I fondi destinati ad un progetto pilota per la realizzazione di edifici sperimentali nelle 5 città calabresi trasformati dalla Regione in stipendi per i collaboratori di alcuni docenti universitari e di un assessore regionale.
Sarebbe stata perpetrata una truffa ai danni della Regione Calabria. Con una parte dei fondi dell’edilizia sociale, i famosi ex Gescal, si sarebbero soddisfatte le clientele dei soliti noti.
E’ questo il contenuto di un esposto-denuncia presentato al procuratore della Repubblica e al comandante della Guardia di Finanza di Cosenza. Secondo fonti vicine agli ambienti della Regione, un avviso di garanzia sarebbe stato già notificato sia all’assesssore regionale che ai docenti universitari chiamati in causa in questa vicenda.
LE ACCUSE DELL’ESPOSTO-DENUNCIA
Tutto nasce da una proposta di collaborazione della Regione Calabria nella persona dell’allora dirigente regionale Antonio Capristo, che seguiva i fondi per l’edilizia sociale, ad una collaboratrice del compianto professore Jacques Guenot all’Università della Calabria per avviare una ricerca al fine di proporre al consiglio regionale le linee guida sull’edilizia sostenibile con il coinvolgimento anche dell’Università di Reggio Calabria.
I docenti delle due università conferiscono alla collaboratrice di Guenot l’incarico di formulare una proposta su termini e modalità di collaborazione tra le due università e la Regione e il ruolo di coordinatrice del comitato tecnico-scientifico.
La convenzione tra Regione Calabria, Unical e Università di Reggio Calabria evidenziava come l’attività di ricerca dovesse essere espletata nell’ambito del cosiddetto supporto al RUP (Responsabile Unico del Procedimento) individuato dal Dipartimento Lavori Pubblici della Regione per la realizzazione di un progetto pilota e sperimentale finalizzato alla realizzazione di 5 edifici nelle città calabresi destinati a funzioni locative nell’ambito di un programma di edilizia sociale sostenibile.
A tal fine, la Regione individuava 15 milioni di euro da destinare al progetto, che viene denominato Parco.
La pianificazione dell’attività di ricerca risultava totalmente in capo ai direttori dei dipartimenti. Il professore Paolo Veltri, insieme ad alcuni docenti, predisponeva un piano che vedeva l’assegnazione delle somme destinate all’attività di ricerca (250mila euro in tre anni) non già allo sviluppo di prototipi, tecnologie, soluzioni e brevetti ma bensì a finanziare assegni di ricerca e pagare co.co.co (collaborazione coordinata e continuativa) selezionando per tali fini i propri collaboratori. Una spartizione a tavolino.
La coordinatrice si accorge che molte riunioni vengono convocate e tenute quasi segretamente dai docenti del Dipartimento di Ingegneria Civile aggregati al progetto, per discutere di spartizione di posti per i propri collaboratori ed affiliati.
Di queste riunioni si ha traccia attraverso la designazione in tutte le annualità delle somme da destinare ai co.co.co ed agli assegni di ricerca con i relativi docenti a cui destinare le somme per i loro stretti collaboratori. E infatti vengono banditi gli avvisi pubblici di assegnazione pubblicando bandi disegnati ad hoc per le figure che essi intendevano cooptare.
Nel primo anno sono stati assegnati 4 co.co.co e un assegno di ricerca. Barbara Corasaniti per il professore Veltri, Rosamaria Codispoti per il professore Olivito, un altro per il professore Bruno e uno per il professore Celani che ha cooptato Cristiana Coscarella mentre al professore Guenot viene assegnata una esperta in statistica.
Nel frattempo, la Regione e in questo caso il dirigente Capristo, avendo capito che all’Unical intendevano fare diversamente dal progetto, avverte la coordinatrice del comitato che se le cose non fossero cambiate avrebbe interrotto la collaborazione. Nel frattempo, nella prima annualità erano stati già consumati circa 80mila euro per una attività di ricerca che nessuno aveva mai svolto.
ARRIVANO MUSMANNO E IIRITANO
L’inizio della seconda annualità coincide con il cambio della giunta, con l’interruzione dell’incarico di dirigente di Capristo, al cui posto nella qualità di RUP subentra l’ingegnere Giuseppe Iiritano del Dipartimento Lavori pubblici e con l’arrivo del nuovo assessore alle Infrastrutture, con competenze sul social housing, nella figura del professore Roberto Musmanno, che è anche docente Unical.
La coordinatrice del comitato ribadisce al nuovo assessore che il progetto risulta completamente stravolto e che le somme assegnate all’Unical servivano solo ai docenti per sistemare i propri collaboratori con co.co.co e assegni di ricerca pilotati. Musmanno assicura che avrebbe provveduto ed invece non solo non lo fa ma limita al massimo il ruolo del comitato tecnico-scientifico, blocca l’attività di ricerca e indirizza verso l’adesione al protocollo Itaca.
Ad oggi la ricerca è assolutamente bloccata, non vi sono documenti a corredo di produzioni scientifiche ma bensì è stato prodotto un presunto Itaca Calabria che somiglierebbe molto al protocollo Itaca della Regione Piemonte.
Di recente, sembra che su proposta del dirigente Iiritano e dell’assessore Musmanno sia stata approvata una rimodulazione della dotazione finanziaria a valere sui fondi ex Gescal per le politiche abitative e il social housing, attraverso la quale si sopprime di fatto il progetto Parco mantenendo in vita tuttavia una ingente somma pari a circa 500mila euro destinato alle Università per l’attività di ricerca.
Non si capisce bene a quale tipo di ricerca vengano destinati questi fondi se il progetto originario è stato soppresso ma tant’è.
Intanto, nella ripartizione degli assegni e co.co.co per la seconda annualità pare siano rientrati anche collaboratori del professore Musmanno, il quale non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di partecipare alla spartizione della torta.
Fin qui l’esposto-denuncia presentato in procura e alla Finanza nel mese di febbraio 2017. E’ passato più di un anno e, in perfetto stile porto delle nebbie, non è successo niente. Ma si sa che quando c’è di mezzo l’Unical, siamo in territorio di Tridico e allora… bonanotte!