Barbieri ha capito ‘a Sila

A Sila vo’ capita. E sono bastati pochi giorni allo chef stellato Barbieri per capirla. Il famoso chef è arrivato sull’altopiano per girare una puntata di 4 Hotel. Le telecamere lo hanno seguito tra Camigliatello e San Giovanni in Fiore, alla ricerca del miglior hotel della Sila. E come succede in ogni puntata, lo chef si è “innamorato” del posto.

Dopo neanche qualche ora dal suo arrivo, gli elogi all’ospitalità, alla genuinità delle materie prime, alle montagne, alla flora, alla fauna, ai porcini, ai briganti, al trenino, all’arte, alla cultura e alle tradizioni della Sila si sono sprecati. Sono bastati pochi giorni allo chef Barbieri per entrare in sintonia con la Sila: per capirne usi e costumi, miserie e nobiltà, bellezze e dannazione. Ma soprattutto profumi e sapori. Quattro giorni, per l’esattezza, al termine dei quali lo chef pluristellato ha sentenziato: «La Sila è fantastica. io, da qui, non me ne voglio più andare».

Un entusiasmo perfettamente in linea con la sceneggiatura del format: la meraviglia, la scoperta, la frase ad effetto e il finale da applausi. Dietro tutto questo amore per la Sila c’è il copione di sempre: una competizione dove quattro albergatori si giudicano a vicenda fingendo di non farlo. Si arriva all’hotel, si ispezionano le stanze, si dorme, si commenta la colazione con la gravità di un processo penale, si testano i servizi offerti, e si poi si vota. Ogni puntata segue lo stesso rito: la scoperta dell’ovvio, l’emozione programmata, la finta critica, il colpo di scena inesistente.

Alla fine, uno vince, gli altri applaudono, e tutti tornano a casa con la convinzione di aver fatto promozione alla propria struttura e al territorio — mentre in realtà hanno solo scambiato un po’ di inutile visibilità per sviluppo e futuri affari. Infatti il programma del pluripremiato chef, nella scala dell’audience televisivo, è in fondo alla classifica: raccoglie poco più di 200.000 spettatori a puntata, e il trend è in discesa. La maggior parte del pubblico è quasi sempre composta dagli abitanti del territorio oggetto della puntata. 4 Hotel è un programma che non guarda nessuno. In termini pubblicitari non vale niente: meno dell’1% di share. Ma la presenza della star stellata fa apparire tutto come una importante “vetrina” per promuovere la struttura e il territorio. Ed è comprensibile la voglia di un piccolo imprenditore di partecipare a un programma televisivo condotto da una star della ristorazione e dell’accoglienza, nel tentativo legittimo di farsi pubblicità.

Ma non è questa la strada. Non sarà certo la pacchiana trasmissione di Barbieri a far aumentare prenotazioni e turismo in Sila. Nessun albergatore delle puntate precedenti ha registrato un reale incremento di lavoro dopo la messa in onda, né si sono viste ondate di turisti. Da questo punto di vista, funziona più Rita De Crescenzo, che a Roccaraso i turisti li ha portati davvero. Un’invasione. Le località visitate da Barbieri, invece, come erano prima tali sono rimaste. È tutta un’illusione che lascia per davvero il tempo che trova.

Più che mettersi in competizione con i propri colleghi, gli albergatori dovrebbero chiedere conto alla politica di ciò che davvero manca: infrastrutture, servizi, visione e rispetto per un territorio che non ha bisogno della retorica di Barbieri per essere raccontato. Gli albergatori dovrebbero fare rete tra di loro, piuttosto che andare in tv a dire cosa manca nell’albergo del vicino. Perché questa non è promozione: è solo un misero spettacolo che giova solo a Barbieri, l’unico che davvero ne trae profitto. Agli albergatori, alla fine, resta solo l’effimera soddisfazione di esserci stati — e di poter dire, almeno per un giorno, “siamo andati in onda”. È vero, a Sila vo’ capita. E Barbieri l’ha capita… l’ha capita così bene che non ci è rimasto.