A Natale puoi… pippare di più

L’attività più diffusa tra la gente a Natale o meglio, durante le festività natalizie, è sicuramente quella legata allo shopping. A Natale bisogna spendere, prima di ogni altra cosa. E se non hai soldi in tasca, si può sempre ricorrere al “buon vecchio prestito (finanziarie, rosso sul conto, amici o parenti danarosi, e strozzini)” per far fronte all’impellenza delle spese natalizie. O escogitare qualche altro modo “ppe azà guagna”, perché un Natale senza sprido, non può dirsi un Natale vero. Se non fosse per la fervida fantasia dei bimbi che vivono l’aspetto fantastico di queste feste, mantenendo vivo lo spirito del Natale tanto caro a Charles Dickens, e per quei pochi che ancora “praticano” l’aspetto religioso e spirituale di questa santa festività, tutto si potrebbe ricondurre ad una gara a chini si sbunna di più. In tutti i sensi. Più che contemplare la dimensione ascetica che questo momento si porta dietro da secoli, la nascita del Messia, così come vorrebbe la fede in Dio, la gente, a Natale, è impegnata a contemplare i prezzi sugli scaffali. La corsa agli acquisti, in questo periodo, è una priorità assoluta. Tempo da dedicare allo spirito e all’anima non ce n’è. Il rischio, se perdi tempo in altro, è quello di trovare gli scaffali vuoti.

Il Natale si è da tempo trasformato in una sorta di Carnevale bis: il verbo trasgredire ha sostituito il verbo pregare. A Natale, siccome è festa, tutto è permesso. Una volta all’anno si può anche infrangere qualche regola, è festa. E poiché sbunnarsi è diventato un obbligo, se no che Natale è, in tanti si approcciano, per l’occasione e per la prima volta, con il malvagio mondo delle sostanze pericolose. E per chi è già assiduo consumatore, questo periodo diventa la “scusa giusta” per esagerare oltre ogni limite. Si sa (come recita il famoso jingle pubblicitario): a Natale puoi… pippare di più. Una bottarella, a Natale e Capodanno, non se la nega nessuno. Stare insieme in allegria, pare non possa prescindere dalla pippata augurale, o dalla chiarenza che prelude al coma etilico. La sobrietà non appartiene più a questa ricorrenza, l’opulenza ostentata e il divertimento a tutti i costi, e costi quel che costi, hanno preso il suo posto. Conzarsi a manicu i ‘mbrellu, a Natale, come a Pasquetta, e feste comandate varie, è oramai un imperativo categorico. A Natale puoi fare quello che non fai tutto l’anno, come a Carnevale. Tanto la bontà di questo periodo perdona tutto.

A Cosenza la droga più consumata è la cocaina. E se prima questo dato era solo citato, dopo il blitz di Gratteri è diventato, purtroppo, concreto, confermato e reale. Chi ha letto l’ordinanza della retata a Cosenza, sa bene che lo spaccio della pezzata in città ha raggiunto livelli allarmati. Il consumo coinvolge tutti gli strati sociali. La cocaina non è più da tempo la droga dei soli ricchi. Il listino prezzi dei venditori di morte va incontro a tutte le esigenze, ce n’è per tutte le tasche, e per tutti i gusti. Questo, per i pusher, è un periodo di tanto lavoro. In tanti devono fare scorta per le feste, e le vendite salgono del 1000%.

Dopo le pescherie, quello della pezzata è il mercato che più incassa a Natale. Un mercato che la retata di Gratteri non ha fermato, la domanda è tanta, e qualcuno disposto a vendere si trova sempre. Specie a Natale quando i soldi servono più che in ogni altro periodo dell’anno. Sballarsi a Natale è figo, e tutti a Natale vogliono essere fighi. Poi si ritorna quelli di sempre, almeno così pensano in tanti. Ma più di qualcuno si perde per strada. L’euforia di una notte non vale la serenità della vostra esistenza. Meglio lasciar perdere, alla storia del “pippo solo alle feste”, non ci crede più nessuno da secoli. E ritorna alla mente la canzoncina che accompagnava la pubblicità del famoso panettone: a Natale puoi… fare quello che non fai mai… anche spacciare e pippare di più… ma se non lo fai vivi meglio e campi di più…

P.S. la cocaina è la peggiore e la più devastante tra le droghe cosiddette pesanti (che sono tutte dannose e pericolosissime). Restarci “sotto” è davvero un attimo. Per dipenderne basta usarla poche volte. Uscirne un calvario infinito. Perciò evitate di toccarla a Natale, Pasqua, Ferragosto e tutto l’anno.