Buon Natale… un corno!

È Natale.
E come ogni anno i social si trasformano in un gigantesco presepe di plastica.
Tavole imbandite che manco Versailles, brindisi coreografati, famiglie felici per decreto, gente che canta come se il mutuo fosse stato abolito per le feste.
Una realtà parallela, patinata, irreale. La vera Italia, e soprattutto la vera Calabria, nel frattempo è parcheggiata fuori dall’inquadratura. Al freddo e al gelo. Senza acqua. Senza lavoro. Senza Re Magi che ti portano qualcosa…
Poi arrivano loro. Puntuali come l’indigestione.
I politici in versione “uomini e donne di buona volontà”, con un’aureola scintillante che manco la Stella Cometa ai tempi di Erode. Giacca elegante, lucine soffuse, sorriso da spot del panettone industriale. Augurano pace, serenità, sogni che si realizzano.
Te lo dicono guardando in camera, con la stessa faccia di cazzo con cui undici mesi l’anno firmano, ignorano, rimandano, scaricano, disertano, fottono… 
Occhiuto che fa gli auguri sembra Babbo Natale in versione Grinch, ma al posto dei regali distribuisce pigliate per il culo in video.
Stesso protocollo, stessi auguri, stesso scenario, stessi gamberoni in doppiopetto… i suoi colleghi parassiti, versione Merry Christmas. 
La Calabria allo sbando, i servizi a pezzi, la sanità in terapia intensiva… e lui che ti augura ciò che “più desideri”. Come se non fosse letteralmente lui quello che potrebbe fare qualcosa. Come se governasse un’altra regione.
Magari la Lapponia…
E ogni volta che parte uno di questi auguri istituzionali, nasce spontaneo un pensiero collettivo, sincero, viscerale:
BUON NATALE UN CAZZO. A MEDICINE…!
Perché c’è chi oggi brinda e chi oggi stringe i denti.
C’è chi posta e chi conta le monete.
C’è chi parla di serenità e chi non dorme da mesi. Chi è solo e nessuno lo va a trovare. C’è chi è malato e nessuno lo cura. Chi è lontano…
E no, non è cattiveria. È stanchezza.
Non è odio. È memoria.
È il rifiuto di questa favola tossica in cui chi ti ha tolto tutto, a Natale, pretende pure di farti gli auguri.
A Natale si può essere più buoni, sì.
Ma soprattutto si dovrebbe essere meno ipocriti.
E se queste poche righe vi rovinano l’atmosfera… beh, vuol dire che forse l’atmosfera era già marcia e non ve ne eravate accorti.