“Benvenuti tra le spine di Lamezia Terme”

All’aeroporto internazionale di Lamezia Terme è divenuta consuetudine accogliere i turisti provenienti da Toronto direttamente all’esterno dell’aerostazione e, da qualche anno soltanto, sotto un tratto di tettoia. I nostri parenti emigranti, di ritorno col volo diretto del Charter della compagnia Air Transat per visitare la nostra città e l’intera Calabria, avrebbero bisogno di un trattamento più decoroso. Allo stesso modo chi li aspetta per abbracciarli avrebbe il sacrosanto diritto di attenderli in una sala di attesa con l’aria condizionata e non sul marciapiede.

L’aeroporto lametino è il finestrino aperto a gioiosi ritorni, nulla a che vedere con Ellis Island, porta d’ingresso newyorkese per milioni di immigrati, meglio conosciuta come l’isola della speranza e delle lacrime. Le ragioni di chi partiva, vinto dalla disperazione e confortato dalla speranza, non hanno nulla in comune con le ragioni di chi ritorna per godere la vacanza all’ombra ritemprante della propria Terra. Una volta c’era il porto di Napoli ormeggio dei vecchi bastimenti che salpavano con le stive intasate di valige di cartone verso New York o verso Halifax.

Oggi i figli e i nipoti di quella generazione di pionieri dell’emigrazione transatlantica ritornano orgogliosi di aver trasformato in un presente agiato un passato di stenti. Sono lontani i silenzi nel molo desolato del porto di Napoli rotti dal suono impressionante dell’Andrea Doria che si allontanava verso l’ignoto. Oggi abbracciamo chi ritorna direttamente sul marciapiede dell’aerostazione al grido di benvenuti in mezzo a noi. Ma non solo in mezzo a noi! Anche in mezzo alle spine di rovi, le sole che in questa città, che doveva diventare una nuova Brasilia, non hanno smesso di crescere.

Fiore Isabella
(Ex considgliere comunale di Lamezia Terme)