenza-bene”, è il rampollo di un padre – Peppino – anche ingombrante e che ha avuto pure i suoi problemi con la giustizia ma la sua repentina deriva ha sorpreso tutti, non c’è che dire. Troppa bramosia di potere, troppa avidità e anche le “coperture” sono saltate.
Le famiglie che contano all’interno delle sue “creature” sono rappresentate alla grandissima. Dal figlio del potentissimo dirigente regionale Luigi Zinno al nipote dell’altrettanto potentissima dirigente Rosaria Guzzo per arrivare a due soggetti ai quali aveva affidato incarichi molto importanti come Carmine Guido e Arturo Veltri. Dell’ennesimo esponente della dinastia Veltri ci occuperemo a parte, in questo pezzo invece approfondiamo la conoscenza di Carmine Guido, uno dei due direttori dei lavori dell’impianto di Lorica. L’altro è Francesco Tucci, ed entrambi – con la collaborazione del piccolo Veltri – sono a tutti gli effetti le “anime nere” dell’ormai famigerata Loricaskiarea.
Ma com’è finito nelle braccia di Barbieri l’ingegnere Carmine Guido, che ovviamente si dà da fare insieme agli altri compari per “falsificare” carte e collaudi e per cercare di fare il più in fretta possibile per finire i lavori?
Per chi ha fatto il cronista a Cosenza, è impossibile non ricordare se non altro la sagoma e la figura dell’ingegnere Carmine Guido. Fisico aitante ma soprattutto “capello bianco e sbarazzino”, come annotavano i fedeli menestrelli del “sistema” citando le presenze nei festini a base di ostriche, champagne, caviale e tutto il cucuzzaro. Sì, perché Carmine Guido proviene da una famiglia molto facoltosa della città di Cosenza.
Lo Studio Tecnico Guido nella città dei Bruzi è stato un’istituzione: dal 1916 è arrivato fino alla terza generazione ma è stato proprio con l’avvento di Carmine, successivo a quello del bravo e stimato papà, che la storia si è imputtanita, per non dire altro.
A Guido, rotariano di ferro (e che ve lo diciamo a fare? Probabilmente anche massone…), è sempre interessata la politica e alla fine degli anni Novanta qualcuno ancora ricorda la sua fallimentare esperienza nella società mista Vallecrati all’epoca in cui aveva le mani in pasta lì dentro Madame Fifì, la terribile magara. Ma era durata poco e allora ci aveva provato con la moglie, Felicita Cinnante, storica rappresentante dei Verdi cosentini, che ha anche fatto parte per un periodo della Giunta Catizone, all’epoca in cui la tresca con Nicola Adamo non era ancora venuta alla luce. Poi, anche lei, si è convertita al berlusconismo. Più o meno come Diego Tommasi, altro “verde” che non ti dico…
E’ in quello stesso periodo che l’ingegnere Guido prova a rilanciare lo Studio Tecnico di famiglia fondando la No.Do. e Servizi s.r.l. Per un certo periodo le cose gli vanno anche bene e le cronache mondane scrivono a lungo della sua fantasmagorica festa di 50 anni con tutti i buffoni della Cosenza-bene al Joyce, il locale della famiglia Aiello nel centro storico. Ma poi gli affari non vanno più come dovrebbero e allora Carmine Guido si ricicla alla grande con il provvidenziale Barbieri, che sembra a tutti il “cavallo vincente”. E invece ecco che anche Carmine Guido finisce nella rete di Gratteri e oggi si trova agli arresti domiciliari. L’ingegnere dal capello bianco e sbarazzino non deve proprio avere una buona “stella”, visto che è arrivata l’ennesima disfatta. Forse sarà il caso che si faccia benedire o magari basterà pronunciare qualche parolina magica. Molto spesso serve per uscire dai casini.









