Berardi e il Milan, una storia infinita

di Stefano Fogliani

Fonte: Il Resto del Carlino

Don Ermes Macchioni, già parroco tra Sassuolo e San Michele e oggi di stanza a Rubiera, è diventato esorcista nel 2008, a 60 anni. A Domenico Berardi, invece, ne sono serviti molti meno per esorcizzare il ‘diavolo’: nel gennaio del 2014, l’allora 19enne attaccante del Sassuolo, che aveva giusto un campionato e mezzo tra i pro alle spalle, segnava un poker nel 4-3 con il quale il neopromosso Sassuolo batteva il Milan di Allegri gettando le basi non di una, ma di due leggende.

La prima, quella del Sassuolo che si è già guadagnato – da tempo – il diritto a disputare la sua decima stagione in A, non fa più notizia (e non era scontato) mentre la seconda, quella di Berardinho che ‘scaccia’ il diavolo, notizia la fa eccome. Almeno questa settimana.

Mancano una manciata di ore a Sassuolo-Milan, e se guardi al ‘diavolo’ rossonero che domenica cerca lo scudetto al Mapei Stadium non puoi non guardare anche all’esorcista che indossa – forse l’ultima volta, sapremo più avanti – la maglia neroverde numero 25. Perché non ci sono dubbi su chi, nel corso delle riunioni tecniche che lo accompagneranno al redde rationem di Reggo Emilia, il tecnico rossonero Stefano Pioli metterà il famoso ‘circoletto rosso’. Domenico Berardi, appunto, il giocatore più forte di sempre passato da queste parti, che con il Milan ha un feeling tutto particolare, che fa dei rossoneri la sua vittima preferita.

La chiacchiera da bar dice che Berardinho se ne andrà, e proprio verso quel Milan che lo cerca con insistenza, ma milioni insufficienti, almeno da un biennio, ma il mercato verrà, mentre l’oggi disegna l’ombra – lunghissima – dell’esorcista neroverde sul ‘diavolo’ che cercherà lo scudetto sul prato reggiano.

Sperando che Berardi non faccia il Berardi. Perché il fantasista calabrese, quando vede rosso(nero) si esalta, e se attorno ha il Mapei Stadium e il ‘suo’ pubblico, si esalta ancora di più. Al netto dei quattro gol rifilati al Milan di Allegri nel 2013-14, infatti, al conto si aggiunge, compulsando la statistica, anche la tripletta scaricata dentro la porta rossonera la stagione seguente, ancora al Mapei Stadium. Finita qui? Nemmeno per idea: la stagione seguente riecco il Milan e riecco Berardi, ma questa volta a San Siro, a fare otto (gol) ed avviare un digiuno interrotto solo di recente. Giusto in tempo, però: la stagione scorsa Berardinho si riallaccia alle sue piacevoli consuetudini anti-Milan (tiene l’Inter, dicono, ma la notizia non trova conferme) e segna ancora, ai rossoneri, la sua nona rete in carriera e fa cifra tonda lo scorso novembre, quando il Sassuolo svelle a sorpresa il San Siro milanista con un 3-1 cui è proprio lui a mettere il sigillo. Pioli, insomma, starà studiandolo, e ne ha ben donde: Berardi gli rifilò gol anche quando allenava la Lazio e il Bologna… E’ passato parecchio tempo, ma il ‘circoletto rosso’ è sempre lì, sul’esorcista con addosso la magia numero 25.