di Riccardo Colao
Fonte: L’Italiano
BARI – Il Catanzaro ritrova sulla sua strada (da avversario) il “comandante” Vivarini (fresco di esoneri ovunque sia andato ad allenare, dopo la magica parentesi alla corte del presidente Noto) che detiene il record di aver firmato due cospicui contratti nel giro di un solo campionato: tuttavia (visti gli esiti degli ultimi incontri) rischia pure di ottenerne un altro: quello della coppia di licenziamenti nel medesimo torneo. Ma tutto ciò riguarda la società dei De Laurentiis e saranno loro a prendere tutti i provvedimenti necessari. A noi interessano le sorti del “Catanza” dei ragazzi di mister Aquilani ai quali si chiede di mantenere l’iter positivo sin qui raggiunto e di mantenere le posizioni acquisite in classifica che, per il momento, aprono la strada all’indirizzo dei playoff.
PRIMO TEMPO – La XVII giornata del torneo si apre al “buio” per Bari e Catanzaro che anticipano di fatto tutte le altre partite a seguire tra sabato e domenica. I ragazzi di Aquilani scendono in campo con la maglia forse meno gradita, quella di colore scuro con numeri e scritte degli atleti in verde. Per lo meno – data la tinta – si può parlare di speranza. Quella di trascorrere una festività in armonia per l’ormai classico “Natale in casa Notiello” (metà Noto e metà Iemmello). Poca tifoseria sugli spalti della capitale pugliese per quel che riguarda i colori biancorossi. Molti quelli giallorossi (nonostante la giornata lavorativa e gli scioperi “landiniani” dei trasporti). Galletti che non brindano ai tre punti dal 2 novembre. Tre vittorie di fila per le Aquile che puntano magari al poker strizzando l’occhio alla “ics” che non sarebbe in partenza un risultato da disprezzare. Anche se il Bari (in crisi) vanta due record negativi: peggior attacco e peggior numero di tiri in porta mentre al contrario ne subisce a valanga. Non fanno parte dei demeriti di Vivarini ma in maggioranza appartengono alla gestione Caserta… Dunque un bersaglio facile da colpire? Nel calcio “mai dire mai e mai dire gol”. Staremo a vedere
Si parte. E si intuisce subito come andranno le cose. Il “Catanza” detta legge. Mantiene il possesso palla e senza eccessiva fretta costruisce, azione su azione, un quadro che renderà questo primo tempo “ecceziunale veramente” per dirla all’Abatantuono. Vivarini ha pensato di salvarsi edificando una specie di bunker arretrato poiché ha visibilmente terrore di gente come Favasuli, Cisse, Iemmello, Pontisso… Lo si desume dalla disposizione tattica e non è un caso che i Giallorossi battono quasi nove corner e mantengono il possesso palla con un impressionante 90% rispetto ai padroni di casa. Il fattore campo è annullato dalla scarsissima presenza di supporters biancorossi mentre i vessilli e i cori catanzaresi si odono e come, nella versione stereo “Uber alles”. Raccontare il primo tempo è come narrare uno spettacolo nello spettacolo. Non ci sono geometrie che Aquilani non riesca a tracciare. Iemmello e Petriccione dettano i temi. Favasuli, Pontisso, Pittarello e Cisse eseguono le trame. Non vogliamo esagerare ma un “Catanza” così non lo vedevamo dai tempi in cui c’era Vivarini sulla panchina. Oggi invece “Il comandante” siede (per fortuna) su quella del Bari e francamente la sua formazione fa pena e acqua anche se onestamente riesce a difendersi e ad evitare il tracollo.
E passiamo alla cronaca. Al 16′ il colpo di testa di Iemmello tramuta il cross di Cassandro in un impatto sulla traversa vicino all’incrocio dei pali. Il primo squillo, il primo allarme che annuncia il crollo del fortino dei Galletti. Tre minuti più tardi è Pittarello a tentare la via del gol, ma il suo potente tiro è deviato e finisce in corner. Al 20′ Cisse, elegante, dinamico e pugnace, insiste ed effettua un cross che è un invito al gol però il pallone finisce nei territori delle intenzioni perdute. Poi trascorrono dieci minuti di dominio totale giallorosso durante i quali i calciatori baresi sono letteralmente surclassati in velocità da quelli catanzaresi. Al 30′ piove un cross sulla testa dello zar Pietro. Iemmello lo amministra offrendolo al ben piazzato Pontisso che lascia partire un piattone al volo di quelli che difficilmente possono essere neutralizzati dai portieri. Infatti non ci riesce neppure Cerofolini che resta trafitto e battuto, dall’angolazione e dalla potenza. Il “Catanza” passa in vantaggio dopo essere stato praticamente in possesso del pallone per tutto questo lungo periodo di gioco.
Lo svantaggio dovrebbe dare lo spunto alla formazione di Vivarini per l’ipotetica reazione ma il “Catanza” è troppo forte, particolarmente attento, determinato e asfissiante per consentirlo. La fisionomia del match non muta di un millimetro. Al 33′ Favasuli ha l’opportunità di raddoppiare; il suo tiro è calibrato e furbesco tuttavia finisce a lato. Si va avanti con le trame ben articolate tutte di marca giallorossa e si chiude tra i fischi degli sparuti tifosi baresi che non possono e non vogliono arrendersi all’evidenza della formazione rinunciataria e timorosa che al momento non ha dato segni di vitalità e che appare sbilanciata e farraginosa. Troppo per poter recuperare lo svantaggio.
SECONDO TEMPO – Si riparte. Vivarini tenta qualche variante. Aquilani rimane fermo sulle decisioni che gli concedono di procedere al ritmo prefissato. Non cambia di molto la fisionomia del match. Anzi l’unica cosa che varia è il risultato. Non passano nemmeno due minuti che la formazione di Aquilani raddoppia. C’é un passaggio illuminante di Iemmello, bravo nel recuperare palle vaganti, poi un cross di Petriccione quindi svetta la capoccia di Antonini che infila per la seconda volta Cerofolini.
Si potrebbe scrivere – senza per questo scontentare nessuno – che “non c’é trippa per i galetti” ma neppure… becchime. Sono sempre le Aquile a dettare legge. Ad artigliare i palloni, a sottrarli agli avversari, a cercare il controllo possessivo e oseremmo dire ossessivo nei riguardi dei locali. Vivarini tenta qualche altra variante, sbraita dalla panchina, cammina nevrotico e va su e giù nello spazio concesso dal regolamento, si prende qualche rimprovero verbale da parte dell’ottimo arbitro Rapuano (ha diretto con rara maestria e occhio felice) però la formazione di cui dispone ha ben poco da raccontare sul campo. Idee confuse, azioni prevedibili, scarsa reattività… più che in progressione appare in regressione.
La potenza calcistica delle Aquile è soverchiante. Aquilani ha finalmente applicato alla quadra il modulo che ama. Si vola verso la quarta vittoria consecutiva e si potrebbe anche triplicare o quadruplicare l’attivo. Ma i suggerimenti di Iemmello (come un velo per Pittarello) non sono sempre ben compresi; i tiri di Cisse, di Pontisso e le folate di Favasuli non producono altre occasioni, sebbene Cerofolini devia un bel tiro di Iemmello e in più fasi potrebbe capitolare, ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Entrano in campo calciatori come Liberali, Rispoli, Nuamah. La capacità di controllo da parte dei Giallorossi non subisce modifiche di un millimetro. Mentre la gara scivola via verso l’archiviazione, c’é tempo (nei quattro minuti di recupero) per un ultimo sussulto. Il subentrato Liberali commette quel che si definisce un’ingenuità in area di rigore e Rapuano non può fare a meno di assegnare il penalty. Dal tiro di Bellomo scaturisce il gol della bandiera barese. Poi la finissima sabbia del tempo residuo scivola innesorabilmente nel fondo della clessidra e arriva il fischio finale. I tre punti sono appannaggio del Catanzaro. Al Bari nemmeno l’onore delle armi. Una sconfitta troppo pesante che rivela la fragilità dell’impianto della formazione pugliese. Tripudio per i supporters calabresi che hanno goduto della visione di un partita che resterà negli annali della storia del calcio catanzarese.
CONCLUSIONI – Quarta vittoria consecutiva per Aquilani. Il “Catanza” macina vittorie e punti. 12 nel poker di gare disputate sino ad oggi. Sarà un bel Natale per la formazione giallorossa che sta chiudendo in bellezza questo 2025. Non potrà esserlo per Vivarini. Il “grande” ex attendeva di incontrare il suo precedente club per far valere la legge dell’ex… e invece ha subito la “Legge del menga”. Avrebbe voluto ripartire e rilanciare il Bari, ha rimediato due ceffoni e una lezione di calcio che difficilmente dimenticherà. Se è vero che la vendetta è un piatto che va servito freddo, il “Catanza” glielo ha scodellato senza fronzoli. Si spengono le luci al San Nicola, svaniscono le speranze vivariane di resuscitare il Bari-Zombie; si accendono i riflettori sul percorso della squadra del presidente Noto. A noi sta bene così. Buon Natale amici lettori! Sempre giallorossamente vostro
Riccardo Colao
IL TABELLINO DI BARI – CATANZARO 1 – 2
MARCATORI: 30′ Pontisso (Cz), 49′ Antonini (Cz), 93′ Bellomo (Ba), su rigore
SSC BARI (3-5-2): Cerofolini; Pucino, Kassama (80′ Cerri), Nikolaou; Dickmann, Braunoder, Verreth, Maggiore, Burgio (45′ Mane); Gytkjaer (45′ Moncini), Rao (62′ Bellomo). All.: Vivarini
CATANZARO (3-4-1-2): (3-4-2-1): Pigliacelli; Cassandro, Antonini, Brighenti; Favasuli (60′ Frosinini), Petriccione (70′ Rispoli), Pontisso (80′ Alesi), D’Alessandro (70′ Nuamah); Iemmello, Cisse (70′ Liberali); Pittarello. All.: Aquilani
DIREZIONE ARBITRALE: Antonio Rapuano della sezione di Rimini (nella foto sottostante); coadiuvato dagli assistenti Luigi Rossi di Rovigo e Marco Ceolin di Treviso. IV ufficiale: Leonardo Mastrodomenico della sezione di Matera; al VAR Manuel Volpi di Arezzo assistito dall’AVAR Francesco Meraviglia di Pistoia.











