Agazio Loiero e Claudio Ranieri sono finiti, loro malgrado, nel tritacarne mediatico di questi giorni relativo al caos della giustizia italiana. Il quotidiano “La Verità” ha tirato fuori dalle carte dell’inchiesta le intercettazioni – rigorosamente con metodo trojan – risalenti alla cena in casa Loiero a Roma dell’8 maggio scorso alla quale non parteciparono soltanto l’onnipresente Palamara e i suoi amici ma anche il grande mister Ranieri, che seguiva solo di qualche giorno il presidente Lotito. Quanto basta per far parlare di “derby” a Maurizio Belpietro e agli altri giornalisti che seguono il caso.
Per noi calabresi, invece, il legame tra Agazio Loiero e Claudio Ranieri non è certo una novità e risale ai tempi d’oro dell’Unione Sportiva Catanzaro del presidentissimo Nicola Ceravolo. Loiero è catanzarese di Santa Severina e quando Ranieri giocava con la maglia giallorossa numero tre si affacciava alla ribalta politica e naturalmente si entusiasmava per le imprese di quella squadra indimenticabile. Ranieri è stato tra i protagonisti della seconda promozione in Serie A del Catanzaro di Gianni Di Marzio, nella stagione 1975-76 e anche della terza, nel 1977-78 (con Giorgio Sereni in panchina), ed ha indossato la casacca giallorossa nella massima serie fino al 1982 collezionando addirittura 225 presenze in otto anni. Una vita. Ed è per questo che è sempre rimasto affezionato ed attaccato alla città ed ai catanzaresi. Con Loiero, poi, questo grande legame d’amicizia risalente ai suoi fasti da calciatore è stato cementato da tante altre occasioni di incontro.
Per esempio, nel 2009, Claudio Ranieri venne a trovare Loiero, allora governatore, a Catanzaro insieme ad Antonello Venditti, che aveva avuto “problemi” per alcune sue dichiarazioni poco felici sulla Calabria ed era stata l’occasione per siglare una grande “pace” con tanto di foto ed abbracci.

E che dire poi delle grandi celebrazioni seguite al trionfo di mister Ranieri nella Premier League con il suo Leicester? Agazio Loiero era in prima fila in occasione del conferimento al tecnico della cittadinanza onoraria di Catanzaro così come a Montauro, nelle Preserre catanzaresi, per una memorabile cena con un menù da mille e una notte dove i commensali non erano giudici corrotti ma i compagni di squadra di Ranieri, altri pezzi di storia del Catanzaro come Adriano Banelli, Paolo Braca e Fausto Silipo. E Ranieri non perdeva mai l’occasione per paragonare il “miracolo” del suo Leicester a quelli del Catanzaro di quegli anni. Peccato che dal calcio si sia passati all’intreccio melmoso tra malapolitica e malagiustizia ma l’Italia di questi anni, purtroppo, è soprattutto questa. Che piaccia o meno anche a due grandi amici come Agazio Loiero e Claudio Ranieri.









