Le ultime vicende di cronaca che hanno interessato il comune di Bisignano non possono essere rubricate e liquidate come un fatto isolato che riguarda un singolo cittadino disagiato.
A nostro avviso il degrado morale e materiale in cui versa la antica e gloriosa città del Crati si nutre e si alimenta attraverso comportamenti e pratiche indecenti perpetrate da coloro i quali dovrebbero dare l’esempio. E’ proprio il caso di dire che “u pisci puzza d’a’ cap“.
La prima puntata di questa avvilente cronaca comincia dall’assessore ai servizi sociali, toponomastica, cooperazione, rapporti con gli enti locali, politiche comunitarie, emigrazione e immigrazione, segnaletica, informatizzazione, tale “MAZZETTA” (poi capirete perché), al secolo Mario Umile D’Alessandro classe 1957.
Cresciuto nel ventre molle del partito comunista locale, in origine potentissimo feudo del sindaco Carmelo Lo Giudice, nel corso della sua storia politica si è camaleonticamente adattato ai tempi ed alle circostanze, risultando sempre tra i primi eletti in tutte le competizioni elettorali locali da trent’anni a questa parte.
Da Lo Giudice ad Angelo Rose, da Rosario D’Alessandro a finire a Umile Bisignano sempre sul carro del vincitore con il suo pacchetto di voti costruito con pazienza certosina in un crescendo rossiniano di “piaciri” e “mmasciate” da far raggelare i polsi alla buonanima di Mario Chiesa il famigerato factotum del Pio Albergo Trivulzio.
Mario Umile D’Alessandro, alias “MAZZETTA”, decide quindi di intraprendere la carriera di portaborse e politico di professione, girovagando per segreterie politiche di partiti e cespugli vari, accasandosi infine sotto l’ala protettrice dell’allora potentissimo assessore regionale all’Agricoltura Mario Pirillo, in seguito divenuto europarlamentare, diventandone il plenipotenziario referente locale, ricevendo in cambio prebende, incarichi e “mesate” ovviamente a spese dei poveri contribuenti.
In uno dei clamorosi e ormai divenuti famosi teatrini in consiglio comunale con l’allora nemico politico Umile Bisignano, quest’ultimo lo apostrofò urlando dicendo: – … se Pirillo non viene rieletto all’europarlamento t’ari irti a truvari nu lavuru …! – a dimostrazione della “stima” tra i due soggetti che poi, come vedremo, diverranno compagni di merende, sempre a spese del povero cittadino elettore.
Più volte assessore con le deleghe più disparate e nel “talamo politico” di tutti i sindaci avvicendatisi nel “secondo dopoguerra” giunge, nella precedente consiliatura, rocambolescamente alla corte di Umile Bisignano, sindaco plurindagato e plurisospeso, consumando un capolavoro di opportunismo degno di questo campione dell’ambiguità politica.

Eletto nella tornata del 27 maggio 2007 nelle file della minoranza, in opposizione spietata al sindaco Umile Bisignano, saltò in corsa sul carro della maggioranza in quota assessorile dopo la defenestrazione dell’assessore al bilancio, Antonello Gallo, “tummato” dal sindaco Umile Bisignano per “incompatibilità politiche”.
Le cronache consiliari raccontano (circolano vari video in rete) episodi di sconcertante “faccitosteria”, per certi versi esilarante a modo del teatrino dei burattini. Il Mario Umile D’Alessandro in un “solenne” discorso in Consiglio Comunale accusava il sindaco di essere stato eletto per un errore storico. Testualmente: – …se sei sindaco, questo è un errore della storia… – e ancora: – …un soggetto indagato per violenza sessuale non è degno di fare il sindaco…-.
Per parte sua il sindaco Umile Bisignano gli rispondeva: – …’u nti sput ca ti ‘mprofum’… -.
Dopo una diecina di giorni il “nostro” passava armi e bagagli in giunta!
Nel 2012, viene premiato con un posto in lista sempre dal “dominus” Umile Bisignano e viene rieletto a furor di popolo raggiungendo nuovamente l’agognata carica di assessore. Ma questa è storia recente ed è qui ed ora che il “MAZZETTA” esprime tutto il suo “potenziale amministrativo”.
1 – (continua)