Asp Cosenza. La storia di Salvatore Crisci, l’uomo della compravendita dei crediti (‘ppe ri caggi) da 40 milioni

Salvatore Crisci

L’Espresso ha annunciato e poi pubblicato un’inchiesta sulle transazioni milionarie (e sospette) della sanità calabrese. Il riferimento è all’indagine della procura di Milano sugli atti “natalizi” delle Asp di Cosenza e Reggio e sugli accordi con quella di Crotone. Sempre e solo con beneficiario il colosso Bff. Con un servizio speciale che ricostruisce non solo il potenziale sistema ma che nell’epigrafe del titolo conserva tutto il suo significante, “Saccheggio sanitario, il metodo Calabria fa scuola”.

L’INCHIESTA DE L’ESPRESSO (https://www.iacchite.blog/saccheggio-sanitario-il-metodo-calabria-fa-scuola-linchiesta-de-lespresso/)

Negli ormai leggendari corridoi dell’Asp di Cosenza a via Alimena si è sparsa ormai da settimane la voce insistente che la procura di Milano ha chiuso le indagini preliminari e ha inviato 4 avvisi di garanzia ai responsabili. Si tratta di chi ha firmato materialmente la determina e quindi la triade composta dal direttore generale Antonello Graziano detto Strafalaria (in dialetto rossanese testualmente sbruffone), dal direttore amministrativo Remigio Magnelli detto Fra’ Remigio da Varagine perché esattamente come il mitico frate del film “Il nome della Rosa” affermava; “Per dodici anni non ho fatto altro che riempirmi la pancia, soddisfare la mia verga e imporre le decime ai contadini affamati”… E dal direttore sanitario Martino Maria Rizzo, anche lui rossanese e per il momento senza particolari nomignoli ma con un concorso molto chiacchierato che quanto prima farà venire fuori una vicenda “alla Fra’ Remigio…

Ne manca uno ed è il leggendario consulente al quale è stato demandato il compito di mettere a segno il “colpaccio” e così oggi vi (ri)raccontiamo – con tanto di foto “segnaletica” – la storia dell’avvocato Salvatore Crisci, del foro di Salerno, che ultimamente ha messo radici nell’Asp di Cosenza, ma già da qualche mese prima si era dotato addirittura di scrivania e segreteria.

Com’è possibile – ci chiedevamo – che un consulente avesse una stanza, una scrivania e persino le segretarie e potesse leggere tutti gli atti di un ente?
Neanche con l’avvocato Nicola Gaetano, leggendario legale paolano di stretta osservanza cinghlalesca per le centinaia e centinaia di parcelle d’oro ricevute dall’Asp, si era arrivati a tanto. Persino a Gaetano veniva impedito di ricevere i suoi clienti nell’Asp di Cosenza. E invece questo Crisci – tomo tomo cacchio cacchio – riceveva nella sua stanza i suoi clienti, nel cuore dell’Asp di Cosenza. Incredibile quello che sono riusciti a fare i rossanesi in poco tempo all’Asp di Cosenza.
Questo Crisci non aveva mai vinto un concorso, non aveva mai partecipato ad una formazione di privacy, eppure leggeva già da tempo tutte le carte che vengono protocollate all’Asp e si vantava di essere il braccio destro di Strafalaria.

Come si giustificava Graziano? Come si poteva permettere che un cittadino qualunque, facesse il consulente senza nessuna procedura di gara, eppure continuava a stare nei corridoi a dare ordini e pretendere risposte dei dipendenti?

Ma qualche uccellino deve aver sussurrato a Graziano che ormai a ‘sto Crisci lo avevano sgamato ed ecco che anche per lui era arrivata una bella determina firmata Rizzo&Magnelli con la quale gli si liquidavano 27mila euro per non meglio precisate competenze, così l’avrebbero finita di dire che non fa niente… E soprattutto anche se qualcuno dei corridoi spiffererà la notizia a Iacchite’ loro saranno “coperti”.

Ma una sola determina non bastava, serviva l’incoronazione ufficiale. Sì, insomma, fargli vincere qualcosa che somigliasse ad una gara e così si sono inventati un “Avviso pubblico per il conferimento dell’incarico individuale di esperto giuridico con contratto di prestazione professionale”. Hanno messo qualche soggetto impresentabile a fargli da corona (lo stesso Nicola Gaetano in primis!) e sono partiti come… un treno!

Pubblicazione elenco candidati in possesso dei requisiti generali e specifici di ammissione – Delibere n. 1242 del 6 giugno 2023 e n. 1622 del 24 luglio 2023.

  • Crisci Salvatore;
  • Gaetano Nicola
  • Manes Santo;
  • Misasi Raffaello;
  • Spataro Giovanni;
  • Tortorici Maria Donata.

E alla fine, il 13 settembre 2023, i tre dell’Ave Maria – Antonello Graziano alias Strafalaria, Remigio Magnelli alias Fra’ Remigio da Varagine e Martino “Maria” Rizzo che non ha bisogno di appellativi… di cui sopra – hanno dichiarato Crisci vincitore dell’avviso pubblico e si sono affrettati a definirlo senza vergogna responsabile dell’ufficio legale dell’Asp.

Il 26 gennaio il suo “esordio” in tv è stato tragicomico. Il Crisci, infatti, è stato chiamato direttamente in causa nel momento in cui l’inviato di “Piazza Pulita”, la trasmissione di La7 condotta da Corrado Formigli, gli ha mostrato le immagini che documentano il degrado strutturale dell’edificio di Serra Spiga dove si trovano la centrale operativa provinciale del 118 e lUnità di neuropsichiatria infantile.

A Cosenza tutti conoscono in quali condizioni di degrado versi quella struttura: pneumatici, materassi, cocci di water, seggiolini abbandonati… all’ingresso dell’edificio, l’insegna “118” fa a pugni con lo scorrere del tempo, come pure i muri da cui fuoriesce ferro arrugginito.

Un posto del genere andrebbe soltanto abbattuto e ricostruito. Invece ogni giorno è frequentato da bambini affetti da patologie più o meno gravi. Insieme con i sanitari del 118, gli stessi che chiamiamo quando c’è da salvare una vita. Un sopralluogo, datato 14 aprile 2022, ha dichiarato l’edificio di Serra Spiga del tutto inadeguato da un punto di vista strutturale e impiantistico. Eppure, l’Asp di Cosenza continua a pagare – per questa stessa struttura – un fitto annuo che sfiora il mezzo milione di euro.

Salvatore Crisci, al microfono dell’inviato, ha avuto anche il coraggio di sorridere (risus abundat in ore stultorum) mentre diceva: “Se lei mi trova ottomila metri quadrati, vado là domani mattina”… Decisamente più prosaico invece il mitico Fra’ Remigio, intercettato dal cronista mentre cercava di… scappare e che al microfono di La7 se n’è uscito con un sibillino “Prenda un appuntamento!”. Beh, non c’è bisogno di aggiungere altro. Ma il “capolavoro” del Nostro è decisamente un altro.

Parliamo della questione debiti e crediti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza contratti negli anni e oggetto di numerose speculazioni in mancanza di bilanci consolidati per diversi anni.
La Finanza avrebbe raccolto nei leggendari uffici dell’Asp di via Alimena la documentazione relativa ad uno dei più importanti colossi italiani, detentore in larga maggioranza dei crediti accumulati dai privati negli anni in attesa di liquidazione. Proprio sul finire dell’anno l’Asp ha stabilito una transazione da 39 milioni di euro a chiusura di un lungo processo di circolarizzazione dei debiti pregressi.
Oltre 23 milioni di euro riguardano gli oneri accessori accumulati nel tempo. Sedici, invece, sarebbero quelli legati al debito effettivo contratto dall’Azienda sanitaria negli anni con le aziende private e i fornitori. Altri 1,8 milioni invece riguardano “fatture non registrate oggetto di titoli esecutivi”. Il caso, però, è rimasto quasi del tutto top secret. Gli allegati alla delibera di dicembre non sono mai stati pubblicati.
La delibera venne chiusa con un “appunto”: «eventuali somme corrisposte in relazione al suddetto accordo transattivo e non risultanti dovute, per qualsiasi titolo, saranno oggetto di restituzione».

“… L’inchiesta sulle banche di factoring e sulla compravendita dei crediti, della Procura di Milano, è più grande del previsto – scriveva solo poche settimane fa il Quotidiano del Sud -. Non c’è solo la Calabria, ma diverse regioni d’Italia. Gli accessi del nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza di Milano ci sono stati non solo nelle Asp di Cosenza e Reggio Calabria. Anche in Campania e in altre regioni. E le procedure vanno avanti da diverso tempo. Al centro ci sarebbe la funzione di questi istituti bancari, la loro capacità di acquisto dei crediti vantati da fornitori e privati nei confronti delle aziende sanitarie. Una situazione dove si nasconderebbero doppi e tripli pagamenti. Condizione oltretutto inasprita da situazioni gestionali e contabili complesse all’interno delle stesse aziende. In Calabria la situazione interesserebbe non soltanto una banca. Sono diverse le società, tutte con sede a Milano, che da diverso tempo si sono concentrate sul debito sanitario calabrese… In mezzo c’è anche il caso Cosenza: la procedura che ha portato alla transazione con una delle banche sarebbe stata effettuata senza il parere degli uffici competenti. A gestire tutta la procedura di compravendita dei crediti, da quasi quaranta milioni di euro, sarebbe stato un consulente…”.

Beh, il sedicente consulente che ha fatto la trattativa è proprio Salvatore Crisci, il quale ormai da tempo sta cercando disperatamente di “smarcarsi” affermando che lui… non risulta. Ma è del tutto evidente che ci sia proprio lui al centro di un autentico pateracchio e nei corridoi di via Alimena il suo nome è diventato una barzelletta: non ci sono i pareri della Ragioneria e degli Affari legali eppure questa assurda trattativa è andata in porto e poi ci sono i tre utili idioti che hanno firmato la stessa delibera senza struttura proponente, Insomma, ci sono tutti i presupposti per un grande scandalo. Anche perché stavolta i tre dell’Ave Maria (Graziano, Magnelli e Rizzo) non hanno più neanche il “paracadute” ma siamo sicuri che stanno facendo anche carte false per uscirne fuori.

Sì, siamo davanti ad un grande scandalo perché ’inchiesta parte da lontano. Da quando cioè sono arrivate le intimazioni di pagamento di quattro società differenti, con sede tutte a Milano, già tre anni fa. Si trattava per la maggior parte di crediti relativi a case di cura private, acquistati dalle società e chiamate all’incasso. Si trattava di extrabudget non liquidabili, mentre in altre occasioni di quelle fatture non esisteva registrazione nella contabilità aziendale. L’istruttoria partì dopo una richiesta di accesso agli atti da parte dell’ex consigliere regionale Carlo Guccione. Altre volte, invece, erano già state liquidate con procedimenti ordinari. Una prassi da circa dodici milioni di euro che è sostanzialmente solo la punta dell’iceberg. Visto che siamo arrivati a una transazione da… 40 milioni di euro. E qualcuno ne dovrà rendere conto. O no?