Benvenuti all’Unical, l’Università della Calabria. Qui arrivano studenti da ogni parte della regione: poco più di trentamila che sperano in un futuro, fuori o dentro l’università. Ma che rischiano di trovarsi le porte sbarrate se non hanno un cognome «di peso» all’interno di un ateneo che sembra uno spaccato perfetto del malcostume che regna nell’università italiana.
Sono almeno una ventina le famiglie che si spartiscono in un intreccio alla Dynasty una larga fetta della torta composta dal personale docente: ottocento in tutto tra ordinari, associati e ricercatori. Ma hanno anche in mano alcuni dei posti chiave dell’ateneo, considerato dal Censis «una delle migliori» università di medie dimensioni italiane.
Intrecci politici e familiari, una sorta di reticolo inestricabile.
Domenico Cersosimo
Il professore Domenico Cersosimo è stato vicepresidente della Regione e assessore all’Istruzione e alla Ricerca scientifica e contemporaneamente ricopriva la cattedra di Economia applicata nello stesso dipartimento – Economia e Statistica – in cui la moglie aveva il ruolo di «associato».
Giovanni Latorre
Il penultimo rettore dell’Unical Giovanni Latorre nel 2005 si è candidato alle regionali, col centrosinistra, nel listino bloccato in appoggio di Agazio Loiero. Proprio allora, dopo la sua mancata elezione, è arrivata la modifica dello statuto che gli ha consentito di restare in carica e allungarsi fino al 2011. Intanto il PD calabrese lo contemplava fra i membri del «comitato dei saggi» e lui è riuscito a conquistarsi pure un aumento di «indennità» di 30mila euro.
L’UNIVERSITA’ DEI “BARONI MASSONI”
Qui a Cosenza ormai da tempo si dice che l’università è in mano ai “baroni massoni”.
Giuseppe Frega
Qualche esempio? Giuseppe Frega, ex rettore prima dell’avvento del super-votato Latorre, tra gli agitatori della protesta anti-Gelmini, passato poi al ruolo di direttore del Dipartimento di Difesa del Suolo prima del “meritato” riposo, ha i figli, Nicola e Ferdinando, che fanno i ricercatori all’ Unical.
Poi ci sono i Trebisacce: il padre, Giuseppe, ha insegnato una vita nello stesso dipartimento – Scienze dell’Educazione – in cui lavorano come ricercatori Giovan Battista e Nicola, i due figli.
Ancora i Crispini: il compianto padre, ex preside della facoltà di Lettere e Filosofia, ha portato al seguito le due figlie, Ines (ordinaria a Filosofia) e Alessandra a Chimica.
Papà Enrico Caterini, nel Dipartimento di Scienze Giuridiche da lui diretto, si è trovato come ricercatore il figlio Mario. E poi una schiera di mogli, nipoti, fratelli (tanti) e cugini che anche senza la curiosa coincidenza dell’omonimia sono il simbolo dell’Italia del «tengo famiglia».
Franco Rubino, quando era preside di Economia, ha lavorato al fianco della moglie, Lidia Mannarino, ricercatrice nello stesso dipartimento del marito. E così Pietro Brandmayr, marito di Tullia Zetto, docente nello stesso dipartimento di Ecologia del suo sposo.
LA GUERRA PER IL RETTORATO: SCIENZE POLITICHE E SOCIALI
Due mesi fa c’è stata l’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017, promossa dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo.
Il tema in discussione era “Corruzione e criminalità organizzata: una sfida europea”. La passerella politica è stata uno squallido contorno di questa gigantesca fiera dell’ipocrisia.
Guerino D’Ignazio
Sempre ad ottobre all’Unical è scoppiato il bubbone delle dimissioni del prorettore Guerino D’Ignazio, che era il braccio destro dell’attuale rettore Gino Crisci ma che per tanti anni è stato preside proprio del Dipartimento di Scienze Politiche e sociali.
Beh, a Scienze Politiche e sociali hanno certamente il record di mariti e mogli professori. Più che un Dipartimento sembra un’agenzia matrimoniale, e poi parlano di conduzione personale della cosa pubblica per rivendicare autonomia da Crisci.
Scriviamo ormai da giorni che la moglie di D’Igrazio, la signora Carmen Argondizzo, è la delegata alla “creatività” del Dipartimento.
Paolo Jedlowsky, coordinatore del dottorato, è sposato con Renate Siebert, altra docente interna al Dipartimento.
Di Cersosimo, abbiamo già accennato. Sua moglie è Rosanna Nisticò, associato ad Economia, mentre lui è stato spostato a Scienze Politiche e sociali proprio per non farla troppo sporca… Lei, la Nisticò, proprio l’altra sera, è stata intervistata a Ten come una scienziata. Noblesse oblige.
E l’elenco continua: Giorgio Giraud con Giovanna Vingelli, Vincenzo Fortunato e Maria Mirabelli. Poi D’Ignazio ha trasferito la Mirabelli ad altro Dipartimento per chiamare il marito come associato.
Fanno quello che vogliono, considerano l’università come casa propria, nessuno controlla.
Ci sono ancora altre coppie, che neanche citiamo per carità di patria. E’ un ambiente ideale per far sbocciare l’amore, che a volte finisce ed infatti entrano inevitabilmente in campo cambi in corsa, compagni e così via ma il posto resta e che posto!
Intanto, la legge Gelmini prevede che nello stesso dipartimento non ci possono stare, ma siccome loro c’erano da prima che entrasse in vigore la legge, hanno fatto quello che hanno voluto.
Come diceva quel vecchio adagio? “una testa, un voto” ebbene quando votano nei consigli ognuno conta per due. Mica poco.
CONCORSI E BORSE DI STUDIO PILOTATI
Ultimamente, proprio grazie a Iacchite’, sono stati scoperti concorsi pilotati con tanto di vincitori annunciati con situazioni boccaccesche e da gossip che in questa sede vi risparmiamo (visto tutto l’armamentario che documentiamo oggi), borse di studio cucite su misura proprio dalla scuola che dirige il prorettore dimissionario, la Scuola Superiore in Scienze delle Amministrazioni Pubbliche, con la collaborazione del comune di Rende.
Mille candidati per sette posti di categoria D già assegnati: la pantomima di una prova scritta sospesa e poi annullata ad aprile e riproposta, alla chetichella, in questi giorni. Un mercato sempre aperto di promesse e graduatorie e sempre con gli stessi criteri.
Quattro borsisti su cinque annunciati in anticipo da Iacchite’ e selezionati senza problemi dalla Scuola del professore D’Ignazio per aiutare qualche cliente del Comune di Rende.
Per non parlare dei casini al Centro Residenziale, dove l’ex direttore Franco Santolla si è beccato un avviso di garanzia dalla procura di Cosenza per irregolarità marchiane e grossolane.
GLI SCHIERAMENTI IN CAMPO
Il chiacchiericcio dà fastidio, c’è bisogno di volare alto: è venuta anche quella baldracca della Boldrini prima dell’inaugurazione in pompa magna dell’anno accademico con quel “maschiaccio” di Rosy Bindi.
In prima fila ad applaudire con tanto di toga accademica, le coppie di professori e tutto l’ambaradan politico che benedice. Hanno bisogno di legittimazione.
Sullo sfondo, c’è la “guerra” per prendersi il posto di Gino Crisci. Le grandi manovre sono cominciate da tempo.
Hanno messo un nuovo direttore a Scienze Politiche e sociali, uno che qui non lo conosce nessuno. Manovrato da Cersosimo, Jedlowsky, Fantozzi e sopratutto da D’Ignazio.
Il nuovo direttore si chiama Francesco Raniolo, è lì da un anno, ma è un altro che ha una certa qualità. Siciliano, molto ambizioso, fa parte del comitato per il SI di Renzi a livello nazionale, ma sopratutto è uno molto addentrato in certi ambientini che contano tipo Rotary Club. E a Cosenza si sa quanto contano.
Raffaele Perrelli
La banda di D’Ignazio vuole Raffaele Perrelli rettore e già in estate organizzava le riunioni per arrivare alla conta per sfiduciare Crisci.
Gino Mirocle non è fesso e fiutata l’aria ha messo a segno una bella mossa: ha cambiato il direttore generale e così non solo li ha scontentati tutti ma in pratica li ha costretti ad uscire allo scoperto.
Fino a quando c’era stato Fulvio Scarpelli nessun problema: era del loro giro, ma il nuovo dg, Mesiano, proprio non è un loro sodale e da qui, come ha ammesso anche Crisci, sono iniziate le camarille.
Perrelli, in fondo, la politica ce l’ha nel dna: è il figlio della buonanima di Tonino, deus ex machina del Patto Segni in salsa cosentina e calabrese. Un democristiano d’altri tempi.
Lui si professa “comunista” ma ha ereditato dal padre la passione per la politica e la brama di potere.
Le dimissioni di D’Ignazio tuttavia hanno comportato l’uscita dalla maggioranza in Senato Accademico del loro direttore Raniolo, sempre più vicino a Perrelli.
A fungere da ago della bilancia si dice che possano essere altre due grandi famiglie dell’Unical: Crispini e Andò.
La Crispini, che abbiamo incontrato prima, ovviamente figlia d’arte del compianto Franco, è stata eletta anche lei in Senato accademico e pare non voglia abbandonare Crisci.
Il professore Sebastiano Andò va con chi gli garantisce l’attivazione della facoltà di Medicina.
Il rettore dell’Unical Gino Crisci
Al momento pare che Crisci li abbia entrambi ancora con lui e quindi avrebbe ancora la maggioranza secondo Radio Unical. Ma gli ultimi boatos danno Perrelli in grande rimonta.
La chiosa ce la offre al volo il professore Massimo Veltri, che fa parte di una famiglia “che conta” con il fratello Paolo che ci ha messo anche la faccia con Perrelli e soci (e che è sempre presente all’Unical) e certamente fa opinione. Anche sui social.
“Manco nei partiti succede tanto. Ciò detto, non ci possiamo permettere che l’università ce la giochiamo sul tappeto delle ingiurie e delle accuse incrociate. L’università fino a prova contraria è un patrimonio da salvaguardare e da rilanciare. Crisci ha ancora una maggioranza? Il CdA e il S.A. hanno una posizione? C’è qualcuno che voglia uscire dalle secche del gossip e delle contumelie e fare invece un discorso serio di prospettiva?”.
Fonte: Calabria 7 (https://calabria7.news/giudiziaria/il-sistema-per-alterare-le-liste-di-attesa-alla-dulbecco-di-catanzaro-ecco-chi-sono-i-dodici-indagati-nomi/)
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