A Belvedere Marittimo si sta consumando il voto di scambio più squallido e sfacciato della storia recente della Calabria, il tutto alla luce del sole, ma nel silenzio più totale della Procura di Paola, nonostante le denunce pubbliche di Iacchite’, delle forze di minoranza e persino dei cittadini. Belvedere è una polveriera.
Il patto della sanità privata largamente annunciato si sta consumando in queste ore, ed è peggio del previsto.
Il sindaco Don Cascini ha autorizzato l’ex clinica Spinelli di Maurizio Arci, che a sua volta aveva ottenuto autorizzazione dalla Regione Calabria (commissario…parassita Occhiuto) il 4 dicembre scorso.
Tutti a Belvedere Marittimo conoscono la situazione del sindaco Vincenzo Cascini. Tutti, anche la stampa di regime che evita accuratamente di scrivere per non perdere i generosi finanziamenti della Regione Calabria, che ha messo il bavaglio a tutti.
Cascini e Impieri rischiano la seconda sfiducia e per questo hanno corrotto ed abbordato grazie alla longa manus della Regione Calabria (leggi Gianluca Gallo cedrone), Maria Rachele Filicetti, moglie di Maurizio Arci.
Filicetti farà la stampella al sindaco e lo salverà dalla seconda sfiducia di fila.
Stiamo raccontando da settimane queste dinamiche. Stiamo svelando i retroscena di questa campagna acquisti di consiglieri comunali a Belvedere Marittimo.
È il patto della sanità privata perché di politica non vi è davvero nulla, anzi quest’ultima è sprofondata nel degrado più totale.
La situazione è incandescente. Le prove di voto di scambio sembrano esserci tutte ma la Procura continua a dormire beata. Probabilmente qualche parente dei pm sarà ricoverato alla clinica Cascini o magari a quella di Arci&Filicetti, oppure la massoneria ha alzato la saracinesca, altrimenti non si spiega.
Ci sono atti pubblici. Ci sono indiscrezioni di stampa che trovano conferma nei fatti. Ci sono denunce alla Procura. Ci sono atti e date quantomeno sospette ma il sostituto procuratore ribattezzato ormai come insabbiatore, dorme beato. Ne prendiamo atto, ma noi andiamo avanti perché nel frattempo Belvedere Marittimo è una polveriera, e tutti, tranne i lecchini della maggioranza, ormai ne hanno le tasche piene. Il concerto di Povia è stato un flop. La sceneggiata architettata da Arci e Cascini, complice la strumentalizzazione dei bambini dello Scoiattolo, ha fatto venire il vomito ai pochi presenti, mentre l’assessore Marco selfie Carrozzino si agita sul web perché è stato definito lecchino.
Il Comune gestito come una clinica, come una cosa propria.
Carrozzino spieghi anche a che titolo i membri del comitato Belvedere in Festa hanno chiesto soldi ai contribuenti, se hanno lasciato o meno una ricevuta e come sono stati spesi.
Torniamo però al patto della sanità privata, ché tanto a Carrozzino non lo caga nessuno… Il sindaco Vincenzo Cascini per blindare il voto in consiglio comunale di Maria Rachele Filicetti ha addirittura autorizzato l’ex clinica Spinelli che sorge nel centro storico, ad erogare servizi. Avete capito bene. Il sindaco Cascini, che rischia la sfiducia, autorizza la clinica del marito di Maria Rachele Filicetti, che entrerà in maggioranza e salverà la poltrona sua e di Francescuzza. Come volete definire voi questa operazione? Noi non abbiamo più parole.
Qui ci sono le carte pubbliche, consultabili sull’albo pretorio del comune di Belvedere Marittimo.
Ripetiamo ancora una volta. Cara Procura di Paola, per voi è tutto lecito e normale?
È normale che dopo l’accreditamen to de Lo Scoiattolo di Sangineto all’Ats N.2 Paola-Cetraro, l’autorizzazione della Regione Calabria il 4/12/2023 e l’autorizzazione per l’ex clinica Spinelli ad opera addirittura del primo cittadino, Maria Rachele Filicetti voterà Dup e Bilancio? Tra l’altro un Dup che non potrebbe nemmeno votare per palesi incompatibilità. Un Dup che contiene il Piao, con le assunzioni clientelari bocciate persino dal segretario comunale oltre che dall’assessore Greco.
Se per la Procura di Paola, per la Corte dei Conti è tutto normale e lecito allora va bene. Alziamo le mani. Vuol dire che la legge sono… loro e non c’è niente da fare. A futura memoria, come sempre.