Asili nido ai tempi del cazzaro, la gara-farsa vinta dall’Adiss: Franza o Spagna purché se magna

Mario Occhiuto e Geppino De Rose

Il Comune di Cosenza, ormai da qualche tempo, non gestisce più direttamente gli asili nido di via Roma, via Livatino e Largo delle Vergini.

Il sistema del potere politico in effetti controlla sempre la situazione (soprattutto quando si tratta di assegnare i posti di lavoro disponibili) ma ha delegato i servizi a due cooperative, in questi ultimi anni. La prima è di quelle che vanno tanto di moda oggi, ovvero una del Nord, l’altra invece – tuttora in sella dopo una gara chiacchieratissima – è decisamente locale…

Mario Occhiuto pertanto non solo ha seguito in tutto e per tutto quanto già avevano fatto i suoi predecessori di sistema ma li ha superati, se possibile, in furbizia e capacità di lucrare. In questo caso, per sgombrare il campo da equivoci, non parliamo di ipotesi di reato ma di opportunità politica. Perché, come al solito, si sperperano fiumi di denaro e si privilegia gente vicina agli amici degli amici. In perfetta linea con la politica del “magna magna”.

La determina 2592 del 2014 aggiudicava alla cooperativa Orsa di Bergamo la gara per l’affidamento degli asili nido per un importo totale di 951mila euro all’anno provenienti dai fondi Pac. Dal mese di novembre 2014, quindi, i bergamaschi avrebbero dovuto – sulla carta – aver preso in mano la gestione dei nostri asili nido.

Perché abbiamo usato il condizionale? Ma perché chi frequentava quelle strutture giura e spergiura di non aver mai visto e sentito nessuno, con l’accento settentrionale, passare da quelle parti. Secondo le nostre fonti e non solo, il Comune, evidentemente di concerto con la cooperativa bergamasca, aveva individuato come coordinatrice delle tre strutture la signora Francesca Rina. Libera professionista, la signora non nascondeva, anzi palesava apertamente le sue ambizioni di comando e, in più, è anche imparentata con una famiglia importante. Suo marito, in particolare, è Sandro Petramala, fratello di Franco, supermanager della sanità cosentina ai tempi belli della Secop di Mario Occhiuto.

Ma la signora Rina non era e non è l’unica “cliente” dell’ormai ex sindaco in questa vicenda.

Qualche anno fa l’agenzia Adnkronos aveva pubblicato una dichiarazione sugli asili nido di Cosenza affidata a Geppino De Rose, economista, ex assessore e poi stretto collaboratore di Mario Occhiuto. Una circostanza un po’ strana, viste le competenze di De Rose ma evidentemente il buon Geppino – magari attraverso qualche “campanella” – dev’essere diventato un esperto anche in questo campo. Specie in quel momento che era decisivo per l’esito della nuova gara. Avrebbe vinto ancora l’Orsa o ci sarebbe stata qualche sorpresa?

Il Comune targato cazzaro ovviamente sarebbe stato molto felice se la gara l’avesse vinta di nuovo l’Orsa ma un’altra impresa aveva presentato domanda, la Adiss di Paola.

Eravamo ormai arrivati alla resa dei conti ovvero all’apertura delle buste: cosa sarebbe successo? Occhiuto (e De Rose con la “campanella” attaccata) sarebbero andati avanti con le loro “ruspe” o avrebbero capito che era il momento di mollare qualcosa? Beh, Occhiuto – che come tutti sanno ha “fiuto” per i soldi – ha dato ordine al suo gran cerimoniere di desistere e quindi di lasciar perdere. Aprendo il “tavolo” con i paolani e rimandando così dal marito la signora Rina. E pazienza se Petramala s’incazza… Con la conseguente vittoria dei paolani.

Ma torniamo a Geppino De Rose. L’economista di Occhiuto, sempre in quella nota, quando ancora faceva il gradasso, dopo averci informato che il Comune aveva esternalizzato il servizio degli asili nido, ci faceva sapere anche che “prima il servizio era gestito direttamente dal Comune ma con i problemi legati al patto di stabilità abbiamo deciso di esternalizzarlo”. Che sembra un po’ un ossimoro o, se preferite, un controsenso. Hai problemi con la stabilità ed esternalizzi un servizio? Ma tant’è.

Non solo. Gli asili nido comunali ospitavano 160 bambini, tutti a tempo pieno, e alle famiglie viene chiesto un contributo variabile in base alle fasce di reddito. La media è di 150 euro mensili a bambino, che moltiplicate per 160 fa la bella cifra di 24mila euro al mese e 288mila euro all’anno.

Per quanto riguarda la forza lavoro, indicata in 45 unità, De Rose ci faceva sapere invece che anche la legge prevede che siano i Comuni a provvedere e così Occhiuto ha potuto conservare il posto a quei dipendenti delle cooperative comunali che c’erano già, oltre a promuovere di grado qualcuno. Alimentando così il bacino di voti per la sua magica campagna elettorale del 2016. E cos’ ha aperto la strada all’Adiss e ha mandato a cagare l’Orsa. Tanto loro cadono sempre in piedi. Per citare un vecchio ma sempre attuale adagio, potremmo dire che “Franza o Spagna purchè se magna”…

Consentiteci però un’altra riflessione. Riepilogando: spendevamo 1 milione di euro per gli asili nido e incassavamo anche circa 300mila euro all’anno di rette dai bambini. Si può chiedere come venivano impiegati tutti questi soldi? Abbiamo capito che il sindaco incappucciato che ha preso il posto del cazzaro non ce lo dirà mai perché Nicola ed Enza lo prendono con il gatto a nove code ma un sussulto di dignità non guasterebbe. O no?