Ciò che rende triste la vecchiaia, non è che cessano le nostre gioie, ma le nostre speranze (Cit.)
Il “nonno” è colui che cammina un passo dietro di te e dei tuoi genitori pronto, sempre, ad aprirti i suoi abbracci, pur sapendo che sarà il primo a doverti “salutare”. Forse è anche per questo che fa pulizia nel suo cuore, per offrirti il posto migliore.
Sguardi spenti, mani rattrappite, ossa piegate dal tempo e dagli affanni… in una parte dell’immaginario collettivo, incanutirsi significa diventare tristi senza più speranze da aspettare.
Però, non è sempre vero che la ragione stia sempre col più forte, perchè esistono “poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo”… per noi, Invecchiare significa, “aumentare” negli anni, avendo qualcosa, in più, da raccontare.
Ci piace pensare alla Vita come qualcosa di così forte da “attraversare” qualsiasi muro si frapponga alla gioia e di così grande e vera, da spingerti a piantare un albero, con la presunzione di vederlo crescere e fiorire, quale che sia la tua età, anche quando sale il vento, nelle vie del cuore…
Ed è per questo che, con la ONLUS che si occupa di anziani in difficoltà e che si chiama “Capelli d’Argento” abbiamo tagliato il traguardo dei primi 365 giorni di lavoro effettivo per il TELEFONO AMICO ALZHEIMER (un servizio gratuito, senza finanziamenti attivo dal lunedi al venerdi dalle 10 alle 18 allo 0984852234).
Come segno tangibile della nostra voglia di essere al servizio di chi soffre, abbiamo realizzato un protocollo d’intesa con la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) sez. di Cosenza, nella persona del dott. Rosalbino Cerra (segretario provinciale) per far si che ci segnalino situazioni di anziani in difficoltà nel centro storico di Cosenza, affinchè, io personalmente (come gratificante volontariato), possa recarmi al loro domicilio e provare a dare un aiuto umano e scientifico, anche ai loro familiari.
L’iniziativa si chiama “A casa dei Nonni”…
e non nasce per fini speculativi ma per avere il privilegio di incontrare, sempre più, chi ci insegna a vivere, attraverso l’impatto col dolore. E, come forma di ringraziamento, ci ritroviamo ben lieti a provare ad essere utili, in qualsiasi modo.
“Dicono che c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare io dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare” (Ivano Fossati)
In uno specifico articolo pubblicato su www.lastradaweb.it
http://www.lastradaweb.it/article.php3?id_article=4448&action=print
una sintesi di qualcosa che abbiamo fatto, nel sociale, dal 2007 fino ad oggi.
Giorgio Marchese