di Ludovica Lunghi
Fonte: Il Messaggero
Non erano amici Giorgio Armani e Gianni Versace. Eppure nonostante i due modi completamente diversi di fare moda, negli anni hanno finito per alimentarsi a vicenda. Due visioni opposte, due estetiche inconciliabili che a lungo si sono scontrate senza mai sfociare in una guerra dichiarata. Uno incarnava la misura, l’altro l’eccesso; uno l’eleganza sobria, l’altro la trasgressione. Insieme hanno costruito la doppia anima della moda italiana degli anni ’80 e ’90, esportandola nel mondo come simbolo di creatività e potere estetico. Ma non senza qualche piccolo scontro.
I due stili
Da un lato, Giorgio Armani, il re della sobrietà, con le sue linee pulite, i colori neutri, l’eleganza misurata che ha rivoluzionato il guardaroba maschile e conquistato Hollywood. Dall’altro, Gianni Versace, il genio barocco della sensualità: stampe audaci, colori accesi, pelle e oro, una moda che non chiedeva permesso ma pretendeva di essere guardata.









