Asp di Catanzaro, le controindicazioni della campagna vaccinale e il concorso pilotato: io ti dò, tu mi dai…

Asp di Catanzaro: le controindicazioni della campagna vaccinale (io ti dò tu mi dai).

Era prevedibile che la pandemia da COVID–19, potesse prima o poi assestare dei duri colpi alla già fragile sanità calabrese ed in questo contesto alcuni funzionari dell’Asp di Catanzaro hanno pensato bene di trarne vantaggio, come chi in Italia senza arte e né parte si è improvvisato ed adoperato in tutta fretta per produrre mascherine o gel disinfettante.

Lucro, guadagno, recupero di posizioni di potere che cercano di far passare come necessarie, indispensabili per il bene dei  cittadini certe situazioni, ma sono situazioni possibili solo in contesti collusi e non in aziende sanitarie commissariate per mafia.

Purtroppo le donne e gli uomini incaricati dallo stato per riportare la legalità nell’Asp di Catanzaro, istituzione che appartiene alla comunità e non ai funzionari rampanti, hanno buttato la spugna; adesso l’esigenza primaria e quella di ben figurare come nel caso della campagna vaccinale che deve andare bene a tutti i costi, ne va della loro carriera.

Ma cosa c’entra la campagna vaccinale in tutto questo?

La vicenda riguarda uno dei più squallidi tentativi di un tecnico della prevenzione che svolge la funzione di Responsabile del Servizio di Prevenzione e PROTEZIONE, ufficio che si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro aziendali, da non confondere con il Dipartimento di Prevenzione che ha competenza sulla prevenzione ad ampio spettro, di passare da funzionario a dirigente ergendosi a paladino della vaccinazione, campo non suo visto che si dovrebbe occupare di sicurezza nei luoghi di lavoro e non di vaccinazioni, ma approfittando della completa indifferenza/inettitudine del Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Catanzaro e di quello del Servizio Vaccinale che non hanno voluto cimentarsi in un’impresa del genere, si è ritagliato uno spazio che gli è servito per accreditarsi presso la direzione dell’Asp come delegato aziendale nella gestione del centro vaccinale di Catanzaro Lido presso Ente Fiera di Catanzaro.

E’ a questo punto che gli sprovveduti Commissari Prefettizi dell’Asp di Catanzaro cadono nella trappola dell’arguto tecnico e li convince che non vale la pena correre dietro ai riottosi del Dipartimento di Prevenzione, gli fa capire che sarebbe una perdita di tempo litigare con il capo dipartimento ed il dirigente del servizio vaccinazioni e si accordano per l’illegittimo passaggio da funzionario a dirigente, io ti curo la campagna vaccinale come delegato ASP, tu mi fai il concorso da dirigente ad hoc, un DO UT DES a suggello del patto.

Di quale figura dirigenziale stiamo parlando? Dirigente delle professioni sanitarie “area della Prevenzione”. Perché illegittimo?

La figura professionale di dirigente delle professioni sanitarie “area della Prevenzione” pur prevista dalla Legge 251/2000, non è prevista né dall’atto aziendale vigente, né dal fabbisogno del personale dell’Asp per il triennio 2021/2023 approvato con delibera n. 376 del 23/03/2021, inoltre la posizione in cui collocarli è in staff alla direzione sanitaria, ma la cosa più grave è che i dirigenti delle professioni sanitarie nulla hanno a che vedere con il Servizio di Prevenzione e PROTEZIONE diretto dal tecnico vaccinatore, difatti i Servizi di Prevenzione e PROTEZIONE in staff al datore di lavoro, si occupano per conto di esso della sicurezza nei luoghi di lavoro AZIENDALI e cioè dei lavoratori dell’Asp e dei fruitori dei servizi e delle strutture, così come previsto dal D. lgs. 81/08; tale servizio è sotto il controllo diretto e totale del datore di lavoro, che a questo punto potrebbe, qualora non regolamentato o regolamentato male, esercitare  influenza sui i tecnici dell’area della prevenzione che sono anche ufficiali di polizia giudiziaria e che per il ruolo che svolgono devono essere indipendenti ed incondizionabili.

Attualmente detti tecnici, dipendono dai direttori delle diverse unità operative complesse che si trovano all’interno del Dipartimento di Prevenzione e conservano una certa autonomia, con l’istituzione della figura del Dirigente delle professioni sanitarie “area della prevenzione all’interno del Servizio di Prevenzione e PROTEZIONE, si instaurerebbe di sicuro una certa dipendenza, ecco la incompatibilità della figura all’interno di un servizio del datore di lavoro.

I settori del Dipartimento di Prevenzione nei quali operano i tecnici della prevenzione NON IMBOSCATI IN ALTRI SERVIZI, sono quelli dell’igiene pubblica, dell’igiene degli alimenti, dei settori veterinari, in quelli ispettivi della sicurezza nei luoghi di lavoro, tutto ciò a tutela dell’intera collettività, mentre la sicurezza del lavoro che dovrebbe esercitare il tecnico vaccinatore non è un’attività ispettiva, ma un’attività limitata ai luoghi aziendali, di consulenza al datore di lavoro che deve valutare i rischi lavorativi dei dipendenti dell’ASP e di chi transita nei luoghi di lavoro dell’ASP.

Un’anomalia tutta calabrese,  in odore di incompatibilità, inoltre quello di dirigente delle professioni sanitarie “area della prevenzione” non è previsto dalle linee guida regionali emanate nel DCA 31 del 2021 rettificato con il DCA n. 33, che ha invece previsto quello di infermieristica/ostetricia e quello della riabilitazione, ma l’Asp di Catanzaro si deve sempre distinguere, difatti nell’ipotesi di atto aziendale in fase di approvazione, ha previsto tutte e cinque le aree delle professioni sanitarie andando in contrasto con i DCA ed a questo punto la domanda sorge spontanea: perché accontentare solo il tecnico della prevenzione vaccinatore e non bandire dei concorsi per tutte le aree delle professioni sanitarie?

Risposta: perché bisognerebbe istituire una macrostruttura in staff alla direzione generale nella quale inserire tutte le aree con conseguente nomina del dirigenti per ogni area e di questi tempi non passerebbe, inoltre la figura di dirigente delle professioni sanitarie, andrebbe prima regolamentata all’interno delle aziende con il contributo delle organizzazioni sindacali che come al solito dimostrano di essere silenti che più silenti non si può; in merito l’Asp di Catanzaro non ha uno straccio di regolamento neppure per il dirigente che oggi legittimamente occupa l’unico posto messo a concorso, con una procedura regolare e specchiata, bisogna però occupare in modo clientelare le postazioni, questo è il solito metodo che non ci si aspetterebbe da prefetti che dovrebbero solo tutelare gli interessi dei cittadini senza andare a discapito di altri cittadini e cioè i giovani ed i soggetti anche non più giovani che hanno studiato una vita e che hanno tutto il diritto di partecipare non svantaggiati ad un concorso costruito su misura per il solito giullare di corte che ha dimestichezza con le interviste e le comparsate in televisione.

E poi perché non si utilizzano le graduatorie ancora in vigore del precedente concorso da dirigente delle professioni sanitarie risparmiando risorse economiche?

Forse perché non si potrebbe più accontentare il tecnico vaccinatore?  Oppure è la mancata previsione di tali figure nel  fabbisogno del personale dell’ASP in piena contraddizione sia con il vigente atto aziendale che con quello in fase di approvazione?

Per rispettare l’accordo di DO UT DES, gli atti adottati dalla triade commissariale sono due:

il riposizionamento del dirigente delle professione sanitarie area della prevenzione all’interno del Servizio di Prevenzione e PROTEZIONE, cosa ridicola, assurda (atto deliberativo n. 410 del 30/03/2021) e quello fresco di giornata in cui si bandisce il concorso non solo definitivo, ma anche temporaneo perché bisogna accontentarlo subito il tecnico vaccinatore, altrimenti gli molla tutto e la campagna vaccinale va a farsi benedire vista l’assenza di dirigenti che vogliono prendersi questa gatta da pelare (atto deliberativo n. 690 del 01/06/2021).

Ormai il tecnico vaccinatore li ha in pugno, i commissari sono nel sacco ed abdicano alla legalità.

Ma chi è il fortunato che quasi certamente ricoprirà il non previsto posto da dirigente dell’area della prevenzione?

Si chiama Francesco Lucia, ex ispettore del NISA presso la procura di Catanzaro, politico di lungo corso, amministratore rieletto in uno dei comuni più turistici della Calabria, prima assessore ai lavori pubblici ed al turismo, oggi presidente del consiglio comunale di Montepaone lido in provincia di Catanzaro, comune nel quale la famiglia del tecnico è proprietaria del più esclusivo lido balneare con annesso ristorante esclusivo, lo stesso Francesco Lucia che pur assolto dall’accusa di falso ideologico in atto pubblico, non ha evidentemente superato, ogni oltre ragionevole dubbio, l’esame di affidabilità imposto dal procuratore Nicola Gratteri a tutti i servitori dello stato che hanno preso l’impegno versi le comunità che non svendono la legalità, altrimenti avrebbe preteso di rientrare alla procura, vista l’assoluzione, ma questa è un’altra storia.

Purtroppo i venuti da fuori,  con il tempo perdono quella diffidenza che non dovrebbe mai venir meno in territori dove il diavolo si traveste da angelo sopperendo a quelle carenze che chi non è del territorio non riconosce e non riesce a risolve se non si uniforma al territorio.

E’ questo quello che è accaduto ai poveri Commissari Prefettizi, per non rimetterci la faccia in una importante campagna vaccinale, si concedono regalando una promozione di carriera che pagherà come al solito la comunità catanzarese.

A chiusura una domanda sorge spontanea, ma il dottore Francesco Caparello, Direttore del Dipartimento di Prevenzione e quello dei servizi vaccinali dell’Asp di Catanzaro deputata agli interventi di prevenzione primaria delle malattie infettive, che ne penseranno dello scippo di competenze operato dai commissari dell’Asp su indicazione dal tecnico vaccinatore?

Forse la loro voglia di far poco, li porterà a dire “che me ne fotte basta che non rompono i coglioni a me, tengo famiglia io”.

Qualche ultima considerazione. I commissari o chi per loro potrebbero addurre che chi vincerà il concorso non sarà il tecnico della prevenzione aspirante vaccinatore Francesco Lucia perché aperto a tutti, ma a questo punto la domanda sorge spontanea.

Se il dirigente delle professioni sanitarie area della prevenzione dovesse essere un’altra persona, visto che il funzionario responsabile del Servizio di Prevenzione e PROTEZIONE è attualmente il Lucia che si ribadisce è un funzionario, chi firmerà le ferie del nuovo dirigente visto che il posto lo hanno collocato impropriamente all’interno del servizio diretto da Lucia? Chi lo valuterà il dirigente, Lucia? Da chi dipenderà la gestione giuridica del nuovo dirigente? Non di certo da Lucia che sarebbe un sottoposto in un servizio/ufficio che è diretto da un sottoposto nella scala gerarchica sanitaria.

Ecco, questo fa comprendere a chi legge che è tutta una cosa concepita sull’onda dell’emozione, qualcosa concepita dalla scarsa conoscenza delle dinamiche della sanità.

Queste cose vanno studiate, sottoposte alle parti sociali che probabilmente farebbero notare l’incongruenza, invece si capisce bene tutto, ma poi vedrete che se tutto salterà con la revoca delle delibere, il tecnico vaccinatore sparirà ammutinandosi e lasciandoli nella cacca vaccinale.