AGRICOLTORI IN GINOCCHIO: IL CROTONESE ABBANDONATO DALLO STATO
Siamo qui oggi, non per chiedere favori, ma per pretendere risposte. Siamo stanchi di parole, promesse e passerelle elettorali. L’agricoltura nel Crotonese sta morendo e lo sta facendo nel silenzio assordante delle istituzioni.
CINGHIALI: UN’INVASIONE FUORI CONTROLLO
Le campagne del crotonese sono invase dai cinghiali. Parliamo di branchi interi che devastano i campi, distruggono raccolti, mettono a rischio le persone. È diventata una piaga quotidiana, ma nessuno interviene. Dove sono gli interventi promessi? Dove sono i piani di contenimento, i risarcimenti?
Gli agricoltori non possono più nemmeno seminare. E se seminano, raccolgono solo danni.
Tra l’altro molti consiglieri comunali dei nostri territori stanno denunciando già da tempo presenza rilevante di gruppi di cinghiali all’interno di quartieri in pieni centri abitati, cosa facciamo? Aspettiamo il morto? O che succeda qualcosa di davvero grave?
SICCITÀ, MANCANZA D’ACQUA E PREZZO DEL GRANO CROLLO A PICCO: IL TRIS MORTALE PER LE AZIENDE
La siccità sta mettendo in ginocchio le nostre campagne. Ma nel Crotonese, anche quando l’acqua c’è, non arriva nei campi. Le condotte sono vecchie, le infrastrutture abbandonate. Ci si ritrova a dover pagare l’acqua del consorzio di bonifica, ma allo stesso tempo viene sospesa la fornitura senza alcuna spiegazione, si promettono aperture che non vengono rispettate, e le culture non possono aspettare tempi biblici!! La pianta deve essere irrigata quando diciamo noi, anzi, e proprio la pianta a comunicarci che ha bisogno di acqua. E come se lo stesso consorzio abbia interesse a non fare produrre o lasciare le aziende a non fare una giusta programmazione, perché oggi non si può più fare programmazione.
Gli agricoltori aspettano, e i raccolti marciscono o addirittura si lascia il terreno incolto.
Ma come se non bastasse, oggi dobbiamo affrontare anche un’altra umiliazione: il prezzo del grano continua a crollare. E mentre noi ci spacchiamo la schiena, i nostri prodotti vengono pagati meno di quanto costano da produrre. È una vergogna!
Chi ci rimette? Sempre e solo l’agricoltore. A noi tocca il rischio, la fatica, le perdite. Agli altri, la speculazione. I grandi gruppi comprano a poco, rivendono a tanto, e a noi restano debiti e disperazione.
Come si può parlare di “made in Italy” quando chi lo produce non viene tutelato?
LINGUA BLU: ALLEVAMENTI DEVASTATI, MA CHI RISPONDE?
L’epidemia della Blue Tongue ha colpito duramente il comparto zootecnico. È tornata a farsi sentire, ci sono diversi focolai ancora da accertare. Le aziende sono in ginocchio: animali morti, blocchi di movimentazione, danni economici incalcolabili. Ma i ristori? Quel milione e mezzo chiesto di mettere a bilancio regionale? Le misure straordinarie? Zero. Anzi un bando regionale che fra poco vediamo a cosa è servito. Silenzio, Indifferenza,
È inaccettabile che chi produce ricchezza e presidia il territorio venga lasciato solo davanti a
un’emergenza sanitaria di queste dimensioni.
TBC: comparto al collasso nell’indifferenza totale delle istituzioni
Nel territorio del Crotonese, il comparto zootecnico bovino è vittima di una silenziosa ma devastante epizoozia, TBC, che sta mettendo in ginocchio decine di aziende agricole. Il tutto, nel totale disinteresse delle istituzioni e della politica.
Ad oggi, non esiste una metodologia diagnostica chiara ed efficace per eradicare la malattia. Le due prove ufficiali adottate dai servizi veterinari – interferone gamma e IDT – si sono dimostrate inadeguate: la prima rileva falsi positivi e lascia in circolazione animali infetti, la seconda, pur essendo più affidabile, viene spesso applicata con superficialità, tra inoculi mal eseguiti e letture affrettate. Il risultato? Animali sani abbattuti, animali malati ancora nelle stalle. Un sistema che definire fallimentare è un eufemismo.
Le promesse di sostegno economico si sono tradotte in un bando regionale che, a causa di criteri ristrettivi e poco trasparenti, ha favorito pochissime aziende (meno di dieci), escludendo la stragrande maggioranza degli allevatori colpiti. Nessuna possibilità concreta di reintegro dei capi abbattuti, né attraverso il riacquisto né tramite la rimonta interna – una soluzione fondamentale per chi lavora con mandrie estensive dove l’inserimento di animali esterni è spesso problematico.
Inaccettabile anche l’indennizzo previsto per le vacche superiori agli 8 anni: secondo la normativa attuale, si tratta di animali “a fine carriera”, ignorando completamente la realtà degli allevamenti non intensivi, dove una vacca sana può produrre fino a 16-17 anni. Un’indennità irrisoria che rappresenta l’ennesima umiliazione per chi lavora nel rispetto del benessere animale e della qualità.
Gli allevatori del Crotonese sono stanchi di essere presi in giro. Chiedono soluzioni concrete, non parole. Chiedono diagnosi serie, ristori equi e bandi accessibili a tutti. Ma soprattutto, chiedono rispetto. Se le istituzioni non sono in grado o non hanno intenzione di intervenire, abbiano almeno il coraggio di ammetterlo pubblicamente.
Perché ad oggi, gli allevatori non si sono sentiti né rappresentati né tutelati. E la maggior parte delle aziende, grazie all’indifferenza di chi dovrebbe proteggerle, è ormai sull’orlo del fallimento.
INFRASTRUTTURE FERME, BUROCRAZIA ASFISSIANTE
Le infrastrutture agricole sono ferme al secolo scorso. La burocrazia rallenta ogni richiesta di aiuto, ogni investimento, ogni progetto. Ci fanno perdere tempo, soldi e dignità.
Ogni giorno combattiamo contro la terra, il clima, gli animali selvatici, le malattie… e contro lo Stato, che dovrebbe proteggerci ma ci soffoca.
IL TEMPO È FINITO: ORA O MAI PIÙ
Non vogliamo compassione, vogliamo giustizia.
Non vogliamo elemosine, vogliamo infrastrutture, piani seri e risposte concrete.
Se le istituzioni continueranno a ignorarci, allora saremo noi a farci sentire. E lo faremo con forza.
Perché l’agricoltura del Crotonese non morirà nel silenzio. Non senza combattere.
Grazie.
Il presidente Armando Galdy
Il segretario
E tutti i portavoce del Gruppo









