Alto Tirreno, emergenza rifiuti. Perché la Regione impone ai Comuni dove scaricare e come viene fatta questa scelta?

di Saverio Di Giorno 

La situazione nell’Alto Tirreno Cosentino è al limite della sopportabilità. Basta girare tra le strade delle cittadine ormai affollate di persone per vedere cumuli di sacchi di immondizia che non vengono raccolti da troppi giorni. Prima non si capiva il motivo, poi il malumore. Ora la paura. Il sole, gli incendi appiccati, la folla … ci sono gli estremi per un’emergenza sanitaria.

In mezzo a questa confusione, tra l’altro annunciata perché uguale di anno in anno e che riguarda tutta la fascia tirrenica c’è bisogno di chiarimento. Nonostante il caldo bisogna prendersi del tempo per approfondire, studiare carte per capire bene; incolpare tutto e tutti è tanto facile quanto deleterio perché nasconde le responsabilità. Da dove partire se non dai sindaci messi sotto accusa dai cittadini?

Gli unici ad essersi esposti sulla vicenda sono stati prima il sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere tramite una diretta Facebook e poi il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta tramite la stampa. Entrambi mettono sotto accusa la Regione. È uno scaricabarile?

“Mi rendo conto – dice Giacomo Perrotta – che può apparire una posizione facile, ma è un dato di fatto. Semplicemente non ho la possibilità di conferire da nessuna parte. Il problema è l’indifferenziata, il resto lo si smaltisce. Non posso conferire perché Calabra Maceri ha raggiunto un punto di saturazione”.

Questo è un problema che si verifica ogni anno. Vetere a Santa Maria nel frattempo si è organizzato con dei container che però si sono riempiti, a San Nicola nemmeno più si raccoglie. Nessuna soluzione temporanea può durare quanto dura questa emergenza. Forse bisognava pensarci prima però tanto più che annunciata?

“Avevo fatto per tempo – aggiunge Perrotta – richiesta di punti stoccaggio e quant’altro poteva essere utile ora mi sono rivolto ad anche ad altre regioni nel frattempo alla Basilicata, alla Campania. Inoltre tutti i giorni stiamo premendo perché arrivino risposte e pare che nel weekend si possa sbloccare Crotone; in quel caso respireremo. Più di questo non si può fare… ho deciso di parlare soprattutto per spiegare bene la situazione ai cittadini. Spostando i cumuli altrove si sposta solo il problema, non lo si risolve. Portandoli davanti la regione si rischiano solo indagini e multe. Bisogna agire insieme su questioni serie come queste. Io fino a 10 mesi ero dall’altra parte a criticare e proporre mille soluzioni, quando si è qua si vede invece che su questa questione noi sindaci abbiamo poco margine di manovra se la Regione ci obbliga a scaricare in un determinato punto e non ci risponde”. E forse Scalea può permettersi meno azioni di altri Comuni. Guardando carte e bilanci si arriva alla mostruosa cifra di 60 milioni di crediti da recuperare che per qualche motivo negli anni sono stati dimenticati.

C’è però un dubbio. Oltre a Perrotta e Vetere nessun altro si è esposto per spiegare la situazione ai cittadini. Eppure è un problema di tutti i sindaci che anzi vengono poi presi nel mirino. Non fare e non dire nulla è controproducente: perché solo voi due?

“Posso rispondere di pancia. Vetere è in collisione con la Regione per mille motivi, io non ho mai avuto alcun interesse in quegli ambienti. Forse per altri è diverso … Bisogna capire che noi siamo obbligati a scaricare là e anche su questo bisognerà indagare”. Oltre al danno la beffa? Si obbligano i comuni a scaricare in un determinato luogo e questi sono poi costretti ad aggiungere altri soldi perché questo è il funzionamento? È questo il gioco e il motivo di un’emergenza che sembra creata a tavolino.

Di Calabra Maceri ci eravamo occupati per tempo. http://www.iacchite.blog/calabria-mafie-e-rifiuti-tutte-le-domande-senza-risposta/  Di fatto ha il monopolio grazie alle autorizzazioni concesse durante il primo mandato dell’amministrazione Manna. In quel frangente parlando con gli attivisti di Friday For Future tornavano i dubbi che si sollevano anche in queste ore “è impossibile non farsi sorgere dubbi sull’emergenza se si pensa che vedere rifiuti per strada significa interventi straordinari con relativa retribuzione. Poi c’è tutto il capitolo delle vicinanze con la politica a tutti livelli”. Si, perché nel mezzo si trovano amministratori e consiglieri. Infine ci sarebbe da controllare chi sono i proprietari delle discariche e vedere se ci sono conflitti di interesse tra aziende, Comuni e discariche. Magari salta qualche sorpresa”. Qualcosa è già pubblica e se ne era già scritto. Calabra Maceri faceva parte di un consorzio con oscuri soci milanesi che tra l’altro si occupano di depurazione e ne faceva parte anche l’Alto Tirreno Cosentino spa nelle cui carte figuravano Francesco Rovito e Mario Russo.

Allora forse le domande diventano ancora più pressanti. Perché la Regione impone ai Comuni dove scaricare e come viene fatta questa scelta? E l’altra domanda è ai sindaci: perché subiscono il danno senza reagire? Occorre far fronte comune. Oltre ad invocare l’arrivo dell’esercito bisognerà invocare le procure.

D’altra parte i rifiuti sono una delle tante emergenze. E le emergenze sono sempre state il modo migliore per scavalcare controlli, fare affidamenti, affrettare le azioni. Perché i rifiuti dovrebbero far eccezione a questa regola? I soldi non puzzano come i rifiuti … ma magari sono ugualmente sporchi.