Sulla vicenda dell’ecodistretto di Bisignano, continua il rimpallo di interventi tra il Comune e il gruppo di opposizione “Riparti Bisignano”
L’ECODISTRETTO E IL GIOCO DELLE TRE CARTE
“La manipolazione e mistificazione dei fatti che il sindaco sta tentando goffamente di far credere ai cittadini bisignanesi sulla questione dell’ecodistretto si arricchisce di giorno in giorno di versioni diverse e contrastanti tra di loro.
Appaiono sempre più palesi tutte le contraddizioni e verità finora ancora nascoste sulla vicenda dell’ecodistretto. Si passa da un impianto a cielo aperto ad uno coperto. Si elimina la quota dell’indifferenziato e si parla di altri ed ulteriori accorgimenti con una semplificazione e una superficialità sconcertante e giusto per fare chiarezza elenchiamo in sette punti le false verità che sta raccontando in questa vicenda.
Punto primo. E’ il sindaco Fucile ad aver proposto al commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria il territorio di Bisignano quale sito dell’ecodistretto, come da lui stesso dichiarato in Consiglio, perché nel piano rifiuti regionale non è prevista la localizzazione a Bisignano.
Punto secondo. Il 30 marzo scorso le associazioni ambientaliste avevano proposto un ecodistretto di sola plastica, carta e vetro e una piattaforma di dimensioni non superiore a 30.000 tonnellate all’anno e la risposta del commissario è stata categoricamente negativa, motivata soprattutto da una insostenibilità finanziaria dell’impianto in quanto se ne modificavano quantità e caratteristiche.
Punto terzo. Il piano regionale dei rifiuti è strutturato con conferimenti dei comuni della nostra area territoriale Ato Nord Cosenza costutuita da 70 comuni per un totale di 110.000 tonnellate annue di spazzatura urbana e quindi il commissario dell’Arrical ed il sindaco Fucile non sono credibili quando ci parlano di un ecodistretto con la sola lavorazione della plastica, carta e vetro per la semplice ragione che non ci sono i territori dove realizzare gli ecodistretti, dove conferire la quota di rifiuti indifferenziata e la frazione organica, nonché la discarica di servizio prevista dal piano regionale Ato Nord Cosenza.
Punto quarto. La richiesta di Fucile al commissario di predisporre una linea aggiuntiva di lavorazione per i rifiuti industriali, circoscritta alle sole imprese agricole di Bisignano, determinerà come logica conseguenza il conferimento dei rifiuti di tutte le altre imprese industriali dei comuni dell’Alto Cosentino.
Punto quinto. La previsione del bando di gara (proposta dal sindaco) che dovrebbe permettere agli agricoltori di Bisignano di conferire gratuitamente i propri rifiuti nell’ecodistretto/linea rifiuti non urbani, è, in altri termini, una compensazione ai danni che subirà il comparto agricolo, visto che tale gratuità non è stata richiesta per le imprese non agricole di Bisignano e quindi, di fatto, se ne ammette l’impatto negativo9 sul territorio e sul comparto agricolo.
Punto sesto. Una eventuale mala gestione (memori della vicenda Consuleco che ha provocato seri danni agli agricoltori bisignanesi) dell’impianto rifiuti ubicato a Bisignano, cittò attraversata dal fiume Crati, creerebbe un ulteriore danno irreparabile non solo alle aziende agricole della Media Valle del Crati, ma anche a quelle della della zona della Sibaritide dove sfocia il Crati con conseguenze catastrofiche per il comparto agricolo della provincia di Cosenza.
Punto settimo. La normativa nazionale e comunitaria non consente un controllo sulla gestione privata, per come immagina il sindaco, mediante una commissione pubblica comunale con poteri di ispezione e controllo dell’impianto perché la gestione della piattaforma dei rifiuti/ecodistretto viene affidata al privato”.
Gruppo consiliare Riparti Bisignano