Addio a Muhammad Alì (di Ugo G. Caruso)

ADDIO A MUHAMMAD ALÌ

Implacabilmente questo 2016 spegne un’altra stella del nostro firmamento affettivo ed ideale, il pugile che più ci aveva entusiasmato nella nostra vita, non solo per le sue doti atletiche ed agonistiche straordinarie e già rivelatesi alle Olimpiadi di Roma del 1960 per cui ci sembrava un pò di averlo scoperto “noi” o per il suo stile inimitabile di danzatore o per la psicologia sottile che ispirava il disegno tattico di tutti i suoi incontri, o ancora per la sua spavalderia programmata ma anche per il suo gran rifiuto allo Zio Sam e alla guerra del Vietnam e il suo modo orgoglioso di vivere l’identità nera.

Ma Alì o Cassius Clay, come eravamo abituati a chiamarlo, era anche un personaggio che ha appartenuto a pieno titolo al nostro immaginario adolescenziale, sin da quando facemmo quell’alzataccia nel freddissimo inverno del ’71 per vedere in diretta il suo match con Joe Frazer.

beatle E’ un tutt’uno con una certa cultura black che all’epoca faceva faville e con una stagione eccezionale. Alì incontrava i Beatles e gli artisti della soul music, Pelè e le stelle di Hollywood, faceva a cazzotti con Superman e sfilava con Martin Luther King prima e Malcolm X poi.

Lo so, voi direte, perchè all’epoca eravamo ragazzi ed il mondo ci sembrava un “what a wonderful world”. Temo non sia così. Trovatemi oggi un pugile per il quale un quindicenne sarebbe disposto ad alzarsi alle quattro del mattino per seguirne le gesta sapendo che di lì a poco lo attendono insidiose ore di greco e di chimica…