A sorpresa il Csm ha deciso che Alberto Liguori dovrà lasciare la Procura di Terni: inguaiato dalle chat con Palamara

Alberto Liguori, allievo prediletto del Gattopardo

No alla conferma nelle sue funzioni per il capo della procura di Terni, Alberto Liguori, magistrato cosentino.

Lo ha deciso ieri sera il plenum del Consiglio superiore della magistratura che, al termine di un lungo dibattito, ha approvato a maggioranza la delibera della quinta commissione che proponeva la non conferma: 11 voti, contro 9 che sono andati all’altra proposta, favorevole alla conferma.

Al centro della valutazione, che ha diviso il plenum, uno scambio di messaggi tra Liguori e Luca Palamara relative ad alcune nomine, da cui, sottolinea la delibera approvata, “emerge un rapporto privilegiato con Palamara, all’epoca consigliere del Csm, in ragione del quale Liguori pone in essere numerosi interventi volti a influenzare, future nomine consiliari di incarichi semidirettivi e direttivi” e “chiede che vengano sostenuti gli aspiranti da lui indicati, propone accordi tra rappresentanti in Consiglio di diversi gruppi associativi ed esorta Luca Palamara a ricordarli e a farli rispettare”.

Le chat esaminate, si legge ancora, “restituiscono un’attività che incide concretamente sulla sua indipendenza, emergendo condotte che risultano caratterizzate ed orientate in virtù di condizionamenti, rapporti e vincoli che intaccano certamente la credibilità ed autorevolezza della funzione direttiva ricoperta, poiché inevitabilmente, finiscono, per sovrapporre, anche in termini di apparenza ed immagine, l’esercizio delle funzioni e l’interesse associativo”.

Le conversazioni con Palamara erano già state esaminate dal Csm nell’ambito di un procedimento per trasferimento d’ufficio a carico di Liguori, che si era concluso con una delibera di archiviazione, votata in plenum il 13 gennaio 2021.

La decisione di non confermare il magistrato nell’incarico che ricopriva da quasi  7 anni in quota Palamara, è arrivata comunque a sorpresa, ribaltando l’orientamento della Commissione Direttivi che aveva avuto anche il parere favorevole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Anche lui favorevole a che il Procuratore Liguori restasse a Terni. La proposta di lasciare Liguori al suo posto perché è già stato “fugato ogni sospetto” sulla sua figura professionale, sostenuta in Commissione da Unicost, Magistratura Indipendente e Forza Italia, si è fermata a 9 voti. Mentre 11 voti sono andati alla relazione della togata di Area Alessandra Dal Moro, che ha prevalso. 

Liguori era stato nominato al vertice della procura ternana il 9 marzo 2016 insediandosi il successivo 12 aprile.