Blitz Casamonica: tra gli arrestati c’è Domenico Strangio

“Per la prima volta i Casamonica vengono riconosciuti come un clan mafioso”. E’ questa la principale novità dell’operazione “Gramigna” che ha sferrato un colpo al clan con base a Roma, portando stamattina a 37 ordinanze di arresto tra Roma e la Calabria, secondo il Ten.Col. Stefano Cotugno, comandante del gruppo dei Carabinieri di Frascati, il cui nucleo investigativo ha condotto le indagini sotto l’egida della procura distrettuale antimafia di Roma.

“Tra gli arrestati c’è Domenico Strangio, un soggetto che appartiene a una ‘ndrina calabrese del paese di San Luca. Strangio, catturato stamattina a Roma – continua il Ten. Col. Stefano Cotugno – è un trait d’union tra il clan Casamonica e la criminalità organizzata autoctona di altri luoghi, che aveva dei link soprattutto in relazione all’approvvigionamento di sostanze stupefacenti”.

Traffico di droga e di armi, usura ed estorsione, questi i principali reati contestati al clan, che “prestava denaro come fosse una banca applicando tassi usurai”.

L’indagine è partita qualche mese prima dei funerali show di Vittorio Casamonica nel 2015 e si è avvalsa in particolare di due collaboratori di giustizia, uno esterno e uno interno, e di diversi testimoni di giustizia, tra cui una donna.

“Sono indagini complesse, non sono indagini casuali” ha detto il procuratore antimafia Michele Prestipino in conferenza stampa. “L’indagine è stata particolarmente complessa – ha aggiunto Cotugno – anche per l’impenetrabilità del clan e urbanistica del quartiere, Porta Furba, dove i Casamonica hanno la loro roccaforte”

Il clan Casamonica è talmente potente che “tante vittime di estorsione non solo non hanno mai denunciato, ma sentite dagli inquirenti durante l’inchiesta sono state reticenti per paura delle ritorsioni”.

Fonte: Euronews

Tra gli arrestati sedici portano il cognome Casamonica: a cominciare da Giuseppe, detto Bitalo, considerato colui che dirige il sodalizio, pianifica e individua le azioni da compiere e le vittime da colpire, impartisce direttive agli altri associati e, a volte, partecipa direttamente ad alcuni delitti. Pur essendo detenuto, a partire da gennaio del 2009, ha continuato a coordinare il clan, grazie agli aggiornamenti che gli fornivano durante i colloqui i suoi familiari: a cominciare dalla sorella Liliana (detta Stefania), che fungeva da contabile dell’organizzazione. Tra gli arrestati ci sono anche sei membri della famiglia Spada, compreso Domenico il pugile, detto “Vulcano”.

Fondamentale è stata la collaborazione di due testimoni di giustizia, in particolare la moglie di Massimiliano Casamonica e il membro di una famiglia di ‘ndrangheta, Fazzari. Partendo dalle loro preziose rivelazioni, integrate dalle dichiarazioni di testimoni e persone offese, da intercettazioni, perquisizioni, sequestri e precedenti procedimenti giudiziari, gli inquirenti sono arrivati alla conclusione che “non si tratti di un’occasionale attività criminosa di singoli esponenti della stessa famiglia, ma il modello effettivo di un sistema criminale organizzato”. Il funerale in stile “Padrino” del capostipite Vittorio Casamonica, celebrato nell’agosto di tre anni fa nel quartiere Don Bosco con carrozze, cavalli e petali di rosa lanciati dall’elicottero, è stato visto come un “chiaro messaggio alla città di Roma” della loro potenza.