A Cosenza fumare marijuana costa quasi quanto pippare

Se tutti i cosentini che giornalmente fanno uso di droghe leggere facessero outing (confessione pubblica), scopriremmo che a Cosenza esiste un vero e proprio esercito formato da migliaia, migliaia e migliaia di fumatori di marijuana che ogni giorno si rivolgono al mercato clandestino per soddisfare questa esigenza. E non è un’esagerazione. Basta guardare le famigerate inchieste del dottor Cozzolino che – non potendo fare altro si dedica anima e corpo a perseguitare pusher e fumatoti di spinelli, anche se ultimamente gira voce di un suo impegno contro le truffe alla pubblica amministrazione, chissà se per perseguire i reati o per insabbiare tutto, vedremo, noi già sappiamo tutto – delineano uno scenario dove la diffusione delle droghe leggere in città è pressoché capillare, e coinvolge chiunque al di là dell’età e del ceto sociale di appartenenza.

Un bel giro di affari per i clan locali che da tempo, a differenza degli storici clan cosentini, hanno monopolizzato “la merce”, inondando le piazze cittadine di “materiale” scadente che tutti sono obbligati a comprare. Organizzarsi in proprio, magari autoproducendo, oppure rivolgendosi direttamente al mercato di qualità clandestino di altre città, comporta seri rischi per la propria incolumità: oltre che guardarsi le spalle dalle incursioni delle forze dell’ordine, bisogna stare attendi anche alle ritorsioni poste in essere dai picciotti dei clan contro chi si “mette in proprio”.

Se il giro di “spinelli” era già lucroso di suo, ad aumentare i loschi guadagni dei clan è arrivata la pandemia: tra lockdown, zone rosse e arancioni, muoversi, per chi traffica i grossi quantitativi, è diventato altamente rischioso, le possibilità di essere fermati si decuplicano, e con l’aumentare dei rischi i costi del “fumo” per grammo è schizzato alle stelle. Si è passati da un costo di “piazza” che oscillava tra i 4 e i 7 euro al grammo, prima della pandemia, ad un costo che alcune volte supera i 15 euro al grammo, e comunque non meno di 10 euro al grammo per un materiale di pessima qualità che i clan pagano “all’ingrosso”, in media, tra i 2 e i 3 euro al grammo. Vendere fumo produce enormi guadagni per i narcos locali, questo è chiaro. E fumare oggi a Cosenza costa quasi come tirare cocaina.

Peccato che un bravo procuratore come Gratteri sostenga il contrario. Se non fosse un incallito proibizionista, con argomenti che francamente lasciano il tempo che trovano, omettendo spesso di citare i tanti studi scientifici pubblicati dal fior fiore di studiosi del settore a livello mondiale, sarebbe il magistrato perfetto. Eppure Gratteri è un esperto “di droghe” e sa bene che la marijuana non provoca nessun danno, al contrario di come miseramente sostiene, anzi è patrimonio mondiale, oramai, che gli effetti del THC possono essere usati anche in medicina, specie per patologie gravi e invalidanti. E non è un caso che negli ultimi anni tantissimi stati hanno deciso di legalizzare l’uso delle droghe leggere. Gratteri dovrebbe spiegare come mai persino i proibizionisti americani hanno deciso di legalizzare la marijuana. Addirittura lo stato di New York, e siamo a 16 stati americani che hanno legalizzato, ha emanato una legge che permette l’uso degli spinelli anche per fini ricreativi. Forse che gli americani hanno deciso di costruire una società di sbandati e drogati? No di certo. Gli scienziati di fama mondiale hanno rassicurato che dall’uso di marijuana sono più i benefici che ne derivano che i danni spesso annunciati, a torto, dai soliti politici collusi con i narcos il cui unico interesse è mantenere la marijuana illegale e continuare a fare affari.

Che dire poi del Messico – il primo produttore mondiale di marijuana clandestina, causa principale di sanguinosi conflitti, con centinaia di morti, tra cartelli, per il controllo delle piantagioni – che ha di fatto legalizzato tutta la filiera produttiva della marijuana, fermando così le guerre tra cartelli, e privando i grandi narcos di una importante entrata economica? Forse che anche il governo messicano ha intenzione di costruire una società di falliti, sbandati, fricchettoni e drogati? Certo che no. Oggi in Messico tutti possono produrre marijuana, sia per fini ricreativi che per uso terapeutico, e nessuno spara più per il controllo delle piantagioni. Ognuno può aprire il proprio negozio, vendere il proprio prodotto legalmente e pagare le tasse allo stato. Di questo cosa dice Gratteri?

Ci piacerebbe sentire nel merito il dottor Gratteri che liquida sempre con una certa facilità l’argomento antiproibizionista. Del resto anche in Italia importanti magistrati e i vertici delle forze di polizia chiedono la legalizzazione della marijuana. Che per come stanno andando le cose sarebbe un atto di civiltà, nonché una grossa opportunità economica per tanti giovani che potrebbero impegnarsi nel settore che promette, così com’è successo in tutti gli stati che hanno legalizzato le droghe leggere, guadagni da sogni, e migliorerebbe la qualità del prodotto. Ma soprattutto con la legalizzazione, che in Italia è ostacolata oltre che da Gratteri anche da soggetti come Gasparri, Salvini, Meloni… Cozzolino la smetterebbe di arrestare ragazzi la cui unica colpa è quella di essere amanti di questa straordinaria pianta. Piantatela.