Da poco l’amministrazione comunale ha deciso di concedere ai nuclei familiari residenti nel comune di Cosenza in condizione di grave disagio economico, un “buono spesa una tantum” finalizzato all’acquisto di prodotti alimentari e di prima necessità.
“Tale intervento – si legge nel bando – lungi dal pretendere di essere risolutivo rispetto al quadro generale di una crisi economica che incide pesantemente sulla vita quotidiana, si propone come misura straordinaria di aiuto per le famiglie nel periodo natalizio, finalizzata a far fronte ad alcune spese di prima necessità.”
Ciò sarebbe veramente meritevole se servisse davvero ad aiutare le famiglie che ne hanno necessità, soprattutto nel periodo natalizio, ma anche questa bella iniziativa dell’amministrazione ad oggi si sta rivelando una presa in giro.
Già, perché tantissime famiglie sono venute nella nostra redazione o ci hanno contattato denunciando il loro attuale stato di forte necessità d’aiuto, che tuttavia non gli permette di usufruire del “buono spesa una tantum”, nonostante a stento riescano a tirare avanti.
Ma spieghiamo i fatti nel dettaglio. Il bando prevede l’accesso al beneficio per i soggetti con attestazione ISEE relativa ai redditi conseguiti nell’anno 2014 (riferito all’intero nucleo familiare) con valore della situazione economica equivalente a € 0.00 (zero/00). “Ad oggi – si legge in un comunicato dei giorni scorsi – a Cosenza si contano 800 famiglie con reddito ISEE zero.”
Ci piacerebbe sapere, allo stato attuale, quanti hanno fatto domanda con tali requisiti, perché vogliamo ricordare alla nostra amministrazione che esistono famiglie, che non possono avere accesso al beneficio, perché si ritrovano un ISEE superiore a zero, seppur vivono in uno stato di estrema povertà.
Ad esempio, l’ISEE di una famiglia di 200/300 euro al mese è da considerarsi reddito?
Tali famiglie non possono avere accesso al bonus: non è da considerarsi questa, anche, la vera povertà di Cosenza? Che senso ha, dunque, promulgare un bando per aiutare famiglie in condizioni di disagio economico, se poi queste non possono parteciparvi?
Famiglie disoccupate, con numerosi figli a carico, che a stento riescono a sopravvivere nel vero senso della parola; la loro disperazione le ha portate a tentare ugualmente ad accedere al bando, ma i servizi sociali hanno rigettato la richiesta. L’ISEE non è zero, quindi non possono partecipare. Secondo l’amministrazione e il sindaco in primis, avere un ISEE di 3.000/4.000, ma anche di 5.000 euro all’anno non è da considerarsi disagio sociale?
Sarebbe auspicabile e veramente servirebbe ad aiutare le famiglie che ne necessitano, alzare il tetto dell’ISEE, per consentire anche a queste di accedervi riuscendo, almeno nel periodo natalizio, a fare una spesa che attualmente non possono concedersi.
Valentina Mollica