Corigliano-Rossano, ecco come il clan di Strafalaria ha truccato il concorso per Lady Bernardi e continua a fare affari

Come avevi anticipato già settimane prima, Lady Maria Pompea Bernardi doveva vincere e ha vinto il concorso per la direzione dello spoke di Corigliano-Rossano. Quello che è sconcertante è l’assoluta arroganza dell’ufficio concorsi dell’Asp di Cosenza che dipende sempre da Fra’ Remigio Magnelli e dalla sua damigella Fabiola Rizzuto (nonostante i rinvii a giudizio) ma che ora si è impreziosita di Maria Marano, altro elemento di spicco del clan del “Sistema Cosenza”.

Questi dipendenti pubblici che dovrebbero fare l’interesse dell’ente e della collettività, di fatto agiscono in completa autonomia rispondendo chissà a chi (chiunque sia è comunque “incappucciato” tanto per far capire meglio a tutti) ma senza alcun rispetto di regole e procedure previste per legge.

Per far vincere la Bernardi non hanno rispettato il principio che per un concorso di Direttore di Unità Operativa Complessa (una volta si chiamava primario) i Commissari devono essere Direttori nella stessa disciplina in concorso (cardiologi se si tratta di cardiologia, ortopedici se si tratta di ortopedia e cosi via), cosa che non è avvenuta in questo concorso.

Come si evince dai documenti, invece dei 3 commissari selezionati in base ad un sorteggio da un elenco nazionale, 2 risultano direttori di altre discipline e diversa da quella in concorso ovvero Direttore medico di presidio ospedaliero, e guarda caso l’unico direttore di Presidio Ospedaliero è Lucio Cosentino da Crotone, uno che viene spesso estratto dai sorteggi ai concorsi dell’Asp di Cosenza, che ha numerose iniziative che coinvolgono la Bernardi, la quale oltre ad aver lavorato per anni all’Asp di Crotone (ma guarda un po’ il caso!) è stata nominata dalla politica ai vertici della stessa azienda di Crotone, un conflitto di interessi grande come un palazzo altro che una casa… 

Il ridicolo in tutto ciò è il “dottore volante del 118” Riccardo Borselli, detto anche don Abbondio, che prometteva posti al concorso del 118, che è stato dapprima nominato facente funzioni del Direttore Sanitario Martino Rizzo da Rossano e poi indicato come sostituto a questo concorso cucito su misura per la Bernardi (cosa che difficilmente avviene data l’importanza di un concorso per direttore spoke), un concorso-farsa dove un Direttore Sanitario avrebbe dovuto accorgersi degli imbrogli della signora Maria Marano, che in barba alle leggi ha espletato il concorso in mancanza dei previsti requisiti di legge.

Cose che probabilmente Borselli non sa, visto che spesso sale sull’elicottero per percepire i lauti compensi di ogni turno (gli hanno liquidato 21.000 euro di arretrati proprio l’altro giorno) e non si è mai interessato di direzione sanitaria.

Lo so che scrivi tanto sull’Asp di Cosenza e che non si riesce a smuovere nulla, ma se ci rassegniamo non cambierà mai nulla, invece ogni goccia contribuirà a colmare il vaso. Perché a furia di battere anche il ferro si piega. O almeno dovrebbe piegarsi, specie se prima o poi nomineranno un magistrato non corrotto nel porto delle nebbie, come lo chiami tu… e come lo chiamano ormai il 99% dei cosentini.

A completare il cerchio magico dei rossanesi che fanno ormai definire l’Asp di Rossano e non di Cosenza, ora si è aggiunta la ballerina Bernardi di Cariati, che non è mai riuscita a completare un incarico assegnatogli dalla politica, in quanto invece di essere confermata è stata puntualmente ricollocata in altra mansione (questo per evitare ricorsi dopo il contratto firmato).

Ma il più intraprendente è sicuramente il camaleonte ingegnere Antonio Capristo, ovviamente di Rossano, che con una folgorante carriera ora si firma come Direttore pur se non ha mai fatto il concorso per diventarlo (è stato assunto durante il Covid, e ha come precedenti un rinvio a giudizio insieme a Tonino Gentile per questioni dell’Aterp di Vibo Valentia, ovviamente andato in prescrizione quindi nonostante le prove acclarate non risultano colpevoli…) che oramai acquista di tutto…

Sì, Capristo – bontà sua – acquista anche i test psicodiagnostici, cose mai utilizzate all’Asp, senza avere alcuna competenza, tanto scrive in delibera che “… su richiesta della struttura interessata…” senza indicare alcun nome, come se la struttura e non un responsabile potesse indicare cosa serve per svolgere l’attività sanitaria. Oramai fa tutto lui, fra un po’ gestirà anche le attività mediche, tanto all’Asp non esistono né leggi né regole, ma solo logiche di interesse.

Altra ridicola situazione è quella con la quale il Direttore Generale Antonello Graziano Strafalaria da Rossano proponga a se stesso l’adozione di delibere, alcune di carattere medico, che comunque non spettano a lui in quanto Direttore Generale ha altre funzioni mentre quelle di carattere medico sanitario vedono come massima figura apicale il Direttore Sanitario. Potrebbe – in caso rientri nelle sue competenze – adottare una determina e non una delibera, ma – si sa – è meglio dividere le colpe, cosi con tanti colpevoli gli eventuali processi si allungano ed è più facile arrivare alla prescrizione. Cchi mastrune…

Ma lui è medico e pensa di poter fare da solo come ha già fatto da Commissario dove non ha nominato come previsto per legge il Direttore Sanitario ed il Direttore Amministrativo sostituendoli con dei referenti – Fra’ Martino Maria Rizzo e Fra Magnelli – che dopo essere stati ammaestrati e provati sono stati nominati quando Graziano è diventato Direttore Generale e pertanto non poteva più rinviare le nomine.

Nel frattempo i servizi peggiorano e la gente e sempre più scontenta: questo assalto alla diligenza iniziato durante il Covid, oramai è diventata prassi comune, dopo le inchieste “Sistema Cosenza” e “Straordinari d’oro” (dove abbiamo pagato persone non si sa per quale servizio svolto!!!) e si è capito che possono fare di tutto, tanto non gli succede nulla… Ma la pacchia non può durare per sempre e l’indignazione popolare può smuovere le coscienze di alcuni magistrati, o cosi si spera e come sai la speranza è l’ultima a morire…

Lettera firmata