Acquaro (Vibo Valentia) – Il prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli, ha inviato stamani la commissione di accesso agli atti al Comune di Acquaro, guidato dal sindaco Giuseppe Barilaro che ne ha dato notizia. “Daremo piena collaborazione alla Commissione preposta – afferma il sindaco – affinché si concretizzi una attività ispettiva quanto più possibile chiarificatrice. Nei prossimi giorni chiederò al prefetto e all’organismo investigativo di essere audito per manifestare piena ed assoluta disponibilità per contribuire alle iniziative che si renderanno necessarie”. Si tratta della seconda commissione di accesso – che dovrà stabilire se in questa consiliatura vi siano stati condizionamenti della criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica – inviata dal prefetto Lulli, prossima a lasciare tale incarico. Componenti sono il viceprefetto Roberto Mincucci, il dirigente del Commissariato di Serra San Bruno della Polizia Valerio Lapietra e il tenente Giuseppe Filannino del Comando provinciale della Guardia di finanza.
Fin qui le cose formali e ufficiali. Passando alle cose sostanziali, il sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro, detto Barracca, è chiacchieratissimo per le sue connivenze con i clan vibonesi e con i padrini della massomafia Giuseppe Mangialavori detto Peppe ‘ndrina e Michele Comito, detto mister 13 mila preferenze. Non a caso anche lui lavora nella sanità, all’Asp di Vibo Valentia, e non a caso da tempo era in prima fila per essere nominato dirigente e per essere candidato addirittura presidente della Provincia. Le notizie dell’arrivo della Commissione di accesso per lui, ma anche per i suoi capi, sono una vera e propria mazzata. Ma conoscendo i soggetti, faranno di tutto per proseguire con il loro disegno.
Un “colletto bianco” ben posizionato in alcuni uffici-chiave della Prefettura di Vibo Valentia, davanti a un bicchiere di vino, aveva rivelato senza alcuna difficoltà pochi giorni fa che alcune ordinanze già pronte per la firma e destinate ad avviare le commissioni d’accesso antimafia in alcuni comuni della provincia erano state inspiegabilmente bloccate grazie a interventi misteriosi e occulti. Ma adesso, almeno per Acquaro, qualcosa si è mosso.
Non si capisce, per esempio, come l’inchiesta della Guardia di Finanza al Comune di Vibo sia rimasta senza alcuna decisione nonostante la grande mole di documentazione sequestrata, tra la quale le prove delle frequentazioni, gli arresti e le conclamate parentele. Così come non si capisce la cappa che avvolge il Comune di Tropea dove il sindaco al servizio di Mangialavori ha premiato il dipendente diventato famoso per gli orrori al cimitero, anche lui con parentele imbarazzanti, oltre che esperto in estumulazioni…
Ma almeno per l’indagine dei carabinieri presso il Comune di Acquaro qualche riscontro è arrivato: tanto tuonò che piovve, è il caso di dire. Ad Acquaro il sindaco consente ad alcuni cittadini non proprio “puliti”, portatori di pacchetti di voti, di non pagare i tributi locali. E lo stesso sindaco, sempre il famoso Barillaro detto anche ragazzino oltre che “Barracca”, non disdegna di accompagnarsi a noti malacarne che gli fanno da “scorta” davanti agli occhi di tutto il paese. Nonostante ciò e nonostante il flop della sua assunzione a dirigente dell’Asp, Barillaro era in prima fila per candidarsi alla presidenza della Provincia di Vibo… Ora si attende che si muova qualcosa anche per Tropea, che si trova in una situazione ancora peggiore rispetto a quella di Acquaro.