«Il Tribunale amministrativo regionale per la Calabria (Sezione Prima) pronunciandosi definitivamente sul ricorso proposto, ed integrato da motivi aggiunti, lo accoglie e, per l’effetto, annulla la delibera del Consiglio regionale della Calabria 82/2022, la delibera di giunta regionale 568/2022 e il decreto del presidente della Regione 109/2022». Con la pubblicazione della sentenza da parte del Tar di Catanzaro, chiamato in causa dal Consiglio di Stato che aveva evidenziato i limiti della decisione assunta dall’ente regionale, viene accolto il ricorso proposto dal Comune di Amantea: nessun referendum consultivo per verificare, tra i residenti di Campora San Giovanni, la possibile annessione alla vicina Serra d’Aiello e, soprattutto il mantenimento dello status quo.
Il Consiglio di Stato aveva già smascherato senza pietà le menzogne di due dei politici più impresentabili della Calabria, già ribattezzati il Gatto e la Volpe per il loro progetto di annessione della frazione di Campora ai feudi di Aiello Calabro, Serra d’Aiello e Cleto. Ma adesso, con la nuova pronuncia del Tar, il cerchio si è chiuso.
Si tratta, come tutti sanno, di Franco Iacucci e di Giuseppe Graziano. Erano riusciti a far passare in Consiglio regionale una proposta di legge senza né capo né coda con la quale avevano “preparato” un referendum farsa con il quale “prendersi” Campora San Giovanni, fissando anche la data di domenica 22 gennaio. Erano addirittura scesi in campo, facendoci vedere le loro schifose facce di culo (insieme) nel primo tragicomico comizio referendario alla presenza dei loro lecchini, ed erano evidentemente sicuri che il Consiglio di Stato sdoganasse il loro progetto ma – colpo di scena – il Cds ha sospeso il referendum e dunque domenica prossima 22 gennaio non ci sarà nessun referendum.
I due soggetti, dopo la batosta, non hanno avuto il coraggio (diciamo pure le palle) di pronunciare anche una sola parola ma in queste ore ad Amantea tutti ridono della loro disfatta e non perdono certo occasione per deridere la loro fallimentare politica di espansione. Certo, se ci fossero consiglieri regionali con un minimo di serietà, Graziano e Iacucci dovevano già essere seppelliti di improperi, oltre che di risate, ma – ahinoi – tutti sappiamo che in Consiglio regionale il più pulito, con decenza parlando, c’ha la rogna. E così, nell’indifferenza generale, ancora una volta tocca a noi di Iacchite‘, che peraltro siamo stati anche chiamati in causa da Iacucci in versione buffone, cantare la pampina a questi due pagliacci prestati alla politica.
Quasi di soppiatto, sotto sotto e con la sua proverbiale capacità di mettere sempre d’accordo tutti, a prescindere dal suo schieramento politico, quando si tratta di suoi interessi personali e politici, l’ex garzone di Palla Palla, al secolo Franco Iacucci, stava cercando, di fatto, di distruggere la città di Amantea. Agendo come un rapace avvoltoio che, in una fase di oggettiva difficoltà e di crisi di rappresentanza politica del comune tirrenico, si era avventato sulla preda per succhiarne il sangue. Arrivando fino al traguardo: quello di un referendum pilotato dalla Regione per spaccare in due Amantea e annettere al suo feudo di Aiello Calabro i comuni di Campora, Serra d’Aiello e Cleto. E tutto ciò nel silenzio totale dei rappresentanti di tutti gli schieramenti politici presenti sul territorio.
Iacucci, dopo aver raggranellato i voti degli amanteani in tutte le ultime elezioni, più di 500 voti alle Regionali, aveva deciso di cancellare, si, proprio cancellare una città per trasformarla in un piccolo paesino, e tutto questo solo per avere più potere contrattuale all’interno del Pd gestito da Madame Fifì e Nicola Adamo, con i quali, per convenienza, ha siglato da un po’ di tempo a questa parte un patto di non belligeranza. Anche se non ha mai smesso, sottobanco, di lavorare per affrancarsi da loro, e quello che segue è la prova di ciò che affermiamo.
Ma veniamo ai fatti, per come ormai li sanno in tanti ad Amantea. E che ognuno può verificare andando sul sito della Regione Calabria nelle pagine della prima commissione.
Alla Regione Calabria nei mesi scorsi è stato presentato, dal prestanome di Iacucci, il corrottissimo Generale Graziano, un progetto di legge per separare la frazione di Campora San Giovanni da Amantea ed unirla a Serra D’Aiello. Ad Amantea veniva dato poco credito all’iniziativa, poiché in un primo tempo nessuno (o quasi) si era accorto del fatto che dietro le quinte, a muovere le fila di tutta questa vicenda, ci fosse proprio Franco Iacucci.
In realtà il progetto vero, che veniva pure spiegato chiaramente, dopo una poderosa relazione scientifica, storica ed archeologica sulle origini di Temesa che si perde nella notte dei tempi, tenuta dal Generale Graziano, era quello di creare un nuovo comune, ridimensionando Amantea e mettendo insieme Aiello, Serra D’Aiello, Campora San Giovanni e Cleto, ovvero il nuovo feudo, da cui attingere voti, di Iacucci. Un po’ come sta facendo Putin con l’Ucraina, anche Iacucci – con le debite proporzioni, per carità – stava provando ad allargare i confini di Aiello, da sempre sede del suo regno.
A conferma dell’interesse del Iacucci ad annettere Campora al suo nuovo impero – azione finalizzata a rendersi “autonomo” elettoralmente da Capi i Liuni e Madame Fifì che come si sa ad Amantea sono di “casa” – il suo “innaturale” impegno a seguire la vicenda al punto da partecipare formalmente, con la scusa di sostituire qualche consigliere del suo schieramento, a tutte le sedute della prima commissione che si occupava del “caso”, di cui non fa parte.
Una vera e propria strategia di guerra “di espansione” curata nel dettaglio dall’ex garzone di Palla Palla al fine di far passare il progetto di annessione dei tre comuni al suo feudo con l’accordo di centrodestra (da qui la scelta di Graziano come prestanome per presentare la proposta di legge) e centrosinistra, senza mai esporsi più di tanto pubblicamente, lasciando così credere ai tanti che la creazione del suo “nuovo regno” fosse stata fortemente voluta da tutti.
Neanche l’elezione del nuovo sindaco di Amantea – che non fa parte della sua cricca – è servita per scongiurare il suo disegno. In cuor loro, Iacucci e Graziano erano ormai sicuri di averla spuntata e invece c’hanno trovatu u patruni… Ci sarebbe da prenderli a calci (in culo, per carità, senza fargli male per davvero…) e non è detto che prima o poi qualcuno non lo faccia.